La situazione in casa Juventus è drammatica, nonostante sia solo il 19 di settembre: 0 punti su 6 in Champions League e 10 su 21 in Campionato, con un desolante ottavo posto in classifica. Bianconeri apparsi svogliati, scollati e sovrastati fisicamente da quasi ogni avversario affrontato finora. A quanto riportano svariati giornali di settore, spogliatoio e dirigenza sono spaccati tra chi sostiene ancora Massimiliano Allegri e chi vorrebbe metterlo alla porta. In un clima pesantissimo, i tifosi juventini si interrogano su chi potrebbe essere l’allenatore giusto per sostituire il mister livornese e, soprattutto, quando operare questo cambio. Dagli alti vertici bianconeri, almeno in apparenza, filtra sostegno nei confronti dell’attuale allenatore, come ha tenuto a ribadire l’AD Maurizio Arrivabene nell’immediato pre gara del match col Monza, perso dalla Juventus per 0-1.
Pablo Montero: un traghettatore con vista…Antonio Conte
Non è un mistero che, nonostante un addio che definire burrascoso è eufemistico, e un passaggio agli acerrimi rivali dell’Inter, Antonio Conte abbia lasciato un ottimo ricordo in merito all’operato nel triennio bianconero 2011-2014. Il suo nome, nonostante il veto imposto da Andrea Agnelli, è sempre stato in cima alla lista dei papabili per tornare a sedersi sulla panchina bianconera, e oggi più che mai è tornato di moda. Un unico “dettaglio”. Il tecnico leccese è legato da un contratto col club londinese del Tottenham che, sì, scadrebbe a giugno del 2023, ma che è del tutto fuori scala per qualsiasi club italiano: ben 17,6 milioni di euro netti. Se Conte dovesse decidere di ridimensionare in maniera considerevole il proprio salario, magari portandolo in linea con quello attuale di Max Allegri (7 netti + 2 di bonus), l’operazione potrebbe concludersi. Posto, ovviamente, che il presidente bianconero acconsenta a seppellire l’ascia di guerra. Ipotizzando una situazione del genere, l’approdo di Conte alla Juventus si concretizzerebbe solo dalla prossima estate, portando a supporre l’impiego di un traghettatore. In tal senso, il nome più gettonato, e dal bassissimo costo, sarebbe quello di Pablo Montero, attuale tecnico della Juventus Primavera. Con un passato da allenatore in Argentina (Rosario Central e San Lorenzo tra le altre), l’ex difensore bianconero ha guidato in Italia solo la Sambenedettese in Serie D. Il salto in Serie A potrebbe essere troppo e si rischierebbe di finire con un Pirlo Bis, ossia con un allenatore troppo inesperto per una piazza come quella bianconera. Dal canto suo, Montero può però vantare capacità di leadership del tutto diverse da quelle di Allegri e potrebbe spronare una compagine sfiduciata, a sufficienza da fargli terminare in maniera dignitosa la stagione.
Thomas Tuchel: invertire la rotta sin da subito e con un big della panchina
L’altra alternativa al vaglio della dirigenza della Juventus è quella di affidarsi sin da subito a un allenatore top, cercando di rimettere in carreggiata una stagione sì iniziata nel modo peggiore, ma che è ancora solo agli albori. Sulla piazza, i nomi che potrebbero possedere queste caratteristiche sono sostanzialmente due: Zinedine Zidane e Thomas Tuchel. Il primo lo escluderemmo a priori, in quanto non è un mistero che stia aspettando la conclusione del Mondiale in Qatar per prendere il timone della nazionale francese. Il tedesco, invece, è attualmente libero dopo l’esonero da parte del Chelsea. Il palmares del tedesco parla chiaro: 1 Coppa di Germania col Borussia Dortmund, tutto in Francia (più volte) col PSG, 1 Champions, 1 Supercoppa Europea e 1 Mondiale per Club col Chelsea. Alla Juventus porterebbe una ventata di aria fresca e potrebbe rivitalizzare l’ambiente, ma le incognite sono comunque molteplici. In prima istanza, la rosa bianconera è stata ritagliata sull’idea di calcio di Allegri e potrebbe non coincidere con quella di Tuchel. In seconda istanza, il problema della lingua, che richiederebbe del tempo per essere appresa. In ultima analisi, l’ingaggio. Al Chelsea, il mister tedesco percepiva 8,5 milioni netti più bonus e chiederebbe come minimo un contratto biennale. Sommando il tutto al restante salario di Allegri, che continuerebbe a percepire anche in caso di esonero, per le casse bianconere sarebbe un impegno non indifferente e che non garantirebbe un’inversione di rotta al 100%.
Con Allegri “fino alla fine”: la soluzione potrebbe arrivare dai preparatori
Prendendo in prestito il motto bianconero e ascoltando le parole della dirigenza juventina, nella persona di Maurizio Arrivabene, lo sviluppo più probabile della questione è che si rimanga con Allegri “fino alla fine”, dando seguito a un progetto che, sin da principio, era stato calcolato su quattro anni. In tal senso, la svolta decisiva potrebbe arrivare “dall’interno”, ossia dal team di preparatori atletici della Juventus. E’ sotto gli occhi di tutto che la squadra finisca la benzina dopo nemmeno mezz’ora di gioco, sintomo di una preparazione atletica scadente e mal fatta. Notizia recente è che verrà dato maggiore potere decisionale a Giovanni Andreini, preparatore atletico di ottima fama e già nello staff di Roberto Donadoni nel biennio alla guida della nazionale. Andreini, attuale Head of Performance bianconero, avrà più potere in termini di supervisione di molti aspetti della preparazione: forza, condizionamento, analisi e così via.
Adesso, però, tocca a te: cosa ne pensi? Quale, secondo te, sarebbe la soluzione migliore per la Juventus? Un traghettatore come Montero o un big sin da subito come Tuchel? Diccelo rispondendo al sondaggio qui sotto!