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Thiago Motta, dal Triplete alla panchina

L’italo-brasiliano tra i nuovi protagonisti della Serie A

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Thiago Motta, dal Triplete alla panchina

È naturale associare il nome di Thiago Motta a quello di squadre come Genoa, Inter e Paris Saint-German. Infatti, non bisogna andare troppo indietro nel tempo per ricordarsi di quel centrocampista che, nonostante gli innumerevoli infortuni, ha portato a casa titoli con la T maiuscola. Sebbene la nostra mente sia abituata a immaginarselo in campo a difendere la maglia della Nazionale italiana, oggi si deve adattare a vederlo in un nuovo ruolo: quello dell’allenatore.

Tutto ha inizio in Brasile

Thiago Motta nasce e cresce in Brasile ed è proprio qui che fa il suo debutto nel mondo del calcio. Parte dalle giovanili del Juventus-SP per poi essere ingaggiato dal Barcellona su consiglio di Llorenc Serra Ferrer, allora direttore tecnico del club. Dopo aver disputato le prime tre stagioni con la squadra B, Motta esordisce al Camp Nou a ottobre del 2001 in occasione della gara contro il Maiorca vinta per 3-0 dai blaugrana. Il suo debutto al Camp Nou segna l’inizio di due stagioni ricche di soddisfazioni per l’italo-brasiliano che diventa un pilastro del centrocampo del Barcellona. La sua tecnica, forza fisica e abilità nel gioco aereo gli garantiscono un posto da titolare in quasi tutte le partite, arrivando a collezionare, nella stagione 2002/03, 26 presenze con i bluagrana. Tuttavia, a inizio della stagione 2004/05, la fortuna sembra essere terminata per lui: l’11 settembre, in occasione della partita contro il Siviglia, si rompe i legamenti del ginocchio destro. Per Motta questo è il primo di una svariata serie di infortuni che diventeranno una costante della sua carriera.

Dalla Spagna all’Italia

Nell’estate del 2007 passa all’Atletico Madrid dove incontra subito un ostacolo: al suo esordio con la maglia dei colchoneros si rompe il menisco interno del ginocchio sinistro. Un infortunio che gli costa uno stop prolungato e che gli permette di giocare solamente sei partite con i rojiblancos (quattro da titolare e due da subentrante). Al termine della stagione, la dirigenza dell’Atletico non gli rinnova il contratto e l’italo-brasiliano rimane svincolato. A settembre 2008, all’età di 26 anni, il destino lo conduce nel Bel Paese, la sua seconda casa. Arriva, infatti, la chiamata del Genoa con cui fa il suo esordio in Serie A il 19 ottobre in occasione del match Genoa-Siena. Con i rossoblù può finalmente tirare un sospiro di sollievo: dopo solo 10 giorni dal suo debutto segna il suo primo gol in campionato e dà inizio a una stagione ricca di vittorie e soddisfazioni personali. Grazie alla sua regia e ai gol di Diego Milito, il Grifone riesce a qualificarsi per l’Europa League sfiorando l’approdo in Champions League, mancato solo per il bilancio sfavorevole negli scontri diretti con la Fiorentina.

L’Inter e il Triplete

Il 20 maggio 2009, dopo l’annuncio del presidente del Genoa Enrico Preziosi, Thiago Motta diventa un nuovo giocatore dell’Inter. Ad accompagnarlo in questa nuova avventura è il suo compagno di squadra, Diego Milito. Fa il suo esordio con la maglia nerazzurra nel match di Supercoppa italiana contro la Lazio e, il 23 agosto seguente, arriva anche quello in campionato contro il Bari. Per l’italo-brasiliano, che realizza il suo primo gol in neroazzurro dopo solo sei giorni dal suo debutto in Serie A, sta per iniziare una stagione da sogno. Il 5 maggio solleva il suo primo trofeo in Italia: con una vittoria contro la Roma all’Olimpico, Motta conquista la sua prima Coppa Italia. Nell’arco di un mese, insieme ai nerazzurri guidati da Mourinho, il centrocampista italo-brasiliano vince altri due titoli: lo scudetto, che arriva il 16 maggio dopo la gara contro il Siena, e la Champions League vinta il 22 maggio contro il Bayer Monaco. La Champions, però, non è il suo ultimo titolo del 2010: a dicembre dello stesso anno conquista anche un Mondiale per club che va ad arricchire ulteriormente il suo palmarès. A differenza della stagione precedente, in quella del 2010/11 non si respira lo stesso profumo di rivalsa personale: per il centrocampista si susseguono una serie di infortuni che non gli consentono di essere decisivo come vorrebbe. Ad addolcire la pillola, però, arriva la sua seconda Coppia Italia che vince insieme ai nerazzurri battendo in finale il Palermo per 3-1. Dopo tre anni in cui ha raccolto 83 presenze ufficiali, 12 gol e 6 titoli, giunge per lui il momento di dire addio alla Beneamata e all’Italia: arriva la chiamata del PSG.

In Francia tra alti e bassi

A gennaio 2012 sigla con il Paris Saint-German e, durante la sua presentazione ufficiale, ammette che la sua è stata una scelta personale dettata dal bisogno di cambiamento. Esordisce nel campionato francese a febbraio 2012 nel match contro l’Evian TG e realizza la sua prima rete solamente nel mese di aprile. La sua prima stagione in Ligue 1 non è delle più entusiasmanti: sotto la guida di Carlo Ancelotti non riesce a trovare spazio e non sono poche le partite che guarda direttamente dalla panchina. Termina la stagione collezionando solo 15 presenze, ma portando a casa un titolo in più: il campionato. L’anno seguente, con l’addio di Ancelotti e l’arrivo di Laurent Blanc sulla panchina dei Rossoblù, il centrocampista italo-brasiliano riesce a riguadagnarsi un posto da titolare in squadra. Conclude la stagione con una Supercoppa di Francia e un secondo campionato francese, titolo che vince per altre tre volte negli anni seguenti. A maggio 2018 annuncia la sua volontà di appendere gli scarpini al chiodo al termine della stagione e di intraprendere la carriera da allenatore che inizierà proprio con i Parigini.

