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Rivolta contro le nazionali, ecco chi paga di più: bufera social

Infortuni, rientri difficoltosi, contagi: il bilancio della sosta di ottobre è durissimo per tutte le big. Monta la protesta contro Uefa e Fifa.

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Più che una pausa, è un rullo compressore di impegni. Con i calciatori convocati per giocare due o addirittura tre partite in pochi giorni, costretti a rientri difficoltosi, spesso e volentieri infortunati. Il bilancio della sosta di ottobre, che per alcuni big della serie A deve ancora concludersi (stanotte è in programma un’altra giornata dell’infinito girone di qualificazione sudamericano), è stato pesantissimo. Con tutte le ‘grandi’ coinvolte.

Da Abraham a Rabiot, tutti i big infortunati

L‘Inter piange per l’infortunio di Correa con l’Argentina e tira – per ora – un sospiro di sollievo: anche Lautaro ha saltato una partita per un affaticamento, anche se ora l’allarme sembra rientrato. Non sta meglio il Milan, anzi. In un colpo solo i rossoneri hanno perso Maignan (che potrebbe rientrare nel 2022) per un infortunio al polso e Theo Hernandez (Covid). Positivo anche un calciatore della Juventus, Rabiot. Infortunato pure il centravanti della Roma, Abraham, in dubbio per la supersfida proprio coi bianconeri.

Rientri last minute per tanti campioni della A

E poi c’è la storia dei rientri, in alcuni caso a ridosso del fischio d’inizio delle partite di campionato e dopo che i calciatori hanno fatto migliaia e migliaia di chilometri in volo da un altro continente. È il caso dello stesso Lautaro, ma anche di Bentancur, Cuadrado, Ospina. E c’è anche chi, come il napoletano Osimhen, ogni volta che va a giocare con la Nigeria incappa in qualche “problema”: tra coincidenze perse, voli saltati e altri inghippi, stavolta è rientrato dall’Africa con due giorni di ritardo.

La sosta per le nazionali finisce nel mirino

“Stanchi o rotti: si gioca”. Così titola il Corriere dello Sport, alludendo ai tanti calciatori stremati dai lunghi viaggi e dai tanti impegni ma costretti gioco forza a scendere nuovamente in campo per le loro squadre di club. Il giornalista Fabrizio Biasin, invece, scrive su Twitter: “Infortuni, positività, rientri a 5 ore dall’inizio dei campionati, invasioni di cavallette: tutto per fare 4 soldi in più. Le soste per le Nazionali (non la Nazionale, le soste in serie) sono una iattura che pesa solo sulle spalle dei club. Prima rivedono i calendari meglio è”.

Tifosi in rivolta contro la Fifa e l’Uefa

E i tifosi? Anche loro sono esasperati. “È ora che si mettano di traverso società forti, basta mandar via i propri dipendenti per queste pericolose perdite di tempo”, propone un interista. “Ma poi fai la Coppa America praticamente ogni anno, Coppa d’Africa ogni due, sta cavolo di Nations League: ora basta”, tuona un altro fan. “Le società comincino tutte unite a non mandare più i propri tesserati con le nazionali. Dice: ‘Ma non lo faranno mai!’. E allora muti… Pavidi”, è la riflessione disincantata di un altro appassionato. Qualcuno propone: “Da fine agosto fino ad aprile campionati e coppe, maggio e giugno dedicati alle nazionali”. Un altro avverte: “Tra meno di un mese ne abbiamo un’altra di pausa”.

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