C’è una cronometro che promette scintille, ed è quella che metterà di fronte due dominatori della specialità: Filippo Ganna da un lato, Remco Evenepoel dall’altro. Con in mezzo Joshua Tarling, il nuovo che avanza, colui che in un modo o nell’altro potrebbe scompaginare i piani dei grandi protagonisti della corsa contro il tempo. Che s’è accesa molto prima di quanto non accadrà domani, con la partenza fissata alle 16,32 e il rischio di un meteo non così clemente che potrebbe incombere sul primo atto ufficiale del ciclismo maschile, preceduto di un paio d’ore dalla gara femminile dove Elisa Longo Borghini (fresca vincitrice del Giro Women) punta deliberatamente ad andare a medaglia.
- "Indegna una superficie così malmessa"
- Remco stanco, Tarling impaziente...
- Ganna vuole il massimo: "Parigi i miei ultimi Giochi? Forse..."
“Indegna una superficie così malmessa”
La crono maschile però s’è subito tinta di giallo, con Remco Evenepoel che non le ha mandate a dire agli organizzatori. Il motivo? Il pessimo stato dell’asfalto su buona parte dei 33 chilometri di gara. “Correre su questo tipo di strada è assurdo, così non si fa altro che favorire gli altri”, ha affermato il belga alla vigilia della gara.
“La superficie stradale nei primi 5 e nel ultimi 5 chilometri è davvero pessima e sebbene la cornice sarà straordinaria, vuoi per l’impatto scenografico della capitale francese, vuoi per il pubblico previsto, ritengo che questa cosa non sia degna di un’olimpiade. Insomma, su un percorso così accidentato la lucidità nelle battute finali potrebbe venir meno e costare caro a tanti. E di sicuro questo non è un tracciato esclusivamente tecnico, dove sprigionare solo velocità. Servirà piuttosto una grande resistenza, oltre che attenzione maniacale a ogni dettaglio”.
Remco stanco, Tarling impaziente…
Evenepoel, campione in carica mondiale a cronometro e vincitore della frazione più congeniale alle proprie caratteristiche nel corso del recente Tour de France (ha chiuso terzo la crono conclusiva di Nizza, che pure strizzava maggiormente l’occhio agli scalatori), s’è detto preoccupato e anche un po’ deluso per la scelta fatta dagli organizzatori.
Soprattutto però a preoccuparlo è stata la stanchezza accumulata durante il Tour, tanto che “lunedì ero stanchissimo, poi a metà settimana un po’ mi sono ripreso, ma ecco, forse non sono nel pieno della condizione. Però ho puntato tanto su questa gara e voglio puntare dritto al bersaglio grosso”. Come Tarling, spera di ripercorrere le orme di Brad Wiggins, oro a cronometro a Londra 2012: per farlo s’è allenato un mese intero ad Andorra, senza gareggiare da nessun’altra parte. Preparazione meticolosa che potrebbe pagare dividendi, anche se i rivali sperano di no.
Ganna vuole il massimo: “Parigi i miei ultimi Giochi? Forse…”
Tra questi, Ganna è probabilmente il grande osservato speciale. “Finalmente questi giochi olimpici sono arrivati, e dato che è un anno che dico che erano il vero obiettivo stagionale, beh, spero di ripagare le attese”, spiega il verbanese. “Dopo il Giro ho lavorato tantissimo, giorno e notte mi sono impegnato per raggiungere la miglior condizione possibile.
So che mi attende un compito complicato: seppur non ci sia mai un pezzo di strada dove la pendenza si fa notare, il percorso è molto esigente e richiederà grande attenzione. Sarà fondamentale arrivare riposati per non perdere terreno in alcun punto della corsa.
A Rio e Tokyo so di aver fatto il massimo, ma è qui a Parigi che sento di dovermi spingere oltre i miei limiti. Anche perché non so se tra quattro anni a Los Angeles sarò ancora della partita: mi piacerebbe lasciare un bel segno qui in Francia, e di farlo soprattutto per fare felici milioni di italiani. Poi si sa, vincere a Parigi per un italiano ha sempre un significato particolare, e allora spero che tutto possa andare per il verso sperato”.