Con un van der Poel così diventa tutto più semplice: Jasper Philipsen non avrebbe nemmeno bisogno di troppi aiuti, ma già che c’è non disdegna una mano e a Nogaro fa suo anche il secondo arrivo in volata di questo Tour.
Nel quale MVDP sta dimostrando di essere un perfetto ultimo uomo per gli Alpecin Deuceninck, perfetto nel trovare lo spunto per lanciare il velocista principe del gruppo. È un’altra vittoria sudata e sofferta, ma forse per questo ancora più: Philipsen riesce a tenere la ruota davanti a quella di Caleb Ewan, ancora una volta piazzato al secondo posto, stavolta forse con la sensazione che sarebbero bastati davvero una decina scarsa di metri per riuscire a rimontare e far festa.
- Ancora un podio per Bauhaus
- Le pagelle della terza tappa: i top
- Le pagelle della terza tappa: i flop
Ancora un podio per Bauhaus
Altro podio anche per Phil Bauhaus, che zitto zitto continua a fare la sua corsa, seppur per alzare le braccia è ancora un po’ poco. Piazzato una volta ancora è anche Cavendish, che chiude quinto dimostrando di voler credere per davvero nella possibilità di conquistare la 35esima vittoria alla grand boucle.
Il primo degli italiani, al solito, è Luca Mozzato, che bissa la 12esima piazza già ottenuta il giorno precedente, sopravanzando di un’incollatura Peter Sagan. Tappa lineare e senza alcuno scossone fino ai -10 dall’arrivo, ma segnata da almeno tre cadute negli ultimi tre chilometri: a cadere tra gli altri è Fabio Jakobsen, che cercava un riscatto dopo la brutta volata di Bayonne, che s’è toccato con Jacopo Guarnieri, riuscendo comunque a ripartire senza apparenti problemi.
Nessuna novità di sorta tra gli uomini di classifica, col solo Vingegaard che ha cercato fino all’ultimo di restare davanti, mentre Pogacar ha lasciato fare la corsa alle squadre dei velocisti.
Adam Yates resta in giallo, ma da domani cominciano le vere salite: da Pau a Laruns ben tre GMP (su tutti il Col du Saudet, primo “fuori categoria” dell’edizione 2023, piazzato a metà frazione) e possibili imboscate per chi punta a una top 10 a Parigi.
Le pagelle della terza tappa: i top
- JASPER PHILIPSEN 9,5. Se sul successo di Bayonne qualcuno aveva avanzato qualche “recriminazione”, quantomeno per il sospetto di aver ostacolo involontariamente Van Aert chiudendolo verso le transenne, stavolta non c’è nulla da eccepire. Van der Poel lo porta in carrozza, lui però sprigiona i cavalli del motore al momento giusto e coglie una vittoria piuttosto netta, nonostante il tentativo estremo di rimonta di Ewan. E ribadendo una volta di più di essere il velocista più forte sul pianeta terra (certo, se ci fosse stato Jonathan Milan se ne sarebbero viste delle belle…).
- MATHIEU VAN DER POEL 9. Altro piccolo capolavoro