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Sinner allo scoperto su Sanremo e residenza a Monaco, poi messaggio a Berrettini e Tomba

Il vincitore degli Australian Open rivela quali sono i punti su cui deve migliorare, dal fisico alla battuta, ringrazia Amadeus ma rifiuta l'invito

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Look sportivo, appena nominato dal ministro Tajani come ambasciatore italiano nel mondo, Jannik Sinner cambia superficie: le risposte di dritto e di rovescio sul campo diventano quelle da dare ai giornalisti nella maxi-conferenza tenutasi presso la nuova sede della federazione, immersa in un bel giardino al punto da far scattare la battuta al presidente Binaghi: “E’ nostra intenzione coltivare vaste piantagioni di carote”. Un’ora di botta e risposta per spiegarsi, raccontare le sue emozioni e rivelare i prossimi obiettivi. Tra cui non c’è la partecipazione al Festival di Sanremo, come auspicato dallo stesso Binaghi.

Sinner rivela dove deve meno migliorare

Con la stessa tranquillità con cui gioca, Sinner risponde a tutti. In italiano, inglese e tedesco. Quando arrivano domande contorte ride o guarda con occhi sgranati, alternando boh e mah a sorrisi o risate di gusto. Disponibile, limpido, chiaro. Come quando travolge tutti giocando. Non si sente il Messi italiano: “Sono lo stesso ragazzo che ero due settimane fa, ora sarà molto importante la programmazione come già facemmo lo scorso anno, so che devo migliorare forza e resistenza quindi faremo tanto lavoro in palestra. Posso servire meglio, posso far tutto meglio ma lo step importante era quello mentale, su come affrontare certe partite”.

Sinner non andrà a Sanremo

Amadeus l’ha invitato a Sanremo: “Farò il tifo per lui da casa, è un evento bello ma ora guardo in avanti, sarò già al lavoro, quello che mi piace fare, quando ci sarà il Festival. Il mio lavoro è gestire i miei impegni. Mi piace giocare al computer, a volte, altre mi piace mangiare da solo in camera, sono un ragazzo di 22 anni che ama fare cose semplici da ragazzo”.

Sinner aspetta di battere Alcaraz

Del suo staff dice: “Quando ho cambiato staff ho fatto una scelta difficile, mi sono buttato nel fuoco, ma volevo sperimentare altro. Dietro di me c’è chi mi aiuta, io devo essere bravo a capirlo ma alla fine sono io che scelgo. Devo capire cosa sto cercando. Cahill ha fatto una carriera incredibile, la sua esperienza mi aiuta a gestire la pressione, con Simone Vagnozzi invece guardiamo di più la parte tecnica. Ci siamo dati un obiettivo, giocare meglio gli Slam. Direi che il primo è andato bene ma come ho detto ci sono altri tre Slam e tanti tornei, non è certo finita qui la mia stagione. A inizio anno si va a caccia, poi ci saranno momenti molto buoni e altri meno buoni. Sicuramente sento più fiducia grazie a questo torneo. Alcaraz? Mi piace sfidarlo, ha già battuto un numero 1 come Djokovic e sicuramente ci sfideremo in questi mesi”.

Sinner spiega perché ha la residenza a Montecarlo

Arriva anche la domanda scomoda sulla residenza a Montecarlo che ha scatenato la polemica sulle tasse che non paga in Italia: “A 18 anni mi sono allenato a Bordighera e il mio allenatore aveva la residenza a Monaco, così ci sono andato anche io: hanno strutture perfette, campi buoni e mi sento a casa, posso andare al supermercato senza problemi”.

Obiettivo diventare n.1 per Sinner

Attualmente è n.4 al mondo ma tutti si aspettano che diventi il n.1: “Ora sono numero 4 al mondo, proviamo a fare un piccolo passo alla volta ma certo l’obiettivo è diventare numero 1 del mondo, anche se non è facile: è comunque più facile rispondere alle vostre domande che ai miei avversari in campo, anche se mi piace tanto”.

