Meno male che c’è il tennis. Forse ha ragione Angelo Binaghi quando parla di sorpasso dello sport di palline e racchette sul calcio: le soddisfazioni procurate dai campioni azzurri, i tennisti ovviamente, sembrano ancor pù esaltanti adesso che l’Italia del pallone annaspa in una crisi dai contorni paurosi e indefiniti. Fortuna che ci sono Jannik Sinner e Lorenzo Musetti a tener alto il morale degli sportivi tricolori. Tanto che secondo Paolo Bertolucci, “il mondo del tennis ci invidia”. E pazienza se in finale al Roland Garros c’è approdato soltanto il rosso di San Candido: arriverà anche il momento di Lollo.
- Bertolucci: "Sinner-Musetti sarebbe stato il delitto perfetto"
- Roland Garros, Musetti è ormai a un passo dai più grandi
- Sinner, Alcaraz e poi Lollo: cosa manca per arrivare al top
- Sinner-Alcaraz la finale più attesa: il giudizio di Bertolucci
Bertolucci: “Sinner-Musetti sarebbe stato il delitto perfetto”
In una ponderosa analisi sulla Gazzetta dello Sport, l’ex capitano azzurro di Davis osserva: “Una cosa è lampante, chiara a tutti. Il tennis italiano ci ha tenuti attaccati ancora una volta alla televisione, agli smartphone, ai live scoring. Tutti interessati a sapere che avrebbe fatto Musetti con Alcaraz, o se Djokovic sarebbe stato in grado di neutralizzare Sinner. Una volta era solo il calcio, ora questo spazio se l’è preso anche il tennis ed è un bene per lo sport italiano che continua a crescere”. E ancora: “Il delitto perfetto sarebbe stata una finale tutta italiana, per segnare un’altra tacca nella storia tennistica del nostro Paese. Ma se non è stato questa volta, sono certo che in futuro potremo avere altre occasioni”.
Roland Garros, Musetti è ormai a un passo dai più grandi
Bene ha fatto Musetti, secondo Bertolucci, a desistere una volta sfuggita l’opportunità di vincere il secondo set: “Ci siamo goduti un Lorenzo Musetti che per quasi due set interi ha dato spettacolo contro Carlos Alcaraz, prima che il suo fisico cedesse e il tennis dello spagnolo prendesse il largo. Carlos e Lorenzo allietano gli occhi, hanno una fase difensiva pazzesca e tutto questo ci permette di vedere su un solo campo, quando si affrontano, colpi meravigliosi. Hanno mostrato il martello e il fioretto, la piuma e la dinamite, senza dover andare da un campo all’altro”. Con un rimpianto: “Se Lorenzo avesse portato a casa il secondo parziale, a quel punto veramente la strada sarebbe stata molto complicata anche per un fenomeno come Alcaraz“.
Sinner, Alcaraz e poi Lollo: cosa manca per arrivare al top
“Inutile a quel punto rischiare di peggiorare il problema fisico mettendo magari a rischio anche la stagione sull’erba – il pensiero di Bertolucci – che lo scorso anno gli aveva dato tante gioie. La cosa importante è che Musetti lascia il campo con la consapevolezza di non essere lontano da una finale e da una vittoria, e che la forbice con Alcaraz si sta riducendo ogni volta che si affrontano: ultimamente è accaduto spesso”. Secondo l’ex campione, oggi apprezzato commentatore tecnico su Sky, “quando (Musetti, ndr) metterà a punto anche gli ultimi dettagli fisici potrà davvero sedersi al tavolo di Alcaraz e Sinner, che domenica giocheranno la finale più attesa”.
Sinner-Alcaraz la finale più attesa: il giudizio di Bertolucci
Quindi Sinner. Più forte di tutto e di tutti, anche della smaliziata scaltrezza sportiva di un fenomeno come Nole. “Anche un giocatore che sa essere provocatore, che sa sfruttare il pubblico per mettere in difficoltà l’avversario, si è inchinato davanti al numero 1 al mondo riconoscendone appieno lo status. La superiorità di Jannik è lampante, ma non sia riduttivo per un fenomeno come il serbo, capace di vincere 24 Slam e arrivare a un passo dal record assoluto. La palla di Sinner viaggia a una velocità che appartiene alla nuova era del tennis, come anche il dritto di Alcaraz. La differenza tra Nole e Jannik non è tanto anagrafica, quanto tennistica. Prepariamoci, domani assisteremo alla prima finale Slam della nuova era. E l’Italia c’è“.