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Roma-Lazio: Mancini cosa rischia dopo bandiera col ratto, Procura apre fascicolo

Lo scontro tra l'argentino e il francese nel derby ha risvolti antichi, il match winner della Roma nel caos: aariva anche la condanna di Caceido

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Non si è davvero fatto mancare niente il derby di Roma, nei 90′ in campo come nel post-partita, sugli spalti e fuori lo stadio. Prima gli incidenti con gli scontri tra le due tifoserie, poi la gara accesissima con l’arbitro che ha avuto il suo bel da fare per sedare gli animi in campo (otto ammoniti), quindi la rissa tra Dybala e Guendouzi, l’esultanza del match winner Mancini che ha sventolato una bandiera della Lazio con l’immagine di un ratto come offesa ai tifosi biancocelesti, infine il caso-Radu.

Mancini si scusa sui social dopo esultanza alla fine di Roma-Lazio

Quando ha capito di averla fatta grossa, Mancini ha voluto scusarsi sui social. “Non volevo offendere nessuno – le parole di Mancini sul suo gesto -, ho esultato con i miei tifosi. Un po’ di goliardia ci può stare, sono partite intense. Ho preso la prima bandiera che mi hanno dato, ma sono cose che nascono e finiscono lì. Senza mancare di rispetto a nessuno chiedo scusa, volevo solo festeggiare con i tifosi”.

Caicedo a Mancini: “Sei imbarazzante”

Non solo Immobile: non accetta le scuse anche un celebre ex Lazio, ovvero Felipe Caicedo. L’ex attaccante biancoceleste ha commentato il gesto sui social, con una sola frase: “Mancini sei imbarazzante”, scatenando la reazione dei tifosi giallorossi e l’approvazione di quelli biancocelesti.

Cosa rischia Mancini per il gesto a fine Roma-Lazio

Il giocatore della Roma ora rischia una multa o una squalifica. Tutto dipende se la Procura federale riterrà che ci sono i margini per aprire un’indagine in base all’articolo del 4 del Codice di Giustizia Sportiva che fa riferimento al dovere di tenere una condotta generale rigorosamente ispirata “ai principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”.

I precedenti non sono a suo favore. Due anni fa finirono sotto investigazione i calciatori del Milan che, a bordo del bus, durante la festa per lo scudetto, mostrarono un piccolo striscione rivolto agli interisti sul quale c’era scritto: “La Coppa Italia mettila nel cu*o”.

Il riferimento era alla conquista da parte dei nerazzurri del trofeo tricolore conquistato vincendo contro la Juve. Quello che per i giocatori e i tifosi rossoneri era solo uno sfottò molto colorito venne invece ritenuto un atteggiamento da biasimare e punire: la vicenda si chiuse con un patteggiamento e il pagamento di ammende da parte dei calciatori e del club per responsabilità oggettiva. Epilogo identico ci fu anche per Zaniolo che, nel corso dei festeggiamenti per la vittoria della Conference League, impugnò il microfono mentre era sul pullman scoperto e si spinse oltre i limiti della decenza perché “intonò a gran voce un coro dal contenuto ingiurioso e offensivo verso la società Ss Lazio”.

Gravina informa che la Procura federale è al lavoro

Interpellato in merito alla vicenda-Mancini, il presidente della Figc Gravina ha detto: “Non ci sono commenti se non che sono stato informato che la procura ha aperto fascicolo ed è quindi in atto una verifica”.

Il gesto di Dybala a Guendouzi in Roma-Lazio

Meno grave quanto accaduto in campo tra Dybala e Guendouzi. Dopo un duro contatto i due vanno a terra insieme e scatta la rissa con l’argentino che poi mostra i parastinchi al biancoceleste. I due vanno testa a testa e volano gli insulti. Arrivano poi i compagni a dividerli. Cosa c’entrano i parastinchi? Semplice, sono i parastinchi dove c’è la foto della Coppa del Mondo vinta dall’Argentina nel 2022 proprio contro la Francia. Dybala nella finale in Qatar, era in panchina, è entrato nel recupero dei supplementari al posto di Tagliafico per battere e segnare un rigore della lotteria decisiva. Con quel gesto la Joya ha voluto ricordare a Guendouzi che i campioni del mondo sono gli argentini.

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