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Sinner, Botrè (antidoping): "Contaminazione accidentale da Clostebol possibile" ESCLUSIVA

I passi avanti fatti dalla ricerca per scovare sostanze proibite, il caso dell'azzurro e cosa può essere successo: i dubbi sul forfait alle Olimpiadi

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Ha ragione Kyrgios quando si lamenta perché Sinner non è stato squalificato per due anni dopo essere risultato positivo al controllo antidoping? Sono lecite le lamentele di Pouille che parla di due pesi e due misure? Il caso dell’azzurro giudicato innocente per fortuita contaminazione con il Clostebol continua a far discutere e si interroga anche la medicina sportiva.

Le proteste di Kyrgios contro Sinner

Ieri la notizia della positività di Sinner ha fatto il giro del mondo scatenando reazioni di ogni genere. Il più severo è stato Nick Kyrgios. Sui social il tennista australiano ha detto: “Ridicolo, che sia stato accidentale o pianificato. Sei risultato positivo in due test a una sostanza (steroide) proibita… Dovresti stare lontano dai campi per 2 anni. Le tue prestazioni sono migliorate. Crema per massaggi… Sì, bella “. A chi gli fa notare che la quantità di clostebol fosse talmente esigua da non migliorare le sue prestazioni, l’australiano risponde così: “Allora perché gli hanno preso i soldi del premio e i punti da Indian Wells? Quindi ha fatto qualcosa di sbagliato o no? Perché hanno detto che ha fallito 2 test? Accidentale? Credi davvero che il fisioterapista abbia spalmato la crema fisioterapica su un taglio e questo gli ha fatto fallire 2 test sugli steroidi anabolizzanti?. Dai, patata”.

Anche il francese Lucas Pouille, pur senza nominarlo, dubita della versione di Sinner. “Forse dovrebbero smetterla di prenderci per idioti, giusto? – il suo post su X – E che dire dei giocatori che sono stati squalificati solo per 3 mancate presenze e non sono mai stati testati positivi?”.

La spiegazione del professor Botrè

Al riguardo Virgilio sport ha sentito in esclusiva Francesco Botrè, uno dei massimi esperti italiani nel settore. Laureato in Chimica ed in Farmacia all’Università La Sapienza (RM), nel 1989 ha conseguito la specializzazione in Farmacologia sperimentale presso l’Università di Milano. Direttore scientifico del laboratorio antidoping della Federazione Medico Sportiva Italiana, è professore associato presso l’Università Sapienza di Roma e docente nel master in “Analisi chimiche e chimico-tossicologiche Forensi” dell’università di Bologna. È stato direttore del laboratorio antidoping delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, responsabile della ricerca degli anabolizzanti alle Olimpiadi di Pechino 2008, vicedirettore del laboratorio antidoping delle Olimpiadi di Londra 2012.

Il professor Botrè fa una premessa: “Dello specifico caso Sinner non posso parlare, perché non rientra nella giurisdizione di Roma, se n’è occupato l’Itia. Quello che posso dire è che casi di contaminazione accidentale da Clostebol sono possibili e che gli studi sull’antidoping sono diventati molto più approfonditi rispetto al passato. Per fare un esempio la sensibilità che posseggono oggi i sistemi di analisi è migliorata mille volte rispetto ai casi di nandrolone del ’98”.

Proprio sul Clostebol il professor Butrè già nel 2001 aveva approfondito gli effetti sugli sportivi in una pubblicazione del 2001, in cui si legge che il rilevamento di abuso di clostebol nello sport è cresciuto recentemente, soprattutto in Italia, grazie all’ampia disponibilità di formulazioni farmaceutiche contenenti clostebol acetato (Trofodermin) e all’uso di strumentazione più sensibile da parte dei laboratori antidoping. Si ritiene che la maggior parte di questi casi siano legati all’uso inconscio della sostanza al contatto con parenti o compagni di squadra che la usano. Abbiamo studiato, attraverso l’applicazione delle procedure gascromatografiche e spettrometriche di massa ben note e attualmente utilizzate, la probabilità di queste accuse e abbiamo dimostrato che dopo una singola somministrazione transdermica di 5 mg di clostebol acetato e un contatto transitorio con l’area di applicazione, è possibile generare risultati analitici negativi nei controlli antidoping”. In sostanza doping non intenzionale non si può assolutamente escludere.

Il dubbio sul forfait alle Olimpiadi

Anche altri esperti di antidoping assicurano che, ad esempio, se una persona che ha usato il Clostebol stringe la mano a un’altra persona quest’ultima potrebbe risultare positiva. Resta il dubbio su Sinner: è stato fermato in via cautelare dall’agenzia internazionale quando è stata rilevata la sua positività? E’ probabile di sì ed a questo punto non si può escludere, anche se siamo nel campo delle mere ipotesi, che il forfait alle Olimpiadi dell’azzurro fosse dovuto allo stop cautelativo prima che Jannik venisse totalmente scagionato.

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