Sta facendo molto discutere in questo periodo, in Italia come in Francia, la vicenda relativa a Paul Pogba e al fratello Mathias, che avrebbe ricattato il giocatore bianconero per oltre 13 milioni di euro.
Nella giornata di oggi sono uscite alcune rivelazioni che aggiungono un nuovo capitolo a questa tristissima vicenda.
- Arrestato il fratello Mathias, Pogba e la madre sotto scorta
- Le parole di Pogba pubblicate da Le Monde
- La ricostruzione della vicenda Pogba
Arrestato il fratello Mathias, Pogba e la madre sotto scorta
Nella giornata di ieri, dopo oltre tre giorni di interrogatorio in stato di fermo, il fratello di Pogba, Mathias, è stato arrestato dalla polizia francese assieme ad altre quattro persone.
“Estorsione in banda organizzata” e partecipazione a “un’associazione per delinquere” sarebbero i capi d’accusa a Mathias, che dunque ora rimarrà in carcere.
Nel frattempo, notizia di oggi, sia Paul Pogba che la madre Yeo Moriba, per via delle minacce e dei tentativi di estorsione, sono ora costretti a vivere sotto scorta a Torino.
A riferirlo è “Le Parisien”. Secondo le informazioni del media, Pogba è sotto scorta pure nei momenti nei quali quando si muove in territorio francese. La madre gode dello stesso tipo di protezione a causa dell’ingresso di sconosciuti in casa sua nello scorso luglio per rimarcare le minacce fatte al figlio Paul.
Le parole di Pogba pubblicate da Le Monde
La Gazzetta dello Sport ha riportato le dichiarazioni di Pogba agli inquirenti, pubblicate originariamente dal francese “Le Monde”. I fatti erano già noti, ma per la prima volta vengono riportate le dichiarazioni ufficiali.
Sembra che il 19 marzo scorso nel corso di un ritiro con la Francia, dopo aver passato il giorno in compagnia un amico prima di tornare in albergo, Pogba sia stato portato da altre persone in una casa a Chanteloup-En-Brie, dove lo hanno spinto a spegnere il cellulare, che gli è stato sequestrato, per poi puntargli una pistola addosso.
Queste le sue parole:
“Avevo paura. I due ragazzi mi hanno puntato le pistole addosso. Allora, essendo stato minacciato in quel modo, ho detto loro che avrei pagato. Gridavano: ‘Stai zitto, guarda in basso’. (…) Uno dei due incappucciati parlò all’orecchio di Roushdane. Quando gli incappucciati se ne andarono, Roushdane mi disse che dovevo pagarli, altrimenti eravamo tutti in pericolo”.
La ricostruzione della vicenda Pogba
La questione ha inizio dalla denuncia di Pogba che, a luglio, ha trovato la forza di distruggere la ruota del ricatto. Pure perché, stando a quanto scritto dall’Equipe, il fratello avrebbe mandato SMS dai contenuti vessatori e minacciosi pure a Rafaela Pimenta, l’agente e avvocato di Paul, che ha poi fatto scattare la denuncia a Torino anche grazie all’aiuto della madre Yeo Moriba.
In questo modo sono cominciate le indagini preliminari che hanno fatto emergere una storia che rimaneva nei contorni della famiglia. A marzo, dopo il ritiro della selezione transalpina, Pogba viene sequestrato per alcune ore in una casa fuori Parigi da un certo numero di conoscenti che, anche con l’utilizzo delle armi, hanno provato ad estorcere al calciatore 13 milioni di euro.
Per quell’episodio tuttavia il fratello di Pogba ha un alibi e viene considerato, a livello giuridico, solo come un “testimone assistito”, una specie di persona che conosceva dei fatti. In ogni caso, dopo la prima tranche di 100.000 euro, cifra limite come ha deciso la banca, i ricattatori hanno continuato a farsi minacciosi sia a Manchester che a Torino, città dove Paul è tornato in estate.
Inoltre, nel mese di luglio, si sono fatti vivi pure alla Continassa. In quest’occasione il mediano pensa di aver visto tra i malfattori anche il fratello. L’episodio più famoso della vicenda è senza dubbio quello dello stregone, pagato da Paul, secondo il fratello, per gettare il malocchio sul compagno di nazionale Mbappe.