“Ti do un appuntamento, dove e quando non lo so, ma so soltanto che ritornerò”. Chissà se Rafa Nadal ha canticchiato i celebri versi di José Feliciano prima di concedersi dei curiosi durante un evento al Tennis Clinic, la struttura diretta dal suo medico di fiducia, il dottor Angel Ruiz Cotorro.
In quei versi però sta tutto il Rafa pensiero: tornare a giocare è una certezza, quando avverrà però ancora non è dato sapere. Con l’Australian Open che rimane sullo sfondo, l’obiettivo al quale Rafa sta puntando ormai da mesi, complice un 2023 nel quale ha disputato la miseria di 4 match tra United Cup e appunto i due turni del primo slam della stagione (bilancio peraltro negativo: tre sconfitte e una vittoria, contro Draper).
- Passi avanti importanti: il rientro si fa più concreto
- L'ambizione di tornare ad essere un giocatore
- L'ultimo grande sogno: a Parigi 2024 con Alcaraz
Passi avanti importanti: il rientro si fa più concreto
La certezza, a sentire le parole di Nadal, è che il un ultimo ballo se lo concederà. Se sarà una passerella d’addio in senso stretto o un ultimo giro di giostra per provare a vincere qualcosa, questo rimane un grosso dilemma.
“Penso che continuerò a giocare, è una cosa che in questi mesi non avevo mai detto con convinzione, ma ora sento di poterlo fare e sono contento di avere la certezza di poter dire di essere ancora un giocatore”,
ha spiegato il mancino di Manacor. Che però ha ribadito di non sapere ancora i tempi e le prospettive reali del suo ennesimo ritorno alle competizioni.
“Qualche settimana fa non sarei stato in grado di dire se il mondo ATP avrebbe potuto accogliermi nuovamente. Ora però, dopo aver lavorato sodo per tanti mesi, ho la possibilità di affacciarmi al nuovo anno con ottimismo e fiducia. Ho fatto passi importanti, i segnali arrivati sono tutti abbastanza positivi, quindi mi auguro solo che le cose procedano bene nelle prossime settimane, così da poter annunciare una data o fissare un obiettivo più concreto”.
L’ambizione di tornare ad essere un giocatore
Tornare è un conto, farlo da protagonista è un altro. Nadal ne è pienamente consapevole, tanto che nella sua testa il dubbio di non riuscire ad essere più competitivo come un tempo s’è fatto strada. La risposta però, come spiegato dal giocatore maiorchino, la potrà offrire solo e soltanto il campo.
“Non conosco il livello con il quale potrò tornare a giocare. Di sicuro non ho perso la speranza di giocare a tennis, e questa è già una base solida dalla quale ripartire. In questa fase mi sto allenando con regolarità e continuità, e questa è una cosa piacevole anche a livello di sensazione.
Sto passando un bel periodo, vicino alla mia famiglia e consapevole di poter avere ancora una chance per tornare. Non giocando da un anno, la mia ambizione attuale è soltanto quella di rimettere piede in campo e tornare a sentirmi un atleta a 360 gradi. Le vittorie ora vengono in secondo piano: so che sarà durissima recuperare il livello di tennis che avevo raggiunto fino a un anno e mezzo fa, ma se torno è per essere competitivo. E per divertirmi”.
L’ultimo grande sogno: a Parigi 2024 con Alcaraz
Il 2024, secondo i rumors dei ben informati, dovrebbe rappresentare per Nadal una sorta di anno di celebrazione e di commiato dal tennis. Il sogno mai nascosto è quello di scendere in campo a Parigi, sui campi del Roland Garros, non tanto a maggio nello slam “di casa” (14 vittorie in carriera: probabilmente nessuno potrà mai avvicinare un simile record), quanto a inizio agosto per il torneo olimpico, lui che peraltro una medaglia d’oro a cinque cerchi l’ha già conquistata nel 2008 a Pechino.
Tra i suoi desideri c’è quello di giocare il torneo di doppio in coppia con Carlos Alcaraz, il suo erede designato, col quale formerebbe una coppia “intergenerazionale” per provare a regalare alla Spagna una medaglia pesante e a suo modo unica.
Dipenderà dalle condizioni fisiche di Rafa, che s’è preso un intero anno per provare a spingere il suo corpo verso un’ultima grande sfida, pensando anche al livello alto del tennis attuale, dove oltre alla tecnica anche la parte fisica e atletica è stata portata a livelli mai visti prima. Come ha fatto Nadal negli ultimi due decenni, alzando l’asticella e divenendo un simbolo per intere generazioni di appassionati.