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Sei Nazioni Italia, dentro Gesi e Lucchesi contro la Francia. Quesada: "Attaccarli per non farsi travolgere"

Due cambi nel XV azzurro che domenica all'Olimpico sfiderà la Francia: esordio da titolare per Gesi (out Ioane per infortunio), Lucchesi rileva Nicotera

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Due novità di formazione nell’Italia che domenica (ore 16) all’Olimpico proverà a piegare la resistenza dei cugini transalpini nella terza giornata del Sei Nazioni. Due cambi in qualche modo obbligati per Quesada, quantomeno uno, considerata l’assenza per infortunio di Monty Ioane, al cui posto all’ala giocherà Simone Gesi. L’altro cambio è una sorta di staffetta, con Gianmarco Lucchesi che subentra al posto di Giacomo Nicotera, che a differenza di quanto visto col Galles partirà inizialmente dalla panchina nella staffetta prevista a inizio ripresa.

L’Italia ha una sua fisionomia: Quesada dixit

Per il resto, Quesada ormai ha dato un volto e una fisionomia ben definita al XV azzurro: ci sarà ancora Tommaso Allan nel ruolo di estremo, con Ange Capuozzo (nato in Francia e giocatore di Tolosa) confermato all’ala, pronto a esplodere la sua imprevedibilità al cospetto di un avversario che conosce come le sue tasche, dato che gran parte dei francesi giocano nel Top 14 (il campionato nazionale). Brex e Menoncello intoccabili al centro, così come Paolo Garbisi all’apertura e Page-Relo mediano di mischia.

In terza linea Lorenzo Cannone, Lamaro e Negri rappresentano il solito usato sicuro, con Federico Ruzza e Niccolò Cannone in seconda linea e la prima composta da Fischetti e Ferrari piloni e Lucchesi tallonatore. In panchina si rivede Mirco Spagnolo, al rientro dalle 5 settimane di squalifica, e con lui anche Giosuè Zilocchi, preferito a Riccioni. Confermato il 6+2 già ammirato nelle precedenti due uscite: Quesada prosegue nella linea della continuità, a riprova del fatto che le due prove con Scozia e (soprattutto) Galles gli hanno lasciato in dote buone sensazioni e una traccia sulla quale proseguire il lavoro.

Esperienza dalla panchina, ma che chance per Gesi!

Proprio il commissario tecnico ha spiegato le scelte fatte a 48 ore dal match dell’Olimpico, valevole anche per il Trofeo Garibaldi. “Ho deciso di far giocare Lucchesi perché se lo merita e perché ha sempre fatto bene da subentrato. Era giusto dargli una chance, sono certo che saprà sfruttarla. Abbiamo inoltre bisogno di gente esperta che entri dalla panchina, e allora ben venga Nicotera che potrà dare nuova linfa in un momento importante dell’incontro. Ma come lui anche Zuliani, Favretto, Spagnolo e Vintcent. L’abbiamo studiata in questo modo, speriamo di averci visto lungo”.

Gesi, che aveva debuttato a Edimburgo tre settimane fa, ha convinto Quesada a dargli una chance dall’inizio in virtù dell’infortunio di Ioane. “La stagione che sta facendo a Parma è sotto gli occhi di tutti, non credo debba aggiungere altro. Simone sa quello di cui andiamo in cerca: ha caratteristiche un po’ diverse da Ioane, ma dovrà fare un lavoro simile. Perché la 6+2 in panchina? È la soluzione con la quale riusciamo a convivere meglio. Il 7+1 è troppo rischioso, se venissero meno due trequarti sarebbero guai enormi a questo livello”.

La Francia vara il 7+1: Galthié estremizza la panchina

Proprio la scelta di Galthié di procedere con una panchina formata da 7 avanti e un trequarti ha fatto parecchio discutere, ma Quesada non s’è fatto intimorire. “Probabilmente è una soluzione sperimentale in vista della loro sfida con l’Irlanda, non credo che sia una scelta specifica contro di noi. La Francia ha un grande pacchetto di mischia, è forte fisicamente nel drive, quindi vorrà spingere sotto questo aspetto e trovo la cosa normale.

Hanno un potenziale enorme in ogni zona del campo, per cui è lecito aspettarsi di tutto. Come fermare Dupont? Difficile, perché ha dimostrato di essere il miglior giocatore del mondo e rappresenta una minaccia sia quando calcia che quando muove l’ovale. Dovremo rendergli la vita difficile, ma uno come lui fatichi a contenerlo”.

Un’Italia all’attacco: “Non possiamo aspettarli”

Infine, Quesada ha voluto ribadire che per lui l’Italia vista col Galles è stata una bella Italia. “A Roma erano anni che non si giocava sotto un temporale così fastidioso. Hanno detto che abbiamo attaccato il Galles con pochissimo possesso, ma cos’altro avremmo dovuto fare? Li abbiamo costretti sempre ad andare sotto pressione, conquistando calci e mettendo dentro punti pesanti.

In condizioni normali l’idea è di muovere tanto l’ovale e provare ad attaccare alla mano, ma con quella pioggia sarebbe stato rischiosissimo. Lavoriamo tantissimo per migliorare su avanzamento, inerzia per creare break e ottimizzare i palloni più interessanti. Se aspettassimo la Francia nella nostra metà campo sarebbe la fine: dovremo attaccarli e metterli sotto pressione il più a lungo”.

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