Da una croce bianca a una foglia d’acero rossa il passo è relativamente breve: la Streif quest’anno si è tinta di bianco e di rosso, ma non quello dell’Austria, bensì prima quello della bandiera svizzera e poi quello della bandiera canadese, con James Crawford che alle soglie dei 28 anni conquista la prima vittoria in Coppa del Mondo, e per farlo sceglie la gara più iconica di tutto il calendario. Perché la discesa libera di Kitzbuhel è la gara che tutti vorrebbero vincere e che puntualmente diventa il trampolino di lancio per la storia: primo Crawford, secondo Monney, terzo Alexander (altro canadese).
- Crawford, la gara della vita: che beffa per Monney
- Odermatt e von Allmen steccano, bene Hrobat
- Paris, pochi errori ma fatali: è solo 12esimo
- Franzoni, altra conferma: 14esimo scendendo col 53
- Discesa Libera Kitzbuhel: classifica finale
Crawford, la gara della vita: che beffa per Monney
Erano 42 anni che il Canada non vedeva sventolare la foglia d’acero a Kitzbuhel (vinse Todd Brooker). Il merito dell’impresa è tutto da attribuire a un Crawford in stato di grazia, che aveva già messo nel mirino un risultato importante in stagione (quarto in discesa a Beaver Creek, quarto in supergigante a Wengen), ma che la zampata se l’è tenuta per la mattinata sulla Streif. Che ha saputo interpretare alla perfezione soprattutto nella parte iniziale, con l’ingresso sulla stradina che gli ha consentito di guadagnare centesimi su tutti i rivali e di mantenere il gap anche sull’Hausbergkante, riuscendo poi a limitare i danni sulla lunga traversa e sullo schuss finale.
Una prestazione solida e completa con la quale il canadese ha mandato in rovina i sogni di gloria dell’ennesimo svizzero comparso stabilmente nei piani alti della specialità: Alexis Monney per una mezzora ha sognato di vivere finalmente la sua giornata di gloria dopo aver già conquistato la Stelvio di Bormio a fine dicembre, con Odermatt e von Allmen “finalmente” lontani e meno rompiscatole del solito, ma per 8 centesimi s’è visto scalzato da Crawford, dovendosi così accontentare della piazza d’onore. Risultato pesante anche per Cameron Alexander, altro canadese che sta andando forte: 22 centesimi di ritardo dal connazionale, ma un podio che vale tanto.
Odermatt e von Allmen steccano, bene Hrobat
La discesa di Kitzbuhel s’è rivelata insolitamente indigesta per i big più attesi. La gara di Odermatt è stata perfetta soltanto nei primi 15 secondi, perché poi il leader di Coppa del Mondo, nonché vincitore del supergigante di venerdì, ha pasticciato e non è riuscito a trovare mai la giusta scorrevolezza, pagando oltre mezzo secondo di ritardo.
Peggio ha fatto von Allmen, che dopo i “bagordi” di Wengen è sembrato arrivare in Austria con la pancia un po’ piena (nono posto finale). Hrobat al solito ha fatto il suo, guadagnandosi un’altra top 5 dietro all’austriaco Hemetsberger, che in assenza di Kriechmayr ha provato a tenere alto il morale delle truppe austriache (c’è anche Babinsky ottavo). Miglior risultato stagionale per il francese Muzaton, settimo al traguardo.
Paris, pochi errori ma fatali: è solo 12esimo
La Streif s’è rivelata una volta di più indigesta ai colori azzurri, come invero non avevano lasciato ipotizzare le prove dei giorni scorsi. Alla fine il migliore è stato ancora una volta Dominik Paris: dodicesimo posto finale per Domme, vincitore tre volte a Kitz (2013, 2017 e 2019) e attardato tutto sommato di soli 8 decimi dal vincitore di giornata, pensando che la metà ne ha persi sul Larchenschuss dove ha grattato troppo e perso un po’ di velocità (molto bene invece nella parte finale, dove ha fatto registrare la top speed di giornata, recuperando 4 decimi a Crawford).
“So di aver commesso qualche errore e in più punti del tracciato, ed è un peccato vedendo i distacchi contenuti che ci sono stati fino alla 30esima posizione. Potevo fare meglio, ora speriamo di tenerci le cartucce buone per i mondiali”.
Franzoni, altra conferma: 14esimo scendendo col 53
Per fortuna un raggio di luce s’intravede: Giovanni Franzoni, sceso col pettorale 53, ha chiuso in 14esima posizione a un secondo netto di ritardo da Crawford, recriminando per quei 4 decimi lasciati sul secondo intermedio senza i quali avrebbe potuto tranquillamente finire in top 5. Una dimostrazione comunque lampante di un talento che finalmente sta sbocciando, dopo l’ottima prova già mandata a referto in supergigante venerdì.
Florian Schieder ha chiuso appena dietro, Mattia Casse ha fatto più fatica del solito ed è scivolato in coda alla top 20, a poca distanza da Innerhofer (23esimo) che pure ha pagato appena un secondo e mezzo dalla vetta, a riprova di una gara che s’è esposta a qualsiasi possibile sorpresa.
Discesa Libera Kitzbuhel: classifica finale
- 1. CRAWFORD James CAN 1’53″64
- 2. MONNEY Alexis SUI +0″08
- 3. ALEXANDER Cameron CAN +0″22
- 4. HEMETSBERGER Daniel AUT +0″43
- 5. HROBAT Miha SLO +0″51
- 6. ODERMATT Marco +0″55
- 7. MUZATON Maxence FRA +0″59
- 8. BABINSKY Stefan AUT +0″61
- 9. SEJERSTED Adrian Smiseth NOR +0″71
- 9. VON ALLMEN Franjo SUI +0″71
- 12. PARIS Dominik ITA +0″80
- 14. FRANZONI Giovanni ITA +1″01
- 15. SCHIEDER Florian ITA +1″14
- 20. CASSE Mattia ITA +1″42
- 23. INNERHOFER Cristof ITA +1″50