Anche la nazionale femminile può diventare uno spunto per attaccare la Juventus e i media troppo accondiscendenti nei confronti della Vecchia Signora. Almeno per Maurizio Pistocchi che approfitta di alcuni titoli di giornali usciti in questi giorni per ironizzare sull’eccessivo “rispetto” nei confronti della Juve, che da sempre è nel suo mirino. Il giornalista di Mediaset posta su twitter una foto con due titoli presi dal sito web di un noto quotidiano sportivo e scrive solo: “Povera Italia”.
IL TWEET – Nella foto si leggono i titoli relativi a quando l’Italdonne vinceva senza freni e poi quello dopo il ko con l’Olanda. Prima “E’ ancora un’ItalJuve: il blocco bianconero trascina le azzurre”, e poi sotto: “Fine del sogno Mondiale, l’Italia si arrende alle olandesi volanti” come a dire che è ItalJuve se vince, è solo Italia se perde. Si scatena subito un vespaio sui social con i tifosi della Juve a replicare a brutto muso: “1982 blocco Juve…suppongo che anche tu eri sul carro….a festeggiare…”, oppure: “Quindi nel ‘34, ‘38, ‘82 e 2006 anche lí povera Italia?! Ps. Uscire ai quarti contro le campionesse d’Europa in carica visto il periodo storico è un gran risultato”.
LE REAZIONI – Non mollano l’osso i fan bianconeri: “Storicamente é la Juventus che ha dato più fuoriclasse,più campioni alla Nazionale. “La Juve é la Juve”, Signor Pistocchi” o anche: “Beh, il fatto che italjuve sia stato scritto quando 8 goal su 9 sono stati fatti da giocatrici della juve immagino sia irrilevante..”. Non mancano però i follower che si schierano dalla parte del giornalista: “Titoli mondiali: “La Croazia di Mandzukic vola in finale”, “la Croazia di Perisic e Brozovic si arrende alla Francia”, letti sul sito web di un noto quotiadiano sportivo” o anche: “Non cambiano mai! Mondiali ’82 juve campione del mondo. Mondiali ’86 Italia eliminata da Platini”, oppure: “Uguale… Pinamonti al Genoa si chiama plusvalenza, Spinazzola alla Roma si chiama scambio” e infine: “La Juve è la sua immagine non ha bisogno di queste geneflussioni ma questi giornalai si sentono in dovere di farlo”.