Chissà per quanto tempo Jannik Sinner ripenserà a quei tre matchpoint non sfruttati nel quarto set, quando si è trovato avanti 5-3 e 0-40 sul servizio di Carlos Alcaraz. Soprattutto a quel rovescio fallito malamente sulla seconda delle tre palle che sarebbero valse il primo trionfo Slam sulla terra rossa di Parigi. Il Roland Garros resta stregato per il rosso di San Candido, che si è confermato comunque un formidabile numero 1. Quella contro lo spagnolo, a sua volta rivelatosi rivale formidabile, sarà ricordata non solo come la finale più epica, lunga e appassionante della storia recente del tennis: ma anche come quella dei rimpianti per il rosso di San Candido.
- Finale: l'avvio esaltante di Sinner contro Alcaraz
- Roland Garros, la speranza e il pianto di mamma Siglinde
- L'inedita protesta di Sinner col giudice di linea
Finale: l’avvio esaltante di Sinner contro Alcaraz
Il match si è messo subito in salita per Jannik, dopo i problemi al piede nel primo set. Ma il campione azzurro è riuscito comunque a portarsi in vantaggio di due set a zero, vincendo con caparbietà ogni singolo game contro un indomabile Carlitos. E giocando anche contro il pubblico del Philippe Chatrier. Dei 15mila del centrale parigino (tantissimi i vip in tribuna, da Dustin Hoffman a George Russell, da Spike Lee a Natalie Portman a tanti altri), la stragrande maggioranza ha fatto un tifo indemoniato per lo spagnolo. Jannik contro tutti, o quasi. Perché a sostenerlo dal suo angolo, impegnata in una particolarissima “partita nella partita”, c’era mamma Siglinde.
Roland Garros, la speranza e il pianto di mamma Siglinde
La madre del campionissimo per l’occasione è stata lasciata sola dal marito, papà Hanspeter. Ma è stata spesso “beccata” dalle telecamere della regia, che ne hanno immortalato le reazioni nei momenti più significativi del match. Le lacrime di mamma Siglinde sui tre matchpoint, quasi a pregustare il trionfo in arrivo. Poi lo sguardo corrucciato sul 40-40. E le fughe nei momenti più difficili, con la sediolina improvvisamente vuota. Quindi i pugni alzati a incoraggiare il figlio nel quinto set, prima del raccoglimento, quasi della preghiera, prima del super tie-break. Tanta amarezza anche da parte sua, ma anche la consapevolezza di aver assistito all’ennesima, eccezionale prestazione del figlio. Una vera leggenda del tennis.

L’inedita protesta di Sinner col giudice di linea
Dopo la rimonta di Alcaraz e le occasioni sprecate da Sinner, nel quinto set Jannik è riuscito a rimettere in piedi una partita che sembrava stesse scivolando via in modo inesorabile. Ma nel corso del sesto gioco anche Jannik ha perso le staffe, protestando vibratamente con un giudice di linea per una mancata chiamata di una palla fuori sul servizio di Alcaraz. Anche un raccattapalle era scattato dopo il rimbalzo della pallina, ma il giudice non ha chiamato l’out. E Sinner dopo aver perso lo scambio si è lamentato platealmente, lanciando anche una pallina alta nel cielo parigino. Un inedito e imprevedibile scatto d’ira, nel finale della partita dei rimpianti.