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Sinner caso doping, perché Banka e Wada si espongono su Jannik. Ma il motivo per tremare è un altro

Le parole del presidente dell’organizzazione mondiale antidoping scatenano la polemica: il polacco Banka salva Swiatek e attacca Sinner. Ma il pericoloso è nelle statistiche sui ricorsi vinti

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Le parole del presidente della Wada fanno discutere. L’organizzazione mondiale antidoping non fa nessun passo indietro sulla decisione di presentare appello contro Jannik Sinner. Un caso su cui il Banka e la stessa organizzazione mettono in gioco la propria credibilità e che rischia di risucchiare l’azzurro in una spirale di giochi politici.

Le parole di Banka

Il caso Wada-Sinner è tornato a scoppiare dopo l’intervista che Witold Banka, presidente dell’Agenzia Mondiale antidoping, ha rilasciato al sito polacco RZ nella quale ha difeso la scelta di presentare appello contro Sinner e non contro Swiatek: “Abbiamo preso le decisioni dopo aver chiesto il parere di un esperto esterno. La procedura della Wada è stata la stessa utilizzata in qualsiasi altro caso disciplinare. Un atleta è responsabile anche delle azioni del suo staff. La presenza di una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina come nel caso Swiatek è una cosa mentre lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal suo stretto collaboratore è un altra. L’unico tratto in comune è che parliamo di due tra i migliori tennisti al mondo”.

Cosa c’è dietro le parole di Banka

La sensazione, dopo l’ennesima intervista concessa da Banka (questa è in realtà datata 2 febbraio), è che sul caso Sinner la Wada stia mettendo in gioco la sua credibilità e il suo potere decisionale anche per gli anni a venire. L’organizzazione mondiale antidoping nel corso degli ultimi anni è stata investita da diverse polemiche e da situazioni controverse, con la più celebre che riguarda la mancata squalifica dei nuotatori cinesi. A far discutere è anche la nazionalità di Banka, polacco come Swiatek che va a perorare il suo caso proprio a un portale polacco.

C’è più di un motivo per stare all’erta. La verità è che i casi di Sinner e Swiatek, sebbene diversi, hanno un altro punto in comune. Entrambi sono stati giudicati da un ente internazionale, con i due atleti che si sono avvalsi delle regole in essere per chiarire e difendere la propria posizione. Sinner ha perso i punti e il montepremi di Indian Wells, Swiatek invece è stata squalifica per un mese coinciso però di fatto con l’offseason del tennis.

I ricorsi vinti dalla Wada

La scelta di presentare un ricorso contro l’assoluzione di Sinner ha fatto discutere ma soprattutto preoccupa. Il 16 e 17 aprile l’azzurro si presenta al Tribunale Internazionale di Losanna dove dovrà provare di nuovo la sua innocenza. Nei casi di doping, infatti, il concetto di “innocente fino a prova contraria” non esiste e deve essere l’azzurro a convincere la Corte di non essere stato “negligente” nella gestione del suo team.

Il pericolo di una squalifica, anche significativa (la richiesta Wada è di uno/due anni), è piuttosto elevato e lo dicono numeri e statistiche. Nel corso degli ultimi 5 anni infatti Wada ha vinto nove dei dieci appelli presentati al Tas contro federazioni nazionali o internazionali. La decisione di presentare appello nei confronti di Sinner giudicato da un organo internazionale (l’ITIA) e le polemiche che ne sono seguito fanno sì che sul caso, la Wada sta investendo tantissimi in termini anche di reputazione.

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