Alcaraz-Sinner, anche nella sua variante Sinner-Alcaraz, è già la finale tennistica più epica e esplicitativa della generazione Z. Quasi coetanei, amici quanto basta, rivali leali ma a cui non piace perdere stanno dominando la classifica ATP in un dualismo che annuncia l’inevitabile avvicendamento generazionale del quale è consapevole, fino a prova contraria, anche l’ultimo dei three big Novak Djokovic, terzo incomodo tra i prodigi degli anni 2000 della racchetta.
- Sinner-Alcaraz, grande classico del tennis contemporaneo
- Pechino per Anna Kalinskaya è già finita
- Quando torna in campo Sinner
- L'unione che funziona
Sinner-Alcaraz, grande classico del tennis contemporaneo
L’ultima partita che ha sentenziato la superiorità di Carlitos a Pechino non è che un capitolo della saga che li vede contrapposti, in un uno-due che anticipa un probabile decennio di dominazione tennistica. Ha vinto Alcaraz, ma lo avrebbe potuto fare anche Sinner, ad analizzare la finale che ha registrato la timida presenza di Anna Kalinskaya, che lo aveva raggiunto nel box del suo staff agli US Open, ma non a Milano proprio per preparare al meglio ai tornei asiatici.
Sinner abbraccia Alcaraz a fine match
Pechino per Anna Kalinskaya è già finita
Anna Kalinskaya è uscita di scena martedì 1° ottobre, sconfitta dall’ucraina Yulia Starodubtsewa con un eloquente 7-5, 6-0 ma ha assistito alla finalissima Sinner-Alcaraz da bordocampo, con una felpa viola, molto sportiva, e senza consentire che trapelasse alcuna emozione alle telecamere o all’occhio del fotografo. Sui social circolano alcune foto, pochissime, che la vedono tesa ma altrettanto tranquilla.
Anzi, il gesto a conclusione degli US Open è ormai archiviato. In questo contesto si è mostrata più discreta, ai margini quasi di questo dualismo descritto come ormai rappresentativo sia del livello tecnico del tennis contemporaneo, sia dell’appeal dei due protagonisti.
Quando torna in campo Sinner
Dalla sua per Anna si chiude così, mentre Jannik è già proiettato altrove: il numero uno del ranking mondiale (più vicino a Alcaraz, salito in 2° posizione) si è arreso a Carlos per 6-7, 6-4, 7-6 al termine di una partita combattuta, giocata punto su punto che ha garantito, però, il sedicesimo titolo allo spagnolo. Ma c’è poco tempo utile per rimuginare: Sinner si sposterà a Shanghai, dove è in programma il penultimo Masters 1000 della stagione dal 2 al 13 ottobre.
Secondo il tabellone, l’altoatesino dovrebbe esordire venerdì 4 ottobre al secondo turno, in qualità di testa di serie numero uno del torneo con dall’altra parte della rete il giapponese Taro Daniel; l’approccio mentale potrebbe essere più rilassato non avendo conquistato, la scorsa edizione, un risultato eccezionale (uscì agli ottavi) e una quantità di punti rilevante. Da notare che, inserita nella scatola della memoria questa finale, il tabellone metterà nuovamente uno contro l’altro Jannik e Alcaraz. Lo scontro potrebbe consumarsi già in semifinale.
L’unione che funziona
Anna Kalinskaya potrebbe ricomparire, quindi, per sostenere Sinner superata questa fase critica che aveva lasciato presagire una possibile pausa nella coppia divenuta pubblica quando ormai i rumors non consentivano di tacere oltre, con lo tsunami mediatico scaturito a causa della discussa vacanza in Sardegna e la tonsillite che lo vide saltare le Olimpiadi di Parigi.
Estremamente misurato, anche nel suo ringraziamento ad Anna a fine match quando è stato interpellato nela consueta intervista post partita: “Grazie a chi mi sta vicino, al mio team e alla mia famiglia, a tutti quelli che mi supportano quotidianamente e mi capiscono, e a volte non è facile. Il lavoro non finisce mai. Sono fiero di poter essere in questa posizione, fra pochi giorni ci sarà una nuova opportunità per vincere”, la promessa.
Oggi Anna c’è. E il numero 1 parla anche di lei, spiega senza aggiungere nulla a quel che si vede già.