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Scommesse, Tonali: "Squalifica, una sfida, ero vuoto. Spalletti l'ho sentito poco. Italia? Una liberazione"

Il centrocampista azzurro e del Newcastle ha raccontato del suo percorso verso il ritorno al calcio giocato, tra i mesi della squalifica e il segreto per non arrendersi

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

“Una liberazione”, così Sandro Tonali racconta il ritorno in campo con la nazionale dopo la squalifica di dieci mesi (più otto) per il caso calcioscommesse che, di fatto, gli fatto perdere interamente la stagione passata. Tra il ricordo di quei momenti lontani dai riflettori e la spinta che lo ha aiutato a riprendere in mano la propria carriera, il centrocampista del Newcastle, ha ripercorso in una sentita intervista tutti i passaggi chiave verso il rientro.

La lettera a Santa Lucia

Sandro Tonali si confessa alla tv della nazionale italiana, VivoAzzurroTv, ripercorrendo nell’intervista Sandro Tonali – Questo sono io gli ultimi difficili mesi segnati dalla squalifica per il calcioscommesse, raccontando come li ha vissuti, tra voglia di tornare in campo e il legame con quel bambino che nella sua lettera a Santa Lucia chiedeva di poter diventare un calciatore con la maglia del Milan: “Non ricordo il momento esatto in cui l’ho scritta, ma quando la rivedo e la rileggo mi ricordo il pensiero che avevo in quel momento, che ero un bambino tifoso con la voglia di giocare a calcio“.

Un percorso necessario

“Lo scorso anno è stato un percorso molto duro, ma molto produttivo, ma mi ha aiutato tanto e così hanno fatto anche le persone intorno a me. E non solo per il lavoro che ho fatto fuori dal campo…. ora mi sento di essere nuovo, con nuove idee anche dentro al campo. Porterò sempre dentro il ricordo di questo anno lontano dal campo, perché è giusto che io non lo debba dimenticare“, ha spiegato il numero 8 della nazionale azzurra.

La liberazione

Tonali ha poi parlato della gara giocata contro la Francia lo scorso 6 settembre in Nations League: “È stata un po’ come una liberazione. Nelle prime partite a Newcastle avevo vissuto molto a livello emozionale e poco a livello calcistico, trovando un equilibrio tra le due cose. Questa, invece, l’ho vissuta totalmente a livello calcistico. Era la mia terza partita e non avevo più l’ansia e l’emozione della prima. È stato molto bello. È venuto tutto in maniera naturale”.

La grande sfida di Tonali

Sul percorso obbligato per tornare in campo durante la squalifica l’ex Milan ha rivelato: “Io credo che, quando un giocatore si allena per tutta la settimana senza il suo obiettivo finale, che è la partita, provi un senso di vuoto dentro. Io mi sono fatto delle domande in quel periodo, perché non era semplicissimo stare il primo anno lontano da casa senza fare una partita ufficiale. Dovevo solamente tenere il livello fisico. Questa era la grande sfida: affrontare tutto l’anno nella maniera più seria possibile. E così ho fatto”.

Il rapporto con Spalletti

Spalletti? Il rapporto con il mister è stato molto importante. Non ci siamo sentiti tantissimo, ma ci siamo sentiti nei momenti giusti e più importanti. Mi ha fatto sentire la sua vicinanza. Ci siamo sentiti anche prima e dopo l’Europeo. Sperava di ritrovarmi in una forma normale, non benissimo. Ovviamente, era difficile dopo un anno fermo ritrovare tutti i minuti solamente dopo una settimana di partite, però, abbiamo fatto nel migliore dei modi tutto quello che potevamo”.

Il segreto della nuova Italia

Sul segreto della nuova Italia, rinata sulle ceneri di quella uscita a pezzi dall’Europeo, Tonali non ha dubbi: “Stiamo lavorando su un aspetto che è quello della semplicità, ognuno fa quello che sa fare nel migliore dei modi, senza inventarsi niente. Questa semplicità con cui stiamo giocando valorizza tutti. Ognuno aiuta il proprio compagno, non ci sono individualismi. Tutti abbiamo il sogno di lottare e vincere ogni singola gara e provare a riuscire a portare a casa trofei. Una vittoria con la nazionale vale per sempre e vale molto più di qualsiasi altra cosa”.

Il consiglio ai giovani

Infine, un consiglio ai ragazzi che si avvicinano al mondo del calcio e vogliono vedere realizzato il proprio sogno di calcare i campi più importanti: “Il mio primo provino con il Milan non andò bene. La chiave è stata non prenderlo come un esame, ma solamente come un ulteriore divertimento e allenamento. Tantissimi giovani che arrivano a questo ostacolo lo prendono come l’esame della loro vita e, in caso di un esito negativo, perdono le speranze. Invece no, è solo uno dei tanti ostacoli, dei tanti esami che il calcio ti mette davanti. Io da lì ho messo un punto e ho intrapreso un’altra via”.

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