Le parole del presidente della Wada fanno discutere. L’organizzazione mondiale antidoping non fa nessun passo indietro sulla decisione di presentare appello contro Jannik Sinner. Un caso su cui il Banka e la stessa organizzazione mettono in gioco la propria credibilità e che rischia di risucchiare l’azzurro in una spirale di giochi politici.
Le parole di Banka
Il caso Wada-Sinner è tornato a scoppiare dopo l’intervista che Witold Banka, presidente dell’Agenzia Mondiale antidoping, ha rilasciato al sito polacco RZ nella quale ha difeso la scelta di presentare appello contro Sinner e non contro Swiatek: “Abbiamo preso le decisioni dopo aver chiesto il parere di un esperto esterno. La procedura della Wada è stata la stessa utilizzata in qualsiasi altro caso disciplinare. Un atleta è responsabile anche delle azioni del suo staff. La presenza di una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina come nel caso Swiatek è una cosa mentre lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal suo stretto collaboratore è un altra. L’unico tratto in comune è che parliamo di due tra i migliori tennisti al mondo”.
Cosa c’è dietro le parole di Banka
La sensazione, dopo l’ennesima intervista concessa da Banka (questa è in realtà datata 2 febbraio), è che sul caso Sinner la Wada stia mettendo in gioco la sua credibilità e il suo potere decisionale anche per gli anni a venire. L’organizzazione mondiale antidoping nel corso degli ultimi anni è stata investita da diverse polemiche e da situazioni controverse, con la più celebre che riguarda la mancata squalifica dei nuotatori cinesi. A far discutere è anche la nazionalità di Banka, polacco come Swiatek che va a perorare il suo caso proprio a un portale polacco.
C’è più di un motivo per stare all’erta. La verità è che i casi di Sinner e Swiatek, sebbene diversi, hanno un altro punto in comune. Entrambi sono stati giudicati da un ente internazionale, con i due atleti che si sono avvalsi delle regole in essere per chiarire e difendere la propria posizione. Sinner ha perso i punti e il montepremi di Indian Wells, Swiatek invece è stata squalifica per un mese coinciso però di fatto con l’offseason del tennis.
I ricorsi vinti dalla Wada
La scelta di presentare un ricorso contro l’assoluzione di Sinner ha fatto discutere ma soprattutto preoccupa. Il 16 e 17 aprile l’azzurro si presenta al Tribunale Internazionale di Losanna dove dovrà provare di nuovo la sua innocenza. Nei casi di doping, infatti, il concetto di “innocente fino a prova contraria” non esiste e deve essere l’azzurro a convincere la Corte di non essere stato “negligente” nella gestione del suo team.
Il pericolo di una squalifica, anche significativa (la richiesta Wada è di uno/due anni), è piuttosto elevato e lo dicono numeri e statistiche. Nel corso degli ultimi 5 anni infatti Wada ha vinto nove dei dieci appelli presentati al Tas contro federazioni nazionali o internazionali. La decisione di presentare appello nei confronti di Sinner giudicato da un organo internazionale (l’ITIA) e le polemiche che ne sono seguito fanno sì che sul caso, la Wada sta investendo tantissimi in termini anche di reputazione.