Non le ha mandate a dire, a prescindere dai nomi ingombranti. Daniel Levy, proprietario del Tottenham, è intervenuto ai microfoni di Bloomberg a proposito del futuro del club. In ballo ci sarebbe la possibilità di vendere gli Spurs, ma il numero uno ha guardato anche al passato.
- Mourinho e Conte, destini analoghi al Tottenham
- Le accuse di Levy: non sono adatti
- Tottenham, Conte e Mou nel mirino
- Tottenham nel segno di Postecoglu
Mourinho e Conte, destini analoghi al Tottenham
Ed il passato recente del Tottenham ha i nomi e i volti di Josè Mourinho e Antonio Conte. Il passaggio del portoghese nella zona di North London è stato tutt’altro che Special: due anni conditi da un sesto ed un settimo posto, nessun trofeo (o per meglio dire, zero tituli) e un esonero sul finire della stagione 2020/2021. Anno in cui Mou ha centrato un record negativo (per lui) di sconfitte in campionato, ben dieci. Non è andata molto meglio al tecnico italiano, alla guida del Tottenham dal 2 novembre 2021 al posto dell’esonerato Nuno Espirito Santo. Quarto posto al primo anno con ritorno in Champions League, ma nell’anno successivo i suoi rapporti con la società entrano in crisi e le parti decidono di risolvere il contratto il 26 marzo 2023.
Le accuse di Levy: non sono adatti
“Ho avuto un buon rapporto sia con Jose che con Antonio, sono diversi – ha detto Levy – Ma come ho commesso un errore. Sono ottimi allenatori ma non sono adatti a questo club. Il modo in cui vogliono vincere è diverso da come dobbiamo vincere. Penso che il nostro stile di calcio desiderato dai nostri tifosi sia il calcio offensivo. Se questo significa vincere 4-3, così sia. Invece, penso che il loro stile di calcio sia… a loro importa difendere e vincere 1-0. Li ho presi quando se n’è andato Mauricio Pochettino che era un grande allenatore e ha fatto cose fantastiche per questa società. Eravamo frustrati e abbiamo attraversato una fase in cui abbiamo detto: ‘Proviamo qualcosa di diverso’. E non ha funzionato”.
Tottenham, Conte e Mou nel mirino
Quest’anno infatti la proprietà ha virato su un profilo totalmente diverso, quello di Ante Postecoglu: “La frustrazione di non vincere e la pressione da parte di alcuni giocatori e di molti tifosi perché vincessimo, spendessimo soldi, avessimo un grande manager, un grande nome, mi hanno condizionato e così ho deciso di cambiare strategia, adottando quella di portare un allenatore abituato a vincere dei trofei e lo abbiamo fatto due volte. Ma bisogna imparare dagli errori: noi vogliamo giocare in un certo modo e se questo significa che ci vuole un po’ più di tempo per vincere, forse è la cosa giusta da fare. Bisogna imparare dagli errori – ha concluso Levy – e penso che abbiamo fatto la scelta giusta, siamo tornati alle origini”.
Tottenham nel segno di Postecoglu
E i risultati, almeno per ora, stanno dando ragione a lui: il Tottenham è secondo dopo cinque giornate di campionato, due punti alle spalle del Manchester City capolista ed a pari punti con Liverpool e Arsenal. E nonostante la partenza di Harry Kane, la manovra offensiva della squadra per ora sembra non risentirne.