Adesso del processo al TAS sul caso Clostebol che riguarda Jannik Sinner si sa proprio tutto. La data delle udienze – il 16 e 17 aprile – e anche l’ultimo arbitro, il più importante, il presidente del collegio scelto proprio dal tribunale di Losanna. Si tratta di Jacques Radoux e fino a qualche anno fa era un tennista pro, anche se di livello piuttosto scarso: ha sempre vivacchiato intorno alla posizione numero 500 della classifica ATP. Gli è andata meglio da giurista, visto che è arrivato a essere referendario alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
- Chi è Jacques Radoux, presidente del collegio TAS
- Lalo e Benz, gli altri arbitri scelti da WADA e Sinner
- Caso Clostebol, la squalifica chiesta dalla WADA al processo
- Kyrgios ancora contro Sinner: dubbi e ironie sulle porte chiuse
Chi è Jacques Radoux, presidente del collegio TAS
Lussemburghese, classe 1969, Radoux è stato capitano della squadra di Davis del Granducato per cinque anni, dal 2008 al 2013. Conosce bene la vita dei tennisti, anche se non ha mai sfondato in questo sport, ed è stato scelto dal TAS anche per questo motivo. Ma non solo, ovviamente. Molto preparato, dotato di grande equilibrio e buon senso, Radoux ha completato gli studi di legge in Francia e ha sempre avuto un eccezionale impulso per il sociale. Dal 2008 è al vertice della sezione tennis di Special Olimpics Luxembourg.
Lalo e Benz, gli altri arbitri scelti da WADA e Sinner
Gli altri arbitri, scelti dalle due parti in causa, sono Ken Lalo, 66enne “falco” nominato dalla WADA, presidente in carica della federazione israeliana sport equestri, e Jeffrey Benz, classe 1968, l’avvocato di grande esperienza – è nella lista arbitri del TAS dal 2000 – che qualche tempo fa è riuscito a far ridurre la squalifica per doping di Simona Halep e che è stato scelto da Sinner per difenderlo in questa intricata vicenda, dopo il ricorso dell’agenzia mondiale antidoping contro il verdetto di assoluzione dell’ITIA nei suoi confronti.
Caso Clostebol, la squalifica chiesta dalla WADA al processo
La richiesta della WADA, che dovrà dimostrare come Sinner avrebbe dovuto vigilare meglio sul suo staff ed evitare possibili contaminazioni derivanti da una condotta sbagliata o superficiale dei suoi assistenti, è di squalificare Jannik per uno o due anni: e sarebbe una mazzata terrificante, nell’uno e nell’altro caso. E a proposito di mazzate, c’è chi continua a picchiar duro contro il numero 1 al mondo: si tratta naturalmente di Nick Kyrgios, che dopo una breve pausa per allenamenti e interviste, ha ricominciato a lanciare bordate sui social.
Kyrgios ancora contro Sinner: dubbi e ironie sulle porte chiuse
“Almeno questa volta sappiamo che è a porte chiuse, tutto questo è veramente losco“, ha commentato il 29enne di Canberra su X, accompagnando il tutto con una emoji piangente seguita subito dopo da un’altra ridente. “Perchè sarà a porte chiuse il processo? Se non hai fatto niente di male permettici di avere trasparenza“, la nuova insinuazione. E per finire, una replica alle parole di Jannik – “Nella mia mente so benissimo cosa sia successo e per questo posso passare oltre” – ovviamente velenosa: “Nella nostra mente invece…”.