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Scommesse, dopo rivelazioni di Corona è il caos sul web: Signori si sfoga

Mentre si allarga l'inchiesta sulle scommesse illecite, con il possibile coinvolgimento di diversi altri giocatori di serie A, sui social è bufera

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

L’impressione è che siamo appena all’inizio. Prima Fagioli. Poi Tonali e Zaniolo, ora altri dieci giocatori di serie A, alcuni incastrati dalle chat con il centrocampista della Juventus, e domani chissà. Lo scandalo scommesse sta assumendo dimensioni gigantesche e si rischia davvero una seconda Calciopoli, come ipotizzato da Fabrizio Corona.

Corona ha aperto il pentolone scommesse, l’inchiesta si allarga

Dal calcioscommesse dell’80 agli altri casi sporadici più recenti (da Doni a Gianello) il tema scommesse – che ha avuto anche vittime innocenti come Beppe Signori, scagionato dopo un’odissea giudiziaria di anni, si sta riproponendo in maniera drammatica. L’inchiesta si sta allargando a macchia d’olio e sul web è l’inferno.

I tifosi chiedono pene esemplari per chi scommette

Fioccano le reazioni: “Il personaggio Corona non mi è mai piaciuto. Ma sta dimostrando a tutta Italia quanta schifezza ci sia nascosta dietro questo sport bellissimo, che nessuno osava far uscire fuori”, oppure: “È incredibile come giovani ricchi calciatori sono beccati a scommettere su siti illegali: sono insulto ad altri giovani come loro ma che si alzano alle 5 per andare a lavorare. Se colpevoli sospensione per 10 anni” e ancora: “Bel terremoto che si sta per scatenare. Ogni giorno che passa usciranno altri nomi, non si salva nessuno questa volta

C’è chi scrive: “Non è tanto lo schifo, è più la delusione. Ora non facciamo i forcaioli con tutto il mondo del calcio, che le responsabilità sono loro, e di nessun altro” e poi: “Sei giovane, hai soldi, hai fama, hai talento, hai un futuro luminoso davanti. L’unica spiegazione per la quale butti nell’immondizia la tua carriera è che sei malato e devi essere curato” e ancora: “La questione scommesse è una questione sociale. Viviamo in un mondo dove tanti giovani (ma anche adulti) preferiscono buttare soldi nel gioco piuttosto che usarli per loro stessi (o la famiglia).
Le nuove generazioni sono le prime vittime”

Il web è scatenato: “vuoi scommettere? Ci sono millemila siti legali con millemila sport. E no. Scelgono quelli illegali e scommettono sul calcio. Se non è cretinaggine questa..” e ancora: “Prima che da tifoso, lo dico da amante di questo sport, torniamo a parlare di calcio, sta diventando nauseante tutto ciò”.

I tifosi sono nauseati: “Avete la fortuna di vivere quello che per molti bambini e ragazzi rimane spesso un sogno irrealizzato. Guadagnate soldi che in molti nemmeno riuscirebbero a vedere in 2 vite. Eppure non vi basta” e infine: “Ma mi domando avranno giocato e basta…? Oppure sulle partite che giocavano si accordavano pure con quelli che la partita la giocavano per farla andare in un senso o nell’altro? Questo aprirebbe un letamaio ancora più grande”.

Beppe Signori fa intervenire gli avvocati

Nella vicenda è intervenuto anche Beppe Signori, uscito indenne da uno scandalo simile ma dopo un’odissea infinita. L’ex bomber della Lazio scrive su Facebook: “Vi rilascio le dichiarazioni del mio avvocato visti i fatti di questi giorni: “ Da che è uscita la notizia della vicenda Tonali/Zaniolo, il cellulare del mio amico e cliente Beppe Signori non smette più di suonare: sono, soprattutto, giornalisti. Ho detto a Beppe di non rispondere a nessuno. Beppe non sa nulla dell’odierna vicenda e, quindi, perché gli telefonano? La risposta è facile. Ancora una volta la nota vicenda giudiziaria del calcioscommesse 2011 di Cremona entra a gamba tesa nella sua vita e questo è insopportabile anche per me che, prima di essere il suo avvocato, sono una sua amica.
Non sopporto che i giornalisti si ricordino di Beppe soltanto per la sua nota vicenda giudiziaria e che il suo nome venga associato, in automatico, in ogni occasione in cui il sostantivo “calcio” si trova ad affiancare quello di “scommesse, senza che si abbia quantomeno l’accortezza di richiamare l’innocenza di Beppe e di evidenziare che il suo coinvolgimento si deve ad un deprecabile esempio di malagiustizia e di come, sbagliando, ma facendolo “in nome del popolo italiano”, si possa asfaltare la vita di una persona. Avv. Patrizia Brandi. “

Non manca chi mette intanto sotto accusa Fabrizio Corona, che già in passato aveva ricattato giocatori di calcio.

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