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Tennis Australian Open, Sinner va come un treno ma teme Khachanov: "Con lui è sempre una battaglia"

Dopo l'ennesima vittoria roboante ottenuta su Baez, Sinner si concentra sulla sfida degli ottavi con Khachanov: "Ha fatto progressi, negli Slam lui si esalta".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Come un treno in corsa, più di un treno in corsa: Jannik Sinner è un fuso lanciato nello spazio, col cielo di Melbourne che di questo passo farà fatica a contenerlo. Batte Sebastian Baez lasciandogli la miseria di 4 game (6-0 6-1 6-3) e mostra una volta di più una sicurezza e una capacità di variare il gioco come mai se n’era avuta contezza prima. Fa capire di essere in uno stato psicofisico invidiabile, e così facendo non può non mettere paura ai suoi rivali. Che hanno capito che contro questa versione di Jannik servirà alzare prepotentemente l’asticella, se non si vorrà fare la fine dei tre agnelli sacrificali incontrati lungo il cammino.

Una superiorità che non ammette repliche

L’attuale versione di Sinner è talmente dominante che viene da chiedersi chi potrà fermare l’ascesa del rosso di San Candido. Che intanto ha raggiunto gli ottavi di finale per la decima volta negli ultimi 12 tornei dello slam disputati, l’11esima assoluta in carriera (solo Pietrangeli con 16 ha fatto meglio, ma l’aggancio è questione di tempo).

Lo ha fatto disintegrando l’argentino, che non ha avuto armi per controbattere alla varietà di colpi dell’allievo di Vagnozzi. Che ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, di aver ampliato notevolmente il proprio ventaglio di scelta: le discese a rete ormai non sono più una rarità e quello slice di rovescio continua a funzionare che è un piacere, mettendo sovente in difficoltà il rivale di turno.

Anche al servizio i conti cominciano a tornare: al di là dei 6 ace, nemmeno troppi pensando alle abitudini recenti, è la capacità di essere performante tanto con la prima (dove ha vinto quasi l’80% dei punti) quanto con la seconda (non altissima, al 54%, ma comunque efficace) a dare il senso della crescita di Jannik. Mai così solido, mai così centrato, mai così superiore sotto ogni aspetto.

La richiesta agli organizzatori: “Fatemi giocare più tardi…”

Baez, va detto, rappresentava un ostacolo non così impervio, almeno non quanto potrebbe esserlo Karen Khachanov, l’avversario che proverà a togliere qualche certezza a Sinner nel match in programma nella notte italiana tra sabato e domenica. A meno che gli organizzatori non decidano finalmente di fare un favore ai milioni di appassionati che dal bel Paese si sono visti costretti a tirare fino all’alba per vedere il loro giocatore preferito.

Velatamente Sinner un messaggio a fine partita lo ha mandato: “Ringrazio tutti coloro che mi sostengono, anche quelli che in Italia restano in piedi durante la notte per vedere le mie partite. Per me è un grande onore sapere di avere tutto questo tifo”.

Insomma, dopo tre match disputati praticamente all’ora di pranzo, Jannik confida che già contro il russo l’orario di inizio possa essere spostato un po’ più in là, se non proprio nella sessione serale (che comincia intorno alle 9 italiane), quantomeno a pomeriggio inoltrato, così da consentire ai suoi tifosi di dormire un po’ di più e non spezzare troppo la nottata. Un desiderio con buone chance di essere esaudito.

Khachanov, ancora tu: una sconfitta slam da vendicare

Khachanov è un rivale che Sinner conosce bene, quantomeno per averlo affrontato già tre volte in carriera. L’ultima però è vecchia ormai quasi tre anni: marzo 2021, Masters 1000 di Miami, vittoria dell’altoatesino in rimonta nel cuore di una notte calda e afosa come poche. Fu uno dei successi che più di tanti altri contribuì alla scalata verso i piani alti al ranking ATP di Sinner, che pure sa perfettamente quanto il russo possa rivelarsi alla stregua di un ostacolo insidioso, specie per la sua spiccata attitudine ad alzare il proprio livello del gioco durante i tornei dello slam (e dunque quando si gioca al meglio dei cinque set).

E proprio contro Khachanov, nel lontano (ormai) 2020, Jannik disputò il primo quinto set della carriera, cedendo nel tiebreak decisivo dopo essere stato avanti due set a zero nel primo turno degli US Open. “Karen è un giocatore molto difficile da affrontare. Abbiamo uno stile di gioco simile, ci piace giocare di ritmo e anche fisicamente siamo in grado di muoverci tanto e coprire bene il campo. Lui ha fatto grandi progressi, anche col servizio sa essere molto più pericoloso ed efficace che in passato. Mi aspetto un’altra battaglia, perché con Khachanov sai quando vai in campo, ma non sai quando avrai finito di giocare”.

Le sensazioni di Jannik: “Non giocare tornei è stata la scelta giusta”

Nei precedenti complessivi, Sinner è avanti 2-1, avendo vinto anche la sfida disputata sempre nel 2021 nel Great Ocean Road (torneo disputato a Melbourne in preparazione all’Australian Open). Tutte sfide terminate all’ultimo set disponibile, a riprova di un equilibrio costante che ha caratterizzato ogni match. Chiaro però che il Sinner di oggi è ben diverso da quello di tre anni fa: al netto dei progressi di Khachanov, attuale numero 17 al mondo (best ranking alla numero 8, ma si parla di estate 2019), il pronostico penderà tutto dalla parte di Jannik.

Che per sua stessa ammissione mai avrebbe pensato di essere già così avanti di condizione. “La scelta di giocare soltanto match di esibizione sta pagando, e questo rende ancor più merito alla programmazione effettuata dal mio staff. Sto bene, mi sento bene, ho delle buone sensazioni ogni volta che colpisco la palla. Non importa il punteggio, importa come si sta in campo e in questo momento tutto sta andando nella direzione giusta”.

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