Assorbita la sconfitta di Verona, che ha fatto svanire del tutto le residue speranze di inserirsi nella lotta per lo scudetto, in casa Juventus si prova a guardare con fiducia alla quarta giornata della fase a gironi di Champions League.
All’Allianz Stadium contro lo Zenit la squadra di Massimiliano Allegri cercherà la quarta vittoria consecutiva in Coppa, che varrebbe la qualificazione agli ottavi di finale con due turni di anticipo e la conseguente possibilità di dedicarsi fino a febbraio al difficile tentativo di rimonta in campionato, con l’obiettivo quantomeno di chiudere la stagione tra le prime quattro.
Nervosismo Juventus: Allegri attacca la squadra
Il ko del “Bentegodi” ha però lasciato il segno nello spogliatoio bianconero. I segnali di nervosismo sono ormai sempre più evidenti, da parte dell’allenatore e pure dei giocatori.
Solo la società per il momento non si espone pubblicamente, ma se la posizione di Allegri sembra al sicuro, anche grazie al ricchissimo contratto che il tecnico livornese ha firmato la scorsa estate fino al 2024, non è caduto nel vuoto il duro attacco dello stesso allenatore al gruppo dopo la partita di Verona: “Con 15 punti bisognerebbe vergognarsi. Stiamo zitti e pensiamo a ripartire” l’affondo di Max Allegri, che ha contestualmente deciso di mandare la squadra in ritiro presso il JHotel della Continassa.
L’allenatore, al momento di accettare la proposta di tornare sulla panchina della Juventus dopo due anni, era certo consapevole che si sarebbe trovato tra le mani una rosa meno competitiva di quella che aveva lasciato, anche alla luce dell’addio di Cristiano Ronaldo, concretizzatosi a fine agosto, ma nell’aria da diversi mesi. Nessuno, però, Allegri in testa, si sarebbe immaginato un crollo di tale portata, con 16 punti di ritardo accumulati dalle prime due della classe in appena due mesi di campionato.
Dybala contro Allegri: “Siamo troppo difensivi”
A rendere ancora più delicato il clima ci sono però i malumori dello spogliatoio nei confronti dello stesso Allegri e del suo stile di gioco.
Malumori sempre più diffusi, dei quali si è fatto portavoce Paulo Dybala. Il numero 10 bianconero aveva già invitato l’allenatore ad avere più coraggio dopo il pareggio rocambolescamente conquistato contro l’Inter grazie a un calcio di rigore allo scadere. “Non possiamo giocare sempre per segnare solo un gol” aveva dichiarato l’argentino a fine match.
Una critica reiterata, questa volta all’interno delle mura dello spogliatoio, dopo la partita di Verona. A riportare la notizia è ‘La Gazzetta dello Sport’, secondo la quale Dybala non sarebbe l’unico giocatore scontento delle tattiche di Allegri, al quale i giocatori rimproverano di non trasmettere quella mentalità offensiva necessaria per risalire la classifica e più adatta a una squadra come la Juventus.
Anche perché, si sa, una difesa troppo bassa e assenza di pressing significano non solo “attirarsi” gli avversari nella propria metà campo, ma anche tenere la squadra troppo lunga e isolare così gli attaccanti, che si ritrovano troppo spesso da soli e in inferiorità numerica rispetto ai difendenti avversari, sia nelle ripartenze che nelle azioni d’attacco manovrate. Da qui, i pochi gol realizzati, appena 15 nelle prime 11 giornate di campionato.
Dall’altra parte, sempre secondo ‘La Gazzetta delllo Sport’, il tecnico non avrebbe fatto mistero di essere deluso per il rendimento di diversi giocatori: tra questi, Morata, Bentancur, Kulusevski, Rabiot, Kean e Arthur, dai quali il tecnico si sarebbe aspettato un apporto ben diverso e prestazioni di un altro spessore.
Juventus, cosa può cambiare contro Zenit e Fiorentina
Insomma, il gruppo ha votato contro le scelte tattiche di Allegri, chiamato a prenderne atto nonostante la fiducia della quale il tecnico gode da parte della società. Le partite contro Zenit e soprattutto Fiorentina, prima della sosta, potrebbero essere i primi banchi di prova. L’emergenza infortuni in attacco è un alibi per Allegri, che dovrà però raccogliere l’appello del gruppo provando fare coesistere Cuadrado, Chiesa, Dybala e Morata, magari in un 4-2-3-1 decisamente più offensivo, che veda a centrocampo uno tra McKennie e Bentancur in coppia con Locatelli.
Gli esclusi dalla formazione titolare sarebbero Arthur, Bernardeschi e Rabiot, questi ultimi due utilizzabili a gara in corsa anche sugli esterni per assicurare più equilibrio e copertura in fase di non possesso.