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Sinner, caso Clostebol anche nella pallanuoto: positivo Bitadze. Le analogie con Jannik, la nota di Siracusa

Un altro caso Clostebol dopo quello di Sinner a Indian Wells: Andria Bitadze, pallanuotista dell'Ortigia, è stato sospeso dopo aver utilizzato una pomata acquistata in farmacia.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il Clostebol sbarca anche nel campionato di A1 di pallanuoto: Andria Bitadze, giocatore georgiano in forza all’Ortigia Siracusa, è stato sospeso in via cautelare dal Tribunale Nazionale Antidoping dopo che a un controllo è risultato positivo. La sostanza rinvenuta nelle sue urine è nientemeno che il Clostebol metabolita, la stessa riscontrata nei controlli effettuati da Jannik Sinner a Indian Wells lo scorso marzo. E come era logico aspettarsi, in molti hanno subito provato a tracciare un paragone tra i due casi, che sin qui sono stati trattati in maniera piuttosto discordante.

L’Ortigia scagiona Bitadze (ma lo “bacchetta”)

Bitadze è stato trovato positivo a un controllo effettuato dopo la partita con Brescia del 27 ottobre. La violazione degli articoli 2.1 e 2.2 (Clostebol metabolita la sostanza rilevata) è probabilmente riconducibile all’utilizzo di una pomata per curare un problema dermatologico.

L’Ortigia ha emesso un comunicato nel quale ha spiegato come il giocatore georgiano, “la cui buonafede non è in discussione, avrebbe applicato una pomata acquistata in farmacia per curare un problema alla pelle, commettendo una leggerezza nel non aver consultato un medico e soprattutto nel non aver informato preventivamente lo staff medico societario”.

Bitadze nei prossimi giorni verrà ascoltato dalla Procura Antidoping e dovrà in qualche modo dimostrare che l’assunzione del metabolita è avvenuta in modo del tutto casuale, senza dunque la volontà di guadagnare in termini di prestazioni. La vicenda chiaramente ha avuto subito una vasta eco proprio per la somiglianza con quanto accaduto a Sinner a Indian Wells, poiché di fatto si tratta della medesima sostanza con la quale venne a contatto il numero uno al mondo.

Analogie e differenze con il caso Sinner

Mentre la ITIA aveva potuto constatare che l’assunzione di Sinner fosse stata del tutto accidentale (ne ha pagato le conseguenze il fisioterapista Naldi, che assieme al preparatore Ferrara sono stati allontanati dallo staff del giocatore), Bitadze dovrà cercare di spiegare perché abbia voluto acquistare il farmaco senza consultarsi con il proprio staff medico.

Questo rende il suo caso più complesso: il Clostebol, derivato del testosterone, è venduto in Italia sottoforma di crema o spray in un prodotto denominato Trofodermin, utilizzato per trattare problemi alla pelle, ferite o abrasioni. In Italia si concentrano il 50% dei casi mondiali di doping legati a questa sostanza, proprio perché l’Italia è uno dei rari Paesi nei quali può essere acquistato recandosi in farmacia (e senza ricetta).

Nuovi studi permetteranno di scovare eventuali “furbetti” che utilizzano sistematicamente il prodotto o che ne sono venuti a contatto in via del tutto fortuita, accidentale o episodica (oltre alle urine, c’è uno specifico test sul cuoio capelluto), ma per il giocatore georgiano il rischio squalifica appare dietro l’angolo, anche se non si conoscono nel dettaglio le quantità riscontrate. Non esiste invero una quantità minima prevista dalla WADA: in Sinner era stata rinvenuta una percentuale di soli 86pg/mL, definita appunto infinitesimale e per questo tale da non produrre una squalifica immediata.

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