Il ritorno del viperetta. Massimo Ferrero va ancora una volta all’attacco di Radrizzani e Manfredi in seguito al ricorso presentato dal trustee Gianluca Vidal per l’annullamento della cessione del club blucerchiato ai due imprenditori. “Non è stato firmato nessun contratto, hanno preso in giro tutti” sbotta Ferrero.
- Sampdoria, Ferrero contro Radrizzani e Manfredi: che cosa ha detto
- Ferrero senza freni: l'affare Sampdoria, i soldi e il paracadute
- Ferrero torna sulla vendita della Sampdoria e le minacce ricevute
Sampdoria, Ferrero contro Radrizzani e Manfredi: che cosa ha detto
Intervenuto a Radio Cusano, l’ex patron della Sampdoria, Massimo Ferrero, non perde occasione per puntare il dito contro Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi, dalla scorsa estate al timone di una Sampdoria che proprio non riesce a cambiare passo in Serie B. “Questi se la sono suonata e ballata. È stata fatta una cosa che non si può fare: non è stato firmato nessun contratto – ha detto il vulcanico Ferrero, anche noto come ‘viperetta’ -. Se tu vendi, lo fai per essere pagato. Ma qui nessuno ha visto un euro. Io non rivoglio la Sampdoria – chiarisce – ma solo essere pagato”. Non si dà assolutamente per vinto, nemmeno dopo il ricorso presentato in estate e respinto dal Tribunale di Genova.
Ferrero senza freni: l’affare Sampdoria, i soldi e il paracadute
A ruota libera, Ferrero. “Il loro avvocato sostiene che non hanno fatto un affare con la Sampdoria? Beh, ma chi glielo ha detto di prenderla?”. Quindi un altro affondo, pesante: “Hanno preso in giro i tifosi e, ora, rischiamo di andare in Lega Pro. Hanno fatto l’aumento di capitale all’inizio con i 23 milioni del paracadute”. L’ex numero uno blucerchiato è inarrestabile, nel mirino sempre Radrizzani e Manfredi: “Mi dicono che non pagano la gente. E non hanno nemmeno ancora pagato il marchio. Io, invece, quando ero alla guida ho sempre pagato tutto e i tifosi mi hanno dato addosso”.
Ferrero torna sulla vendita della Sampdoria e le minacce ricevute
“C’erano 400 tifosi sotto la sede. Ero stato minacciato e minacciavano di morte i miei figli. Mandarono anche una testa di maiale sostenendo che la prossima sarebbe stata la mia”. Ferrero racconta quei momenti ad alta tensione che lo portarono a dire “sì, ho venduto”. Il suo racconto continua: “Ero spaventato e quindi, chiamato dalla televisione, confermai la vendita del club. Non mi hanno puntato una pistola contro, ma c’eravamo quasi”. Sulla possibilità di un accordo transattivo afferma: “Va bene, possiamo farlo. Però devono pagare”.