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Plusvalenze Juve, il ministro Abodi mette pressione alla Corte d'Appello

Il ministro dello Sport, Abodi, commenta la sentenza del caso Juve, annuncia interventi della politica e rivela come sia necessario attendere le motivazioni per trarre eventuali conclusioni

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Intervenuto a margine dell’inaugurazione della Palestra della legalità nel quartiere San Basilio, alla periferia sud di Roma, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, non ha mancato di dire la sua sul caso plusvalenze e sulla sentenza che ha condannato la Juventus a 15 punti di penalizzazione in classifica, oltre all’inibizione del quadro dirigenziale bianconero. Parole che, in un certo senso, spostano l’attenzione, oltre che allargarla all’intero movimento, sulla Corte d’Appello federale.

Plusvalenze Juve, Abodi chiede chiarezza

Quelle del ministro sono frasi che sottolineano l’importanza delle motivazioni dietro la decisione della Corte d’Appello:

C’è un’esigenza che deve essere soddisfatta perché spiegare è importante quanto decidere. Aspetto le motivazioni e chi ha la responsabilità spieghi questa decisione e perché non ne sono state prese altre.

Abodi preannuncia interventi

Ma Abodi non si tira indietro e rimarca l’importanza di chi fa politica e di chi ha il potere di cambiare le cose, chiamati a dare risposte e modificare il sistema con responsabilità, per non sminuire la questione a mere chiacchiere tra tifosi:

Dopo c’è una responsabilità politica di cambiare le regole, nel rispetto dell’autonomia dello sport, perché fenomeni degenerativi vengano limitati. E limitata sia l’interpretazione di questi fatti. Noi vogliamo comunque che lo sport sia trasparente, efficiente, dignitoso e punti alla credibilità e alla reputazione. Quello che sta succedendo non contribuisce a questi obiettivi.

È probabile che io debba proporre un intervento per il miglioramento della trasparenza, l’efficienza della giustizia sportiva e dei modelli di gestione dello sport professionistico. Mi auguro comunque che tutto questo non diventi una questione di tifo, diventando quasi una partita di calcio dove le squadre sono contrapposte, poi capisco che i tifosi la vivano così, ma mi auguro che si possa spiegare la decisione presa. Chi ha la responsabilità spieghi perché questa decisione e non altre.

Quando dovrebbe arrivare la motivazione

La Corte d’Appello della FIGC ha a disposizione ancora una settimana prima di pubblicare le motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna per la Juventus invocate dal ministro Abodi. Dalla pubblicazione ufficiale, il club bianconero e i suoi legati avranno un mese di tempo per fare appellarsi al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, e tentare il ricorso nell’ultimo grado della giustizia sportiva.

Il Collegio non possiede, però, la facoltà di modificare la sentenza della Corte d’Appello, visto che può valutare solamente l’eventuale presenza dei cosiddetti vizi di forma. Questo non vuol dire che la Juve non possa essere scagionata, ma la parola fine può avere solo due strade: o si annulla in toto la sentenza per, appunto, un vizio di forma, oppure, la decisione (e la penalizzazione) viene confermata. La giustizia sportiva si ferma qui. Dopo di che, alla Juventus resterebbe la possibilità di interpellare il TAR del Lazio ed, eventualmente, il Consiglio di Stato.

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