La maglia azzurra

Avendo la doppia cittadinanza, Thiago Motta ha avuto l’occasione di giocare con entrambe le nazionali: quella brasiliana e quella italiana. Con la prima, in nazionale maggiore, è stato convocato solo due volte, ma ha fatto parte della rappresentativa U-17 e U-23, con cui si posizionato al secondo posto nella CONCACAF Gold Cup 2003. Il suo esordio con la maglia azzurra, invece, risale a febbraio 2011 nella partita pareggiata 1-1 contro la Germania. Realizza il suo primo gol con la Nazionale italiana il 25 marzo nel match contro la Slovenia, partita valevole per le qualificazioni all’Europeo 2012. Viene convocato per Euro 2012 e arriva a disputare la finale contro la Spagna (persa per 4-0), ma lascia il campo dopo solo tre minuti a causa di uno stiramento muscolare. Partecipa anche al Mondiale 2014 e disputa tutte e tre le gare con la maglia azzurra prima che la Nazionale venga eliminata nella fase a gironi. Dopo quasi due anni di assenza dalla Nazionale viene convocato dal CT Antonio Conte per le amichevoli contro Spagna e Germania. Scende in campo anche per l’Europeo 2016 giocando quattro partite su cinque (a causa di un’espulsione agli ottavi contro la Spagna) e chiudendo così la sua carriera come giocatore della Nazionale Italiana.

Dal centrocampo alla panchina

A luglio 2018 diventa il nuovo allenatore dell’U-19 del Paris Saint-Germain. Riparte, dunque, dalla squadra che lo ha visto salutare il campo nelle vesti di giocatore. Tuttavia, la sua permanenza in terra francese non è per niente duratura: a termine della stagione, nonostante il secondo posto in classifica e il raggiungimento degli ottavi di finale della Youth League, decide di rescindere il contratto con la società parigina.

Di nuovo in Rossoblù

Il 22 ottobre 2019 fa ritorno in una delle squadre che lo ha visto protagonista di numerose prodezze e vittorie: il Genoa. L’inizio sembra veramente promettente: ottiene una vittoria per 3-1 contro il Brescia allo Stadio Luigi Ferraris e, oltretutto, le tre le reti sono realizzate da tre subentranti diversi. Tuttavia, il prosieguo non è dei migliori e, dopo 10 partite in cui raccoglie solo due vittorie e con la squadra all’ultimo posto della classifica, viene esonerato. È tempo di riflessione per l’italo-brasiliano che decide di rimboccarsi le maniche con lo studio e migliorare la sua formazione. Così facendo, a settembre del 2020, ottiene l’abilitazione come allenatore professionista di Prima categoria- UEFA Pro e a luglio dell’anno successivo viene nominato nuovo tecnico dello Spezia.

Una nuova avventura in terra ligure: la tenacia di Motta

A luglio 2021 Thiago Motta sigla un contratto di tre anni con lo Spezia aprendo così una nuova parentesi nella sua carriera da allenatore. Da qualche mese sulla panchina degli Aquilotti, l’italo-brasiliano ha già dovuto affrontare un quasi esonero, scampato grazie alla vittoria sul Napoli il 22 dicembre. Reduce da una serie di sconfitte (l’eliminazione in Coppa Italia contro il Lecce e il pareggio casalingo contro l’Empoli), il destino di Motta sembrava già essere segnato, ma la vittoria sui partenopei gli ha permesso di essere salvato in extremis. Come una fenice che risorge dalle sue ceneri, l’allenatore italo-brasiliano sembra che si stia riscattando sul campo portando a casa tre vittorie consecutive. Motta, infatti, batte la sua ex squadra, il Genoa, e vince anche a San Siro contro il Milan e contro la Sampdoria di Giampaolo. Piano piano, complice il suo 4-5-1 che richiede un pressing alto e una costruzione che parte dal basso, il tecnico degli Aquilotti sta prendendo quota salendo a 25 punti dopo 23 giornate. La strada è ancora lunga, ma il Borracho, come amava chiamarlo Milito, sembra non voler mollare.

Il modulo di Motta: 4-5-1

Ogni allenatore ha il suo modulo preferito e quello di Thiago Motta è il 4-5-1. Il sistema di gioco dell’allenatore italo-brasiliano ha alla base una costruzione dal basso (con le combinazioni dei centrali con i terzini) e un pressing alto. Motta, dunque, predilige un gioco palla a terra ed il palleggio sulla trequarti, piuttosto dei cross alti dal fondo o dei lanci lunghi. Come si osserva dai risultati in campionato, il suo è un modulo con dei punti di forza e di debolezza. Tra i primi troviamo sicuramente la qualità sugli esterni sia difensivi (spicca il nome di Bastoni), sia offensivi (Gyasi e, a sorpresa, Antiste). Tra i punti di debolezza, invece, emerge la difesa: i difensori peccano sulle salite che non sono sincronizzate e sbagliano spesso le uscite palla al piede fornendo agli avversari la possibilità di ripartire. Nonostante ci siano delle mancanze da colmare e degli errori da correggere, Motta ha già iniziato a perfezionare il suo sistema di gioco e a dimostrare di poter essere un pericolo per gli avversari.

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