Sinner spiega perché non è andato a Sesto

Unico neo in tanta gioia quel che è successo al suo paese, a Sesto. Sinner spiega perché non è tornato a casa: “C’è stato un incidente molto grave in questi giorni con alcune persone ferite gravemente e al momento ancora in ospedale. Non volevo andare ora con la coppa a festeggiare perché non era proprio il caso”.

Alla domanda se c’è una cosa di cui ha paura risponde dritto: “Non ci sono cose di cui ho paura, è sempre una partita di tennis, ci saranno momenti più difficili da gestire ma non ho paura”. Capitolo Olimpiadi, si parla della possibilità che possa essere il portabandiera: “A questo non penso ancora ma le Olimpiadi saranno un momento chiave della mia carriera. Ci sono i migliori atleti al mondo, voglio conoscerne qualcuno e prendere spunti positivi che possono aiutarmi”.

Dai social ai libri, le abitudini di Sinner

Sinner non ama i social, si sa: “Non mi piacciono i social, non è quella la verità, sono anche pericolosi per i giovani, guardo qualche serie tv come Animal Kingdom che qui in Italia non si vede, devi mettere il VPN in Australia ma non ce l’ho eh, me lo dicono. Sui libri ci sono momenti in cui leggo tanto ed altri no, mi porto sempre un libro dietro ma ora non sto leggendo niente”. Si torna sul rapporto con la famiglia: I miei genitori sono abituato a non averli sempre con me, quando ero piccolo tornavo a casa da scuola e loro erano al ristorante a lavorare, passavo il mio tempo a giocare e sapevo che loro c’erano. Io li amavo per questo loro senso di responsabilità, mi hanno sempre lasciato fare con impegno quello che mi faceva stare bene. Mi dicevano di realizzare i miei sogni qualunque essi fossero, attraverso il lavoro”.

Sinner spiega perché ha scelto il tennis allo sci

Da piccolo poteva fare il calciatore o lo sciatore, la scelta è stata un’altra: “Ero forte nello sci da piccolo, nello slalom e nel Gigante poi quando ho provato la discesa libera ero troppo leggero per competere, ho iniziato a giocare a tennis e mi son detto: nello sci fai un errore e perdi, poi ti devi svegliare sempre presto, penso di aver fatto la scelta giusta preferendo il tennis anche se devi crescere veloce per star dietro a tutto. Mi piace l’idea di portare più gente possibile al tennis, serve solo una racchetta e una pallina. E’ il passo più importante che stiamo facendo, tutti noi stiamo facendo qualcosa per il futuro del tennis italiano”.

Sinner su Berrettini e Tomba

Manca però il miglior Berrettini cui Jannik dedica un bel pensiero: “Ci siamo sentiti dopo la finale, mi ha scritto un bellissimo messaggio, spero di vederlo presto e in forma, ci manca nel circuito, ha avuto una wild card. Matteo mi ha aiutato qualche volta, se mi dovesse chiedere qualcosa lo aiuterei con piacere perché ci tengo molto a lui”. Tomba ha detto che Jannik sembra Clark Kent e che vorrebbe sciare con lui: “Io però non mi sento un supereroe, lui è una leggenda ci sentiamo qualche volta, speriamo di andare a sciare insieme, glielo avevo chiesto a Natale ma doveva stare con la famiglia, speriamo si faccia perché sarebbe una cosa bella

Che Sinner si vedrà ora che è l’avversario da battere per tutti? “Si vedrà, il futuro non si può sapere ma per questo vado ad allenarmi il prima possibile, gli avversari conoscono le mie debolezze, la maggior parte di loro ha poco da perdere contro di me ma questa pressione mi piace. Ieri ho scritto al mio team: ragazzi ci dobbiamo preparare perchè dobbiamo lavorare”.

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