Le ironie e le polemiche su presunti errori arbitrali a favore della Juventus non sono una novità: è un classico del nostro campionato e non da oggi. Eppure tanta insistenza come quella che si sta registrando da dopo Juve-Milan della scorsa settimana, non la si vedeva da tempo. L’arbitraggio di Fabbri rischia di diventare un cult dell’errore come fu per Orsato lo scorso anno in Inter-Juve, senza voler scomodare Ceccarini per quell’altro Juve-Inter, quello del ’98 e del fallo da rigore non visto su Ronaldo. Non c’è giorno infatti che per un motivo o l’altro non si torni a condannare l’arbitro ravennate e a prenderne spunto per attaccare i bianconeri. Stavolta lo fa Luca Serafini. Il giornalista, dichiarato tifoso milanista, nel suo editoriale su Milannews va giù duro ed elenca tantissimi casi storici di vantaggi arbitrali ricevuti dalla Juve.
GLI EPISODI – Serafini parte addirittura dagli anni 70 e da un rigore non dato al Milan per fallo di Morini su Bigon per arrivare al celebre gol fantasma di Muntari, non visto solo dall’arbitro, citando casi e casi (compreso un mani del De Sciglio “milanista” al 97′ di uno scontro con la Signora) in cui ad essere penalizzata è sempre stata solo la squadra rossonera. Di contro alla Juve tutto sarebbe perdonato: “Non ricordo un Mandzukic in rossonero che applaude 3 volte (tre) l’arbitro dopo essere stato ammonito, urlandogli in faccia: “Bravo” senza essere punito….Ho provato a ricordare al contrario un “non-rigore” Iuliano-Ronaldo in uno scontro tra Juventus e Inter o un arbitraggio come quello di un anno fa a San Siro. Ho provato a ricordare un torto subìto dalla Juventus come un gol annullato a Turone per un fuorigioco inesistente del giallorosso, nella sfida scudetto tra Juve e Roma nel 1981. Non ricordo episodi così eclatanti, in sfide tra grandi e in momenti delicati, a sfavore della Juventus”.
IL DUBBIO – Ovvio che la storia del calcio è talmente ricca di situazioni e di casi che chiunque potrebbe trovare argomenti per controbattere ma questo Serafini lo sa e scrive: “Certamente gli juventini potrebbero citarmene e rinfacciarmene a decine. C’è una differenza, però: gli episodi che ho citato io li ricordano tutti e appartengono alla storia (negativa) del nostro calcio. Quelli che ricordano gli juventini, se li ricordano – appunto – gli juventini. E basta”. Insomma, i veleni non finiscono neanche di fronte a un campionato mai come quest’anno dominato dalla Juve senza rivali e senza alibi.