Corsi e ricorsi storici anche nel calcio. Per Carlo Pellegatti la situazione attuale del Milan ricorda quella del 1987, quando i rossoneri allo sbando dopo la sconfitta con l’Avellino a 5 giornate dalla fine riuscirono a centrare la qualificazione alla coppa Uefa (all’epoca in Coppa Campioni andava solo chi vinceva lo scudetto) con un finale di stagione scoppiettante, Per la storica voce di Milan Channel i punti in comune sono parecchi: il cambio di proprietà in corsa (Berlusconi al posto di Farina all’epoca, Elliott al posto dei cinesi oggi), la situazione di classifica, il valore della rosa, ma manca un dettaglio non trascurabile.
IL RICORDO – Pellegatti sul sito di Sportmediaset torna indietro di 32 anni, al 5 aprile 1987 quando il Milan di Liedholm perse ad Avellino mettendo a repentaglio l’Europa, esattamente come il Milan di Gattuso perdendo a Torino ha perso – almeno per il momento – il quarto posto utile per la Champions ma all’epoca le cose andarono diversamente: “Silvio Berlusconi non ha esitazioni. Prende una decisione clamorosa. Affida la squadra a Fabio Capello, già assistente del tecnico svedese ma oggi non esiste un Fabio Capello. Insomma appare chiaro, nonostante le dichiarazioni di facciata, che la mancanza di alternative abbia salvato l’allenatore calabrese dal doloroso esonero”.
LA DECISIONE – Ecco perchè Gattuso non ha fatto la fine…di Liedholm: “Non appariva credibile un Milan allenato da Federico Giunti, oggi tecnico di una Primavera in zona retrocessione, né la possibilità che Leonardo, direttore generale dell’area sportiva, potesse sedersi in panchina nonostante le sue esperienze passate nel Milan e nell’Inter. Ai tifosi milanisti non resta che sperare in qualche altro passo falso delle avversarie o attaccarsi l’aritmetica perchè appare complicato sperare che i rossoneri ritrovino invece quel filone di gioco smarrito ormai da quaranta gironi, dal 17 marzo, la domenica del derby. Dopo una quaresima infinita, con penitenze e digiuni, non sono tanti però ad aspettarsi una Pasqua rossonera”.