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Fioretto, coach Cerioni idolo del web: tre argenti, i cazziatoni agli arbitri e le carezze a Foconi e Garozzo

Spopola sui social il vulcanico coach delle Nazionali azzurre di fioretto, grande protagonista nella prima settimana dei Giochi: l'intervista verità col bilancio della spedizione.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Sarà per la sua tempra ruspante, per quei baffetti da pirata o da salumiere di provincia che lo rendono simpatico al primo sguardo. Sarà perché ha condotto entrambe le Nazionali del fioretto e un azzurro, Filippo Macchi, in tre finali per l’oro: tutte perse. Stefano Cerioni è diventato un idolo del web, una presenza quasi costante per il grande pubblico nelle serate dedicate alle finali di scherma nella prima settimana olimpica. Sì proprio lui, il coach del fioretto, Ct delle selezioni maschile e femminile. Il deus ex machina per l’Italia alle Olimpiadi della più nobile delle arti della scherma. Idolo del web, lui che coi social non ha proprio un rapporto entusiasmante.

Chi è Stefano Cerioni: la carriera del coach del fioretto

Una leggenda della scherma, Cerioni. Nato nel 1960 a Madrid, ma in realtà jesino purosangue. Due ori e un bronzo olimpico nella sua carriera da atleta, impreziosita da un oro, un argento e un bronzo ai Mondiali, oltre che da una lunga serie di titoli minori. Con arbitri e giudici ha sempre avuto un rapporto particolare: nel 1986, per degli insulti al termine di un infuocato incontro ai Mondiali, fu addirittura sospeso dalle competizioni per un anno intero. Fondatore della sala d’armi di Jesi da cui sono venute fuori, tra le altre, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca e Claudia Pigliapoco, ha avuto grande successo anche come coach.

La beffa di Macchi e le frasi urlate agli arbitri della finale

Nel suo curriculum la guida della Nazionale italiana di fioretto dal 2004 al 2012, poi ha allenato la Russia fino al 2016, quindi è stato personal coach di Di Francisca e del ceco Choupenitch. Dal 2021 è tornato in sella al fioretto italiano, rilanciandolo alla grande. “Abbiamo portato a casa tre argenti. Non è andata male, ma potevamo fare meglio”, la confessione alla Gazzetta dello Sport. “Brucia la finale dell’individuale persa da Macchi, come sapete. E brucia anche l’individuale femminile: avevamo tre atlete ai quarti e due sono uscite allo spareggio”. Nel caso di Macchi, Cerioni ne ha dette ancora una volta quattro agli arbitri. Stavolta non lo hanno squalificato: e come avrebbero potuto, visto che aveva ragione?

Gli insulti a Foconi e i problemi di Garozzo: interviene Cerioni

“A questi livelli il minimo particolare può fare la differenza e quindi dobbiamo essere più bravi di quanto non lo siamo stati. Lavoreremo su questo, si può e si deve migliorare”, la promessa in vista dei prossimi appuntamenti che contano, i Mondiali e le Olimpiadi 2028. A proposito di Olimpiadi, un suo ragazzo, Alessio Foconi, è finito nel mirino degli haters dopo il clamoroso 0-5 nelle fasi decisive della finale per l’oro col Giappone: “Non gettiamogli la croce addosso, ma è andata così. Può capitare, in un’Olimpiade”. Carezza anche a un altro allievo, bloccato alla vigilia da un problema di cuore: “Abbiamo dovuto rinunciare al nostro capitano, Daniele Garozzo, per i problemi che sapete. Ma abbiamo saputo reagire anche a questa difficoltà”.

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