Inizia il conto alla rovescia per l’esordio nella Serie A 2024/25 della Roma di Daniele De Rossi, che affronterà il Cagliari all’Unipol Domus. Alla vigilia del match, l’allenatore giallorosso ha parlato in conferenza stampa, offrendo una panoramica sulla condizione della squadra e sul calciomercato.
Al centro dell’attenzione, la situazione di Paulo Dybala, che potrebbe lasciare la Capitale dopo esser finito nel mirino dell’Al Qadsiah, club saudita intenzionato a offrire una cifra importante per assicurarsi il talento argentino. Nei giorni scorsi, De Rossi ha affrontato con franchezza la questione del possibile addio de la Joya, dichiarando: “Io non lego nessuno, chi vuole andar via è libero di farlo”. Oggi, a poche ore dall’inizio del campionato, il tecnico giallorosso è tornato nuovamente sull’argomento.
- De Rossi chiarisce la situazione Dybala
- Il tecnico giallorosso: "Voglio vedere entusiasmo e dedizione al lavoro"
- De Rossi, le parole sul resto del mercato e su Dovbyk
De Rossi chiarisce la situazione Dybala
Daniele De Rossi ha parlato subito della questione Dybala: “Non ci sono indisponibili contro il Cagliari. Paredes, squalificato, giocherà con la Primavera per mettere minuti nella gambe. Dybala? Abbiamo sentito che c’è qualcosa, ma viene con noi, senza problemi. Tutti i giocatori hanno situazioni aperte di mercato”. E sull’eventuale perdita dell’argentino: “Paulo è un giocatore forte. Quello che dovevo dire l’ho detto alla società e al giocatore, sono sempre presente con i miei giocatori. Niente e nessuno è più importante della Roma stessa e io non ho nessun secondo interesse od obbligo. Io voglio fare una squadra forte e risultati buoni”.
Il tecnico ha proseguito: “Io non sono più un tifoso, anche se lo sarò sempre. Parlo con delicatezza di alcuni argomenti che per i tifosi sono importantissimi. Da allenatore non posso commentare delle voci. Neanche un dirigente potrebbe parlare nello specifico adesso. Non ho bisogno di qualcuno che parli al posto mio. Il Napoli ha venduto giocatori come Insigne e Mertens, poi ha vinto lo scudetto. Si può anche vendere per diventare più forti”.
Il tecnico giallorosso: “Voglio vedere entusiasmo e dedizione al lavoro”
De Rossi ha proseguito facendo il bilancio sul ritiro e le sue emozioni alla sua prima stagione dall’inizio con la Roma: “Spero di continuare a vedere entusiasmo e dedizione al lavoro. Nella prima fase c’erano ragazzi giovani, alla fine tutto bene, è stata fantastica. Sappiamo che non saranno gli stessi il 2 settembre. Il sogno è riuscire a riportare questa squadra più in alto possibile”. E su Soulé: “Negli Under 23 è il primo in tutte le statistiche. Noi dovremo essere bravi a metterlo a suo agio”.
Il tecnico sul parere della piazza: “Le scelte sono mie, la società analizza, ma le scelte sono le mie e del direttore. Qui si ha il piacere che la gente sia contenta, io anche ho preso insulti social e ho le mie convizioni tecniche”. Proprio riguardo i social: “Dò poco peso anche se poi ti danno tanto. Nel quotidiano non mi direbbero ciò che mi hanno scritto. Non gli auguri un tumore. A volte sono dei subumani, altre volte ragazzini e lasci correre. Spero di essere amato sempre, sapevo che da allenatore qualcosa potesse cambiare. Nessuno mi ha mai amato come i tifosi della Roma ma mai nessuno mi ha mai fatto così male“.
De Rossi, le parole sul resto del mercato e su Dovbyk
L’allenatore della Roma ha fatto il punto sul resto del mercato: “Ho detto ai giocatori che sono consapevole si tratti di un momento delicato, ma dobbiamo pensare al Cagliari. Ho detto che se qualcuno fosse stato distratto me lo poteva dire. Dunque, se io qua parlo di mercato faccio il contrario di ciò che ho detto a loro. Con la squadra ho parlato. Le caratteristiche che chiedo sono sempre le stesse”.
Infine, su Dovbyk: “Non ha caratteristiche così diverse da Lukaku. È un finalizzatore forte, veloce, abbastanza pulito e che attacca bene lo spazio. Stiamo cercando di non dargli troppe indicazioni perché mi sono reso conto che all’inizio del ritiro gli davamo troppe cose. Le Fée i primi giorni voleva fare troppe cose ma poi dimenticava cosa fare per la squadra”.