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Scherma, il Ct del fioretto Cerioni esonerato dopo i furti olimpici subiti: "Decisione ingiusta". È polemica

Durissimo post del tecnico che snocciola i risultati conseguiti durante il suo mandato e accusa la Federazione: "Sbagliato e illogico non confermarmi per una scommessa".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Ha scelto i social per manifestare tutta la rabbia e l’amarezza per una decisione che ha spiazzato in tanti. Stefano Cerioni, il baffuto e vulcanico Commissario tecnico dell’Italia del fioretto, non sarà confermato. Lo ha deciso la Federazione di Scherma per puntare invece – parole riportate dallo stesso Cerioni – su una scommessa: Simone Vanni. Il tecnico silurato, ovviamente, non l’ha presa bene. E non lo ha nascosto. Del resto, lui si è sempre esposto in prima persona. Anche contro gli arbitri, gli stessi che alle ultime Olimpiadi avevano compattato tutti: nessuno, infatti, metteva in discussione che l’Italia fosse stata tartassata.

Fioretto, esonerato il Ct Stefano Cerioni

E invece evidentemente adesso qualcuno pensa che la colpa dei mancati ori fosse (anche) di Cerioni. “Sessantaquattro medaglie d’oro, 42 d’argento, 46 di bronzo, 152 podi totali tra Coppa del Mondo, campionati Europei e Mondiali, e Olimpiadi. Questi sono i risultati della mia gestione alla guida del fioretto maschile e femminile dal 2021 fino agli ultimi trionfi nelle gare di Torino della scorsa settimana. Li rivendico nel momento in cui la Federazione ha deciso di non confermarmi nel ruolo di commissario tecnico“, è l’incipit al vetriolo del durissimo post su Instagram dell’ormai ex Ct.

L’immagine con l’attacco agli arbitri a Parigi

La scelta dell’immagine a corredo non è casuale, c’è Cerioni che sembra puntare il dito contro l’arbitro di Hong Kong che – di fatto – decise la finale del fioretto individuale maschile penalizzando l’azzurro Macchi. “La vanità non mi appartiene, il lavoro sì”, continua Cerioni. “Voglio farlo per il rispetto morale e professionale che devo a me stesso e alle atlete e agli atleti, alle maestre e ai maestri e a tutti i componenti dello staff – nessuno escluso – che con il loro impegno e le loro capacità hanno contribuito al raggiungimento di traguardi che solo l’Italia può vantare nel mondo. La competizione fa parte della mia vita da mezzo secolo”.

Cerioni non si dà pace: “Al mio posto una scommessa”

Lo sfogo del tecnico continua: “In pedana o a bordo pedana cambia niente, perché il tentativo di battere l’avversario è una sfida che richiede studio, passione, tenacia, intelligenza, capacità e voglia di migliorare. Sempre. A patto però di avere l’avversario di fronte e non dentro casa. Ritengo ingiusta, sbagliata e illogica la decisione della Federazione di non confermarmi alla guida del fioretto maschile e femminile. Mi è stato detto che si tratta di una scommessa. Parola fuori posto in un contesto dove contano i valori dello sport nel senso più alto del termine. Valori che non contemplano giochi di potere o labirinti politici”.

L’Italia del fioretto cambia, tanti messaggi per Cerioni

Il finale è amaro: “Noi non abbiamo trovato il tesoro senza muovere la terra. Io, le atlete, gli atleti e lo staff abbiamo costruito e cementato un gruppo compatto e granitico che porta soddisfazioni e trofei a se stesso e all’Italia. Lo dico con orgoglio e senza falsa modestia: lascio il fioretto molto meglio di come l’ho trovato“. E a corredo tanti messaggi, innumerevoli commenti, eccezionali attestati di stima nei confronti dell’uomo e dell’allenatore. Questa proprio non se l’aspettava, Cerioni. Forse è più amareggiato adesso rispetto a Parigi, dopo quegli ori a cinque cerchi scippati alla sua Nazionale.

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