Più passano le ore e più aumenta la rabbia. Già, perché la sensazione è quella fortissima di un torneo che Jannik Sinner avrebbe potuto portare tranquillamente a casa. E invece l’avventura al Masters 1000 di Parigi del tennista di punta del movimento azzurro è durata lo spazio di una partita, giocata per giunta di notte e vista da pochissimi spettatori. Una sorta di legge del contrappasso per le tv che dettano legge su orari e programmazione dei tornei, ma anche per gli stessi organizzatori, che per riempire il Centrale di Parigi-Bercy hanno perso una stella che avrebbe reso più entusiasmanti le fasi finali del torneo stesso.
- Volandri difende Sinner e attacca l'organizzazione parigina
- Per il Ct dell'Italia di Davis la soluzione era a portata di mano
- Le prossime sfide di Sinner: ATP Finals e Coppa Davis
Volandri difende Sinner e attacca l’organizzazione parigina
A rincuorare Sinner e a condividere con forza la sua decisione di lasciare anzitempo il torneo parigino in polemica con gli orari folli è Filippo Volandri. Il Ct della Nazionale italiana di Davis, interpellato dall’Adnkronos, punta il dito contro l’organizzazione:
Quanto successo a Sinner a Parigi-Bercy si poteva evitare, perché si è trattato di un qualcosa di reiterato. Per tre giorni di fila hanno sempre finito tardissimo di giocare, con la differenza che Jannik, iniziando il torneo di mercoledì, avrebbe giocato tutti i giorni. Non esiste proprio. Sono orari che, se il giorno dopo devi rigiocare, non ti danno il tempo necessario per recuperare, per dormire, per essere pronto per il giorno successivo. Non ci dimentichiamo che siamo a fine stagione, e i giocatori sono oggettivamente stanchi dopo una stagione lunga. A volte il torneo di Bercy si lamenta di non avere i migliori giocatori, ma se continuano a farli giocare alle 2.30 di notte non li invoglia di certo a venire.
Per il Ct dell’Italia di Davis la soluzione era a portata di mano
Chi ci guadagna a far giocare un campione come Sinner nel cuore della notte? Nessuno, secondo Volandri:
Sono tutti penalizzati, il pubblico, le tv, i giocatori e lo stesso torneo. Non ha senso mettere sei incontri sul Centrale alle 11, è un rischio troppo alto. Se potevano rifiutarsi di giocare? No, proprio per rispetto del sistema e delle persone che erano rimaste lì. Ovviamente i conti li fai dopo, e avendo giocato due ore e mezza, finito a quell’orario e dovendo giocare alle 17 il giorno successivo con un giocatore che aveva giocato molto prima, si è scelto di non farlo. Certo l’incontro invece delle 17 si poteva programmare alle 19.30 o 20.30. Si poteva fare di meglio.
Le prossime sfide di Sinner: ATP Finals e Coppa Davis
Adesso però è tempo di guardare al futuro. C’è una preparazione da cadenzare in vista dei fondamentali appuntamenti di fine stagione:
A me interessa Jannik, la sua salute, la sua crescita dato che ha ancora grandi margini di miglioramento e lavora per diventare il n°1. Il resto viene dopo. Chi ci ha rimesso è Sinner in primis, il torneo e il sistema, però bene che avvenga perché così si rendono conto. È vero che i giocatori vengono pagati bene, ma non per questo devono essere pronti a fare qualsiasi cosa.
Oltre che in campo alle ATP Finals di Torino, Sinner sarà il faro dell’Italia alle finali di Coppa Davis a Malaga:
Noi vogliamo arrivare in fondo, siamo una squadra forte che può ambire al titolo. Se non sarà quest’anno, sarà uno dei prossimi anni, ma lavoriamo ovviamente per questo. Comunque non ci siamo solo noi, perché c’è la Serbia, il Canada che ha vinto l’anno scorso, l’Australia che è una squadra che arriva sempre in fondo, e un’Olanda da battere nei quarti che come si è visto anche questa settimana ha dei giocatori molto forti.
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