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Scherma, Bebe Vio racconta l'operazione pre-Tokyo e l'applauso in Parlamento

La campionessa paralimpica azzurra: "Sono uscita dall'ospedale 119 giorni prima della mia gara ai Giochi e ce l’ho fatta".

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Scherma, Bebe Vio racconta l'operazione pre-Tokyo e l'applauso in Parlamento Fonte: Getty Images

Bebe Vio è stata protagonista delle Paralimpiadi nonostante la malattia che l’ha colpita poco prima di partire per Tokyo. La campionessa è tornata sull’argomento e ha spiegato come ha affrontato quel periodo: “È stato difficilissimo, ma ho avuto la fortuna di avere una famiglia pazzesca e un sacco di amici che mi hanno dato una mano. Mi sono rinchiusa un po’ nel mio mondo ed è una cosa che solitamente non faccio: sto sempre in mezzo alla gente, ma in questa occasione è stata veramente tosta. Mi sono letteralmente chiusa in una casa e questa cosa non la sapeva praticamente nessuno, a parte i miei allenatori, la mia famiglia e i miei amici più stretti. Non volevo dire niente non solo per non dare vantaggi ai miei avversari, ma anche perché a livello morale non lo stavo accettando”.

“Sembrava tutto a posto, poi mi hanno dato questa notizia e mi hanno detto che era necessaria l’operazione. Ho detto che dovevo andare alle Olimpiadi, mi hanno risposto che non c’era tempo e allora è stata veramente tosta. Una delle cose più difficili è stata trovare il coraggio di chiamare i miei allenatori per dire che mi sarei operata l’indomani. L’altra parte tosta è stata tornare a casa: pesavo di meno, avevo perso parecchi chili, non avevo più muscolatura. I miei allenatori mi sono stati vicini e hanno fatto sì che potessi ripartire. Sono uscita dall’ospedale 119 giorni prima della mia gara a Tokyo e ce l’ho fatta”.

La schermitrice azzurra ha parlato dell’emozione vissuta in occasione della standing ovation riservatale dall Parlamento Europeo: “In realtà era un invito a cena. È stato bellissimo, ho conosciuto tutto il background di Von der Leyen e questo me l’ha fatta apprezzare ancora di più. Abbiamo parlato di tantissime cose, lei voleva sapere di più sul mondo paralimpico, come funziona la cultura paralimpica e la cultura della disabilità in Italia. Mi ha fatto piacere che abbia voluto affrontare questi temi con me. Mi è piaciuta veramente tanto, lei è una leader pazzesca: ti chiede ciò che non sa e vuole sapere quali sono i problemi e cosa si può fare per risolverli. Già mi piaceva, ora mi piace ancora di più”.

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