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Scudetto Napoli: la gaffe di De Laurentiis, la polemica di Juan Jesus, le lacrime di McTominay, cartoline dalla festa

I retroscena della notte di gioia al Maradona e per le strade della città, lo sfogo di Di Lorenzo dopo il gavettone dei compagni in sala stampa

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

La festa è qui, sul prato del Maradona e sugli spalti che ondeggiano dalla gioia, è qui, a Fuorigrotta dove si è riversato prima, durante e dopo il cuore del tifo dei napoletani ma non è solo qui. E’ a Piazza Plebiscito, gremita da 200mila persone affamate di gioia davanti al maxischermo, è a Scampia, e per vicoli e piazze di una città che stanotte non è andata a dormire. Il velo alla scaramanzia è stato squarciato a metà pomeriggio quando striscioni e bandiere che erano state cautelativamente lasciate nei cassetti in questi giorni hanno colorato d’azzurro e da 2-3 ore prima dell’inizio di Napoli-Cagliari fino all’alba di oggi è stata una festa continua, con il solo intervallo di 43′, quelli che sono serviti a McTominay per aprire le porte della felicit- Tanti i fotogrammi della notte dello scudetto del Napoli.

La gaffe di De Laurentiis

Si è voluto ovviamente prendere la scena il presidente Aurelio De Laurentiis che, dopo l’abbraccio un po’ freddino a Conte, è stato il primo a salire sul palco della premiazione per ricevere la medaglia di campione d’Italia, ma ha commesso una gaffe. Quando è spuntata la coppa, che da protocollo deve essere alzata per primo dal capitano, non ha aspettato che arrivasse Di Lorenzo: l’ha presa e l’ha alzata al cielo. Un vecchio vizio, quello del patron azzurro, che già in altre circostanze simili aveva provato a mettere per primo le mani sul trofeo ma aveva sempre trovato capitan Hamsik (ai tempi) ad impedirglielo.

Juan Jesus spara a zero a fine partita

Nell’euforia generale è passato sotto silenzio lo sfogo a fine gara di Juan Jesus. Intervistato in diretta da Rai2 per lo speciale scudetto, il difensore brasiliano ha lanciato frecciate velenose: “E’ uno scudetto più bello di quello di due anni fa, più sofferto, più combattuto. Dal ko per 3-0 di Verona alla prima giornata a oggi è stato un Napoli fantastico, posso dire che sono stato capro espiatorio di quella sconfitta a Verona ma sono ancora un grande calciatore, mi sono tolto dei sassolini dalle scarpe, ho giocato 15 partite perdendone una sola, alla gente piace criticare e parlare, ho sempre lavorato sodo, ringrazio Conte che quando Buongiorno si è fatto male mi ha detto: “mi fido di te” nonostante ci fosse casino anche nella società”.

E ancora: “Cosa è cambiato rispetto all’anno scorso? Niente, parlo della mia carriera ma quando Koulibaly andò in coppa d’Africa ho giocato io per un mese e mezzo e ho lasciato la squadra a -1, poi quando abbiamo vinto lo scudetto si fece male Rrahmani ed ho giocato io sempre bene, l’anno scorso è stato difficile per tutti. E’ stata una rivincita per tutti noi, l’ultima partita dell’anno scorso venni fischiato e mi dissero di andar via da Napoli”

Le lacrime di McTominay

Hanno colpito tutti anche le lacrime a fine gara di Scott McTominay, l’uomo in più di questo Napoli, autore di 12 gol tra cui quello che ha spianato la strada al successo contro il Cagliari. Dopo l’esultanza al fischio finale lo scozzese è stato vinto dalla commozione, ha messo le mani in faccia ed è crollato al suolo piangendo a dirotto. I compagni si sono affrettati ad abbracciarlo e a festeggiarlo.

La battuta di Di Lorenzo

Indimenticabili anche le parole di Di Lorenzo in sala stampa. Dopo l’improvvisato gavettone organizzato dai compagni con una bottiglia di spumante e il coro “i campioni dell’Italia siamo noi”, il terzino rivolto ai giornalisti ha salutato così: “Ragazzi ma che cazzo abbiamo combinato? Ammo scassato. Penso he quando si inizia a giocare a calcio si vive per vincere le aprite, i campionati, i trofei e anche per regalare gite alla gente e questo ripaga di tutti i sacrifici che abbiamo fatto. Sono orgoglioso di essere il capitano die gusta squadra perché abbiamo dimostrato di essere una squadra forte, ma soprattutto con due palle così”

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