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Silverstone, la Red Bull promette battaglia: il caso non è chiuso

Il team principal della Red Bull, Chris Horner, torna ad attaccare la Mercedes ed Hamilton per quanto accaduto a Silverstone e promette battaglia

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Non si placano le polemiche dopo quanto accaduto a Silverstone tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. A tornare sull’accaduto, a quasi una settimana dal contatto in curva Copse costato la gara al pilota olandese è il team principal della Red Bull, Chris Horner, che ripercorre le tappe dell’accaduto e promette battaglia, senza lesinare nuove accuse al sette volte campione del Mondo.

Silverstone, attimi di terrore al box Red Bull

In merito agli attimi successivi al contatto, Horner svela la grande preoccupazione del box Red Bull nel non sentire subito la voce di Max:

Domenica scorsa, Max è stato coinvolto nel più grande incidente della sua carriera, nonché il primo – e spero anche ultimo – nel quale si sia reso necessario il ricovero in ospedale. Dopo l’impatto abbiamo vissuto attimi di vera paura. Max non rispondeva alla chiamata via-radio e il tempo si è fermato. Quando finalmente ha risposto ed è sceso dalla monoposto sulle sue gambe, abbiamo provato un enorme senso di sollievo. Come sta ora Max? Domenica ha svolto tutti i controlli del caso e poi è tornato a casa. L’ho sentito lunedì era malconcio e contuso, mi ha detto di sentirsi come se avesse avuto un incontro con Tyson Fury, ma anche fortunato e grato a medici che lo hanno soccorso. Si è già messo tutto alle spalle ed è concentrato sul Gp d’Ungheria.

Horner accusa Hamilton: è lui l’aggressore

Tornando sulle accuse riservate alla Red Bull dal direttore esecutivo della Mercedes, Toto Wolff, appena dopo l’impatto, Horner sembra voler sotterrare l’ascia di guerra:

Era appena successo qualcosa di particolare e credo sia naturale che entri in gioco l’emozione. Questo vale da una parte e dall’altra. Non mi piace, però, che qualcuno possa accusare Max di essere stato eccessivamente aggressivo. Per smentire questa tesi basta andare a vedere i punti di penalità sulla sua licenza: zero. Che, tradotto, vuol dire che negli ultimi anni  non gli è mai stato riconosciuto alcun errore in pista. La realtà è che, in questa stagione, Hamilton si sta scontrando con una monoposto competitiva. C’è rispetto tra lui e Max, ma se c’è un aggressore per quanto accaduto domenica, quello è Lewis. Silverstone ha confermato la nostra competitività e credo che la pressione sia tutta sulla Mercedes.

Horner promette battaglia alla Mercedes

Tralasciando la prospettiva dei piloti e valutando l’accaduto dal punto di vista delle scuderie,  Horner dimostra di non aver ancora digerito alcuni atteggiamenti della Mercedes:

In tempi di budget cap, un incidente come quello di Silverstone porta con sé enormi conseguenze. Ci è costato qualcosa come 1,8 milioni di dollari. C’è poi una cosa che mi ha deluso molto: la Mercedes aveva la piena consapevolezza della gravità dell’incidente e sapeva che Max era in ospedale per ulteriori accertamenti. Vedere quelle celebrazioni al termine della gara non è stato il massimo. Credo sia poco immaginabile che Hamilton non sia stato informato della gravità della situazione. Avrebbero dovuto farlo anche solo per proteggerlo nel caso di festeggiamenti esagerati. C’è poi la questione penalizzazione, che per noi resta troppo leggera per un incidente come quello.

Da queste premesse, Horner rivela come per la Red Bull la questione non sia chiusa e si stiano valutando le prossime mosse per una revisione:

Vista la gravità dell’incidente e la clemenza nella pena inflitta ad Hamilton, stiamo rivedendo tutti i dati per valutare le opzioni a nostra disposizione. Ma credo che abbiamo il diritto di richiedere una revisione.

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