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Sacchi senza freni, pesanti accuse a Donnarumma e al PSG

L’ex allenatore del Milan e della Nazionale si è espresso senza mezze misure in merito alla progettualità del club parigino e alle scelte dell’estremo difensore azzurro.

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Ha fatto parecchio rumore l’uscita dalla Champions League del PSG, squadra che, nel ritorno degli ottavi contro il Real Madrid, non è riuscita a strappare il pass per la fase successiva dilapidando in 17 minuti il doppio vantaggio acquisito nei precedenti 150 minuti del confronto.

Sul tema non sono mancati dibattiti, polemiche e nemmeno pareri illustri. Uno degli ultimi in questo senso è stato quello di Arrigo Sacchi, ex tecnico della Nazionale, che parlando del club francese ci è andato giù piuttosto pesante.

Sacchi e il progetto del PSG

Intervistato dal Corriere della Sera, Sacchi si è scagliato in primis contro l’assenza di progettualità e le manchevolezze gestionali del PSG.

“Quello del PSG non è un progetto. Come ha detto George Bernard Shaw, il calcio è l’arte di comprimere la storia universale in 90 minuti. Nel calcio, come nella vita, il talento non basta. Come non bastano i soldi. Il denaro, se non è gestito bene, con intelligenza, in uno spogliatoio come in un ufficio qualunque è un problema, ti torna contro. Se mancano società e allenatore, le troppe differenze di stipendio e i privilegi spesso fanno esplodere gli spogliatoi, perché creano invidie e rivalità” ha dichiarato duro Sacchi per il quale la ricetta vincente è solo una.

È il gruppo che vince, mai l’individuo. Il gioco e l’organizzazione sono come la trama per uno scrittore e lo spartito per un musicista. Il segreto di tutto sono le idee. Sempre, ovunque. E di idee al Psg ne vedo poche”.

Sacchi sulla scelta di Donnarumma

L’ex allenatore della Nazionale ha poi preso in esame anche il caso di Gianluigi Donnarumma condannando difatti la sua decisione estiva di lasciare il Milan per sbarcare in Francia.

Ha sbagliato a scegliere i soldi. L’ho detto anche a suo padre e sua madre, l’estate scorsa, qui a Milano Marittima. Doveva restare al Milan non tanto per riconoscenza ma perché era il posto ideale per crescere” ha detto Sacchi.

“Mai lasciare i posti in cui si sta bene. Ma resta un grande campione, lo conosco da quando era poco più che un bambino, nelle Nazionali giovanili. Si rialzerà”.

Sacchi su Messi e le italiane in Europa

Sacchi poi ha voluto dire la sua sul caso di Messi, un’altra grande stella del PSG che, secondo lui, sotto la Torre Eiffel non sta vivendo giorni bellissimi.

Messi non è a suo agio. Conta anche il fatto che non è più un ragazzino, l’età inizia a sentirsi” ha affermato il nativo di Fusignano.

“I campioni di una volta riuscivano a compensare col carattere, la personalità. Oggi meno. Mi viene in mente Maradona. La sua intelligenza superiore gli consentiva di essere centrale rispetto alla squadra anche quando non stava bene”.

Chiosa finale per il calcio italiano in Europa e sull’impressione che le nostre squadre stanno dando nelle competizioni continentali.

“Ci stiamo avvicinando. Ma serve ancora più coraggio. L’Inter a Liverpool ha fatto una grande partita, ma doveva osare di più nel finale. Bisogna essere padroni del gioco e per farlo non si può avere un sovrannumero di giocatori in difesa”.

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