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Tennis, chi è Luca Nardi: l'idolo Novak Djokovic battuto, l'amicizia con Jannik Sinner e il tifo per il Napoli

Nato a Pesaro nel 2003, Nardi è l'ennesimo enfant prodige del tennis italiano: la famiglia, le passioni, i miti sportivi e la lunga gavetta prima di approdare nella top 100.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Ha appena vent’anni, è nato il 6 agosto 2003 e prima di battere il numero 1 al mondo aveva vinto appena tre partite nel circuito maggiore ATP. Adesso però Luca Nardi lo conoscono tutti. Perché ha eliminato nientemeno che sua maestà Novak Djokovic e proprio nel suo terreno di caccia preferito, Indian Wells. “È Il più forte di tutti”, le parole colme d’ammirazione per Nole dopo l’impresa compiuta da parte dello ‘scugnizzo’ nato a Pesaro ma di sangue napoletano. Papà Dario fa il notaio, è un ex pallanuotista ed è molto conosciuto nella città marchigiana. Luca, invece, ha scelto lo sport delle racchette e mamma Raffaella è la sua prima tifosa. In cameretta ha ancora appesi alcuni poster di Novak. “Non li toglierò più, a questo punto”.

Luca Nardi: la gavetta, i Challenger e i primi successi

Ennesimo enfant prodige del tennis italiano, Nardi ha due anni in meno di Sinner e uno di Musetti. Al tennis si è avvicinato sulle orme del fratello Niccolò e, quando aveva 14 anni e 10 mesi, è diventato l’italiano più giovane di sempre a guadagnare un punto ATP. Nel 2020, a marzo, ha vinto il suo primo titolo: il torneo ITF M15 di Sharm el-Sheikh, battendo in finale il canadese Jaroslav Pospisil. Poi è arrivato il Covid e la sua scalata ha subito un rallentamento. Nel 2022 il primo Challenger a Forlì, pochi mesi dopo il secondo a Lugano. Ne vincerà un altro a Manacor, dopo aver giocato a Roma e ad Amburgo. E ha chiuso l’anno centrando la sua prima vittoria in un incontro ATP, ad Astana su Alexander Shevchenko.

L’ossessione diventata realtà: entrare nella top 100

Nel 2023 ha scalato altre vette conquistando altri due Challenger, Porto e Matsuyama, e guadagnandosi la qualificazione alle Next Gen Finals. Dove però ha ottenuto una sola vittoria ai gironi, a spese di Flavio Cobolli. La sua ossessione? Entrare nella top 100. Ci ha provato l’autunno scorso, quando ha giocato un Challenger dopo l’altro in Giappone. Ci è riuscito dopo il clamoroso exploit a Indian Wells, sotto l’egida del coach che lo ha aiutato a crescere: Giorgio Galimberti. Prima il ripescaggio da lucky loser, poi il successo su Zhizhen Zhang, quindi il “miracolo” contro Novak Djokovic. Ora è tra i primi 100 al mondo e l’obiettivo è arrivare ancora più su.

Luca Nardi e il rapporto speciale con Jannik Sinner

Cresciuto ammirando Roger Federer e Novak Djokovic, Nardi ha in Jannik Sinner il suo punto di riferimento. Simone Vagnozzi, coach dell’altoatesino, è marchigiano come lui. Più volte i due si sono allenati insieme, avrebbero dovuto farlo anche nei mesi scorsi in Spagna ma Nardi s’è fatto male a un piede e a dovuto declinare l’invito. “Ammiro Jannik per quello che sta facendo”, ha detto di recente. “Ho avuto la possibilità di esercitarmi con lui molte volte. Cerco sempre di imparare da lui, perché è un ragazzo molto simpatico, un gran lavoratore, ed è molto bello quello che sta facendo per l’Italia, per il tennis che sta diventando sempre più popolare. Spero di potermi unire a lui, non con i suoi risultati, ma non si sa mai”.

Napoli, calcetto, padel e…sushi: le passioni di Nardi

Nardi è appassionato di calcio ed è tifosissimo del Napoli, passione ereditata da papà Dario con cui spesso si confronta in accese discussioni sull’andamento degli azzurri, che segue con toni sanguigni. Non ama soltanto la racchetta da tennis: è infatti un provetto giocatore di padel. Il calcetto l’altro “vizio” che si concede, insieme agli amici di sempre. A tavola ha una predilezione speciale per il sushi, a scuola ha frequentato il liceo scientifico. Adesso la sua vita è il tennis. Provando a realizzare un “miracolo” dopo l’altro.

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