Caroline Wozniacki aveva voglia di sentirsi nuovamente una giocatrice d’alto livello. E ha impiegato poco per dimostrare alle colleghe e rivali che il tocco magico è ancora una pregiata specialità della casa: dopo 3 anni, 7 mesi, 15 giorni e (soprattutto) due figli (Olivia e James) la fuoriclasse danese è tornata in campo a Montreal, superando agevolmente con un doppio 6-2 l’australiana Kimberly Birrell.
- Caroline, un ritorno dolce
- Cosa vuol dire sentirsi completa
- Tornare a competere dopo aver messo su famiglia
- Numeri da fuoriclasse
- La sportiva più influente al mondo
- Un fatto di forza interiore
- Subito contro Marketa Vondrousova
Caroline, un ritorno dolce
Un ritorno tutto sommato “dolce” per una delle atlete che hanno segnato in maniera più marcata il decennio passato, che nel gennaio 2020 aveva annunciato che avrebbe disputato agli Australian Open l’ultimo torneo della sua mirabolante carriera.
Un tempo in cui la parola Covid era ancora sconosciuta (sarebbe diventata dominante qualche settimana più tardi), con la tunisina Jabeur a prendersi i riflettori nel giorno dell’ultima gara ufficiale dell’ex numero uno del mondo. Che pure strada facendo ha capito che certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. E quello per il tennis, al netto della meravigliosa famiglia che ha creato, è l’amore più grande della sua vita.
Cosa vuol dire sentirsi completa
Prima di imbracciare di nuovo la racchetta, Caroline ha ammesso di averla tenuta lontana da sé per oltre due anni. Ma quando l’ha ripresa s’è accorta che il mondo è come se si fosse fermato.
Mio padre mi ha osservato durante i primi allenamenti e mi ha detto di non avermi mai visto così felice e divertita. Stavo facendo qualcosa che mi rendeva una persona migliore e completa, ed è per questo che ho deciso di tornare nel circuito.
Tornare a competere dopo aver messo su famiglia
Una scelta vista da qualcuno con malcelato scetticismo, e da altri come una conferma di ciò che lo sport può generare nella vita di un atleta di successo. Perché tornare a competere dopo aver messo su famiglia non è semplice, pensando anche alla voracità con la quale il tennis inghiotte talenti e prospettive.
Ho parlato con molte mamme che avevano rinunciato alle loro carriere nei più disparati ambiti e ho capito che quello che volevo era riprendere in mano il controllo della mia vita. Non che non stessi bene in famiglia, anzi: con David (Lee, ex giocatore dei Golden State Warriors), Olivia e James tutto va a meraviglia, ma sentivo che mancava qualcosa per completarmi come persona e individuo. Ho capito che ciò di cui avevo bisogno era tornare a fare quello che più mi piaceva, e il tennis ha rappresentato una parte importante della mia esistenza. So che tornare a giocare comporterà sacrifici e magari i risultati non saranno pari a quello che ho raccolto in passato, ma ciò che conta è stare bene con se stessi.
Numeri da fuoriclasse
Wozniacki, classe 1990, ha conquistato in carriera un titolo slam (gli Australian Open 2018) e ha vinto le ATP Finals nel 2017. È stata numero uno al mondo per 71 settimane, complici i 30 tornei ATP conquistati nell’arco di una carriera che ha vissuto i momenti più alti tra il 2010 e il 2012 e nel biennio 2017-2018.
Quando annunciò il ritiro alla vigilia degli Australian Open 2020 motivò la scelta anche con la consapevolezza di essere affetta da artrite reumatoide, malattia che aveva scoperto di avere già nel 2018.
La sportiva più influente al mondo
In quello stesso anno Wozniacki venne eletta dalla prestigiosa rivista Forbes come la sportiva femminile più influente al mondo, prima tennista di sempre ad essere scelta nella categoria, con ESPN che la elesse tra le 100 personalità sportive più importanti posizionandola alla numero 66 (quarta tra le donne).
In carriera ha sfondato la quota dei 35 milioni di dollari di montepremi, eredità della straordinaria statistica che l’ha vista conquistare almeno un titolo WTA per 11 stagioni consecutive, dal 2008 al 2018.
Alla storia la danese c’è passata anche per la relazione con il golfista Rory McIllroy, col quale nel 2014 aveva deciso di convolare a nozze, salvo poi annunciare a poche settimane dal fatidico giorno che il compagno era tornato sui suoi passi, decidendo di concentrarsi sulla propria carriera e di fatto decretando la fine della relazione.
Un fatto di forza interiore
La convivenza con la malattia autoimmune ha fatto si che Caroline nel corso degli anni scoprisse sempre più cose nuove di se stessa, oltre che del problema stessa. Con la piattaforma AdvantageHers la tennista ha deciso di creare una vera e propria community nella quale ogni donna affetta da malattie infiammatorie croniche può confrontarsi e cercare soluzioni e rimedi per condurre una vita migliore.
La sensibilità mostrata dalla Wozniacki l’ha resa una delle giocatrici più ammirate e rispettate del circuito, e in tante hanno esultato quando l’hanno sentita annunciare il proprio ritorno in campo.
Subito contro Marketa Vondrousova
Nel secondo turno a Montreal arriverà subito un incrocio bello tosto: Marketa Vondrousova è stata la rivelazione dell’estate, avendo messo le mani sul trofeo più prestigioso dell’universo femminile, cale a dire quello di Wimbledon.
E sarà un test probante per la ritrovata Caroline, che pure ha fatto capire di non essere tornata per fare la comparsa. La 647esima vittoria in carriera è stata soltanto l’inizio della sua seconda vita da tennista: le note di “Sweet Caroline” sparate dall’altoparlante di Montreal stanno a testimoniare quanto è dolce la strada che può condurre nuovamente alla gloria.