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Sinner e Bagnaia, la domenica dei vincenti: Davis e Mondiale per i due gemelli neanche tanto diversi

Jannik Sinner trascina alla vittoria l’Italia in Coppa Davis (dopo 47 anni), Bagnaia conquista il suo secondo mondiale in MotoGP: due fenomeni che non amano la ribalta: ora sono loro i fari azzurri

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Doveva essere la domenica di Juventus-Inter ma per un giorno, anzi solo per qualche ora, gli italiani mettono da parte per il calcio e si dedicano ad altro. Si dedicano ai due fratelli d’Italia che colorano d’azzurro una fredda domenica pomeriggio di fine novembre, due che fanno la storia e che probabilmente ne scriveranno altre pagine nei prossimi anni. Due che rispondono al nome di Jannik Sinner e Francesco “Pecco” Bagnaia.

Coppa Davis: Sinner il “normalizzatore”

Diciamoci la verità: non siamo abituati ad avere un giocatore così forte con la maglia azzurra. Jannik Sinner è su un altro livello, forse mai sperimentato in Italia. Panatta e Pietrangeli sono le due grandi leggende della racchetta azzurra e in comune hanno quella Coppa Davis vinta (uno da giocatore l’altro da capitano) nel 1976 ma di anni ne sono passati, forse anche troppi per gran parte delle generazioni che ora segue il tennis.

L’Italia vince il primo singolare con una gara strana e forse anche un po’ assurda di Matteo Arnaldi. Non ha giocato bene il giocatore azzurro ma in qualche modo è riuscito a portarla a casa dopo una maratona di pura sofferenza.

Rivivi le emozioni di Italia-Australia

Poi tocca a Jannik: scende in campo per la prima volta a Malaga in una posizione di vantaggio. Dagli studi Rai, Panatta lo dà per vincente sicuro, al diavolo la scaramanzia. Ma di fronte c’è Alex De Minaur: l’australiano non apparterrà alla super elite del grande tennis ma è comunque il numero 12 al mondo.

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Ma il 22enne di San Candido in questo momento, come detto, è su un altro livello: comincia un po’ lentamente poi prende letteralmente possesso del campo e diventa un monologo quasi noioso. 6-3, 6-0: niente sofferenze o dubbi. E in molti se lo aspettavano anche. Il numero 12 preso a pallate per poco più di un’ora, Jannik vince, sorride e normalizza la sua grandezza.

MotoGP: Bagnaia il “regolare”

Il Mondiale di MotoGp come da tradizione ha vissuto tra tante emozioni. Bagnaia si è preso la testa della classifica sin dalla prima gara della stagione, sempre regolare, sempre preciso. Nella mente di tifosi e appassionati, c’è questa idea del pilota un po’ folle, uno che scherza con i rischi a oltre 300 km/h. Poi c’è Pecco Bagnaia, che sembra uno di quelli che con la massima tranquillità si presenta in ufficio per una giornata di lavoro. Due mondiali vinti, consecutivamente: è un’impresa di cui forse si parlerà poco.

Pecco non è come il suo maestro Valentino Rossi, non ha la stessa capacità di esaltare i tifosi, non ha le sue stesse esultanze e forse neanche tutto quello straordinario talento. Ma ha dalla sua una regolarità spaventosa, sbaglia pochissimo, misura curve e sorpassi con freddezza e calma. Sembra sempre padrone del momento.

Vince un Mondiale difficilissimo, all’ultima gara stagionale e contro un grande avversario come Martin, con tanto di guerra intestina in casa Ducati, di polemiche che non sono mancate e di propositi “spagnoleggianti” di Marquez.

Fonte: Ansa

Bagnaia e Sinner: fratelli di Spagna

Uno a Valencia, l’altro a Malaga: la Spagna sorride all’Italia che si gode una domenica Mondiale. Ma il successo in terra iberica non è l’unico tratto a unire i due giovani fenomeni italiani. Solo qualche giorno fa Jannik Sinner è stato maldestramente definito “poco italiano”, per il suo accento altoatesino e per questo suo modo di fare sempre molto calmo, quasi freddo.

Bagnaia non ha origini altoatesini ma anche lui viene da una terra quasi di confine, quella Chivasso che non dista poi tanto dalla Francia. Anche lui non è uno che ami particolarmente i riflettori, difficilmente tira fuori una parola fuori posto. Non sono scintillanti, sono vincenti: l’Italia ha due nuovi fenomeni. Parlano poco, mai fuori posto, sono educati e forse poco televisivi ma vincono ed è la cosa più difficile che ci sia.

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