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Sinner-Wada, colpo di scena: chiesti altri documenti sul caso doping, c'è ancora tempo per il ricorso al Tas

Clamoroso, il termine perentorio per la presentazione dell'appello sul caso Clostebol non è tale per la Wada: chiesti ulteriori documenti all'Itia, l'indagine è ancora in corso.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Sembrava fosse finita. Anche perché il temine per la presentazione dell’eventuale ricorso sembrava essere la mezzanotte del 9 settembre. E, come confermato al Corriere della Sera dalla segreteria del Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport di Losanna, il Tas, chiamato anche CAS, entro quella data non è arrivato alcun documento dalla Wada a proposito del caso Clostebol, relativo alla positività di Jannik Sinner a due controlli eseguiti tra Indian Wells e Miami, in primavera. Allo stesso organo di stampa, però, è arrivato un chiarimento da parte della stessa Agenzia Mondiale Anti Doping: il caso è ancora aperto.

Ricorso Sinner: le precisazione di Wada e Itia

Come riporta il Corsera, da Montreal, sede dell’Agenzia, tengono a far sapere che “il caso è ancora aperto e l’indagine in corso”, vista la richiesta di ulteriore documentazione sul caso Itia. Il comma 13.2.3.5 del Codice Antidoping, infatti, consentirebbe alla Wada di far partire i 21 giorni del termine limite per l’appello dal momento in cui è stata chiesta documentazione aggiuntiva (in questo caso a Itia) e non in base al tempo della sentenza. La stessa Wada non ha però voluto dare indicazioni sulla data in cui ha ricevuto le carte richieste. Le ha date l’Itia a Lapresse: “La documentazione richiesta è stata inviata la scorsa settimana”. Insomma, se ieri sembrava esserci un termine per la presentazione dell’appello, oggi non c’è più alcuna data precisa.

Wada, il possibile appello per il caso Clostebol di Sinner

Quelli della Wada, forse anche per tenere a bada i “forcaioli” come Nick Kyrgios e altri giocatori o ex giocatori che dal primo giorno della vicenda non hanno nascosto il loro punto di vista sulla necessità di squalificare Jannik, hanno subito lasciato aperta una porta: “Valuteremo la possibilità di fare ricorso”. E a quanto pare intendono studiare bene tutti i possibili appigli, le piccole falle della sentenza Itia, per “strappare” almeno una squalifica parziale di Jannik. Il rischio massimo per l’italiano? Quattro o sei mesi di stop. Questo, naturalmente, sempre che il ricorso sia effettivamente presentato e che il Tas giudichi colpevole di negligenza l’altoatesino.

Sinner, le accuse di doping e il ruolo della Nado

Non ha più possibilità di appello, invece, l’agenzia antidoping italiana, la Nado, per la quale non si applica l’articolo citato sopra del Codice Antidoping: un privilegio, evidentemente, riservato solo alla Wada. Anche volendo, solo per l’agenzia tricolore sono scaduti i termini per la presentazione dell’appello. Ora per Sinner, che nel frattempo dopo il trionfo agli US Open si sta godendo qualche giorno di meritato riposo, non resta che attendere gli eventuali sviluppi e le prossime mosse. Il ritorno in campo di Jannik, in ogni caso, resta fissato tra fine settembre e inizio ottobre in Cina, tra Pechino e Shanghai.

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