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Milan, Theo espulso dopo il fischio finale: cosa ha fatto e quante giornate rischia

Il terzino francese ha rimediato un cartellino rosso pesante al termine del match al Franchi contro la Fiorentina: la ricostruzione

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Marco Festa

Marco Festa

Giornalista

Frequentatore di stadi ed esperto di calcio, ama agganciare e far domande a idoli e futuri campioni. Anzi, spesso precorre gli addetti ai lavori e li scova prima di loro

Il danno oltre la beffa. Theo Hernandez è stato espulso dopo il fischio finale di Fiorentina-Milan 2-1, dove ha sbagliato anche un rigore, e ora attende la decisione del Giudice Sportivo per conoscere quante partite di Serie A dovrà saltare. La partita al Franchi, decisa dai gol di Adli, Pulisic e Gudmundsson, era ormai finita quando in campo è accaduto qualcosa che ha portato all’allontanamento dal campo del terzino francese.

Fiorentina-Milan, Theo Hernandez espulso: perché

Ma cosa è successo? Una delle ricostruzioni nel post-partita è stata affidata all’ex arbitro Graziano Cesari. Nel corso di Pressing, su Italia 1, Cesari ha analizzato i motivi per cui Pairetto potrebbe essere arrivato ad assumere la decisione di allontanare dal campo Theo Hernandez: “Difficile ipotizzare cosa abbia detto Theo a Pairetto, non ci sono immagini chiare: non sappiamo se sia un’offesa al direttore di gara o una contestazione sul suo operato. Certo è che l’arbitro, quando ci sono partite così tese, a fine partita dovrebbe sbrigarsi ad allontanarsi dal campo di gioco proprio per evitare situazioni del genere”.

Che cosa ha detto all’arbitro Pairetto

Dunque, è probabile che sia volata qualche parolina di troppo. Sandro Sabatini ha aggiunto: “Probabilmente è stata un’offesa, non credo l’avrebbe espulso per aver contestato l’operato: è anche capitano”. Proprio in virtù della fascia di capitano sul braccio, regolamento alla mano, Theo Hernandez rischia almeno due giornate di squalifica. Tornerebbe, dunque, a disposizione per il match interno contro il Napoli.

Una stagione tra luci e ombre per il capitano

Intanto, continua tra luci e ombre la stagione del cursore di fascia transalpino: decisivo con i suoi gol contro Venezia e Lecce, autore di un assist proprio contro la Fiorentina (oltre a quello per Morata contro lo stesso Lecce), ma che ha fatto parlare a lungo di sé per il famigerato caso cooling break: all’Olimpico, contro la Lazio, insieme a Leao, decise di non ascoltare le indicazioni di Fonseca che non lo aveva fatto partire titolare al pari del suo compagno di squadra portoghese.

Un caso poi rientrato, ma un avvisaglia del carattere fumantino del biondo stantuffo mancino. Genio e sregolatezza che si sono confermate con un episodio non inedito nel calcio, ma che testimonia un temperamento che spesso sconfina in comportamenti che rischiano di essere penalizzanti: sia per Theo stesso sia per la squadra.

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