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Juve: inchiesta Prisma, si va in Cassazione. E c'è la data in cui si decide sul -15

Giornata campale per la Juventus al tribunale di Torino davanti al Gup Marco Picco nella seconda udienza preliminare del processo sull'inchiesta Prisma. Novità anche sul fronte sportivo.

10-05-2023 13:27

Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

C’era grande attesa per la seconda udienza preliminare del processo che vede la Juventus accusata sul fronte della giustizia ordinaria per le plusvalenze e i conti durante il periodo Covid in seguito all’inchiesta Prisma. Alla fine di un’altra giornata campale il gup Marco Picco ha interpellato la Suprema Corte di Cassazione affinché decida sulla questione di competenza territoriale sollevata dalle difese secondo cui il processo dovrebbe essere spostato a Roma o Milano. Il giudice ha anche fissato la data della ripresa dell’udienza preliminare il 26 ottobre.

Il processo Juve, la seconda udienza

Dopo il rinvio dello scorso 27 marzo alla fine della prima udienza preliminare, oggi si è tenuta nell’aula bunker del Palazzo di Giustizia Bruno Caccia di Torino, la seconda udienza preliminare davanti al Gup Marco Picco. La Juventus è indagata nell’ambito dell’inchiesta Prisma sui bilanci dal 2019 al 2021. Oltre la Juve, indagata come persona giuridica, tra gli indagati ci sono l’ex presidente Andrea Agnelli, l’allora ex vice Nedved, l’ex ad Arrivabene e l’ex dg Paratici. A portare avanti il procedimento per l’accusa, che ricordiamo ha visto il burrascoso addio del pm Santoriello, i colleghi del pool che negli anni ha lavorato al caso: il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il sostituto Mario Bendoni. A difendere il club bianconero oltre l’avvocato Bellacosa anche l’avvocato Davide Sangiorgio.

Spostamento processo: rinvio a Cassazione e nuova data

Voci e indiscrezioni confermate. Il gup ha deciso di rimandare alla Corte di Cassazione la decisione sulla competenza territoriale in merito al processo sull’inchiesta Prisma, che riguarda la Juventus e i suoi dirigenti. In attesa della decisione della Suprema Corte, la nuova udienza è fissata per il 26 ottobre.

Juve, nuovo rinvio processo: le parole dell’avvocato Bellacosa

Così alla fine della seconda udienza preliminare, si è espresso il legale della Juventus Maurizio Bellacosa:

Ce lo aspettavamo, abbiamo riproposto oggi l’eccezione di competenza territoriale che avevamo formulato già il novembre scorso e abbiamo chiesto che la vicenda sia esaminata dall’autorità giudiziaria di Milano in prima battuta e in subordine di Roma. Il giudice ha valutato seria la questione, in maniera molto ragionevole ha rimesso la questione alla corte di Cassazione

Comunque soddisfatto anche il procuratore aggiunto Marco Gianoglio all’uscita dall’aula del tribunale: “Avevamo chiesto che il processo rimanesse a Torino, ma il giudice ha deciso in conformità alla legge. Noi siamo fiduciosi che continueremo qui, siamo sereni del nostro lavoro, aspettiamo l’esito della decisione della Cassazione.

La Juventus chiede l’esclusione delle parti civili: il fondo Lafico

La difesa della Juventus ha chiesto l’esclusione di numerosi parti civile, tra cui Codacons, associazioni consumatori, alcuni azionisti e il fondo Lafico. In particolare la costituzione al processo di quest’ultimo è stata una delle sorprese di questa seconda udienza preliminare. Lafico, acronimo di Libyan Arab Foreign Investiment Company, era un fondo libico governato allora dalla famiglia Gheddafi entrato come azionista nella Juve agli inizi degli anni 2000 con una quota pari al 5% poi scesa con gli anni e la caduta del regime, all’1%. Il fondo libico ha quantificato in due milioni di euro la richiesta di risarcimento danni.

Il Gup Marco Picco dopo la prima sospensione ha deciso l’ammissione come parti civili di: Consob, il Codacons e il Movimento consumatori e del fondo libico Lafico. Altri azionisti sono stati invece estromessi. Rigettate invece le costituzioni contro il club, accolte solo quelle contro gli amministratori. Ammesso il piccolo azionista Bava.

Processo Juve: la richiesta delle parti civili, lo scudetto 2019 al Napoli

Continua la battaglia parallela portata in processo da Enrico Lubrano, Carlo Claps, Oreste Pallotta e Angelo Pisani, in qualità di avvocati difensori del Codacons e dell’Associazione Club Napoli Maradona che in una nota hanno rivendicato ancora una volta la loro posizione sull’assegnazione dello scudetto del 2018/2019 al Napoli proprio in luogo della Juve, ancor di più ora alla luce delle motivazioni rese note dal Collegio di Garanzia del Coni dell’altro giorno:

“La Juventus ha alterato la regolarità del Campionato 2018-2019. Risulta, pertanto confermato l’accertamento della avvenuta alterazione della regolarità del Campionato 2018-2019 da parte della Juventus, presupposto fondamentale per la richiesta di revoca dello Scudetto 2019 e della sua assegnazione al Napoli (giunto secondo), formulata con il ricorso al TAR Lazio depositato lo scorso 31 marzo 2023 per conto del Codacons e della Associazione Club Napoli Maradona”

Perchè la Juventus chiedeva lo spostamento del processo

I legali della Juve hanno chiesto lo spostamento della sede del processo a Milano o a Roma perchè l’ipotesi di reato di manipolazione del mercato si sarebbe consumato da un lato, nel capoluogo meneghino in quanto sede della borsa, oppure nella Capitale in quanto a Roma ci sono i server della stessa, essendo la Juventus una società quotata. Tra le varie cose, la Juve avrebbe così ancora più tempo per preparare la strategia difensiva. Ma sempre secondo il pool difensivo bianconero non di certo a Torino dalla cui Procura è comunque partita l’inchiesta Prisma.

Di contro la procura di Torino ritiene che i reati bianconeri si siano consumati nella sede della Juventus a Torino, dalla quale sarebbero partiti le false comunicazioni per il mercato e la borsa oltre ai comunicati sulle manovre stipendi incriminate, quando una dipendente della Juventus ha caricato sulla piattaforma l’avviso relativo al bilancio del 30 giugno 2019: il reato sarebbe attribuibile a una persona fisica e non a un software.

Juve, il 22 maggio si saprà sul -15 chiesto dalla procura

La Corte federale di appello della Figc ha fissato per lunedì 22 maggio l’udienza per la rivalutazione della sanzione alla Juventus per il caso plusvalenze. Il 20 aprile il Collegio di Garanzia del Coni aveva rinviato alla corte il procedimento, per la ridefinizione del -15 inizialmente inflitto ai bianconeri.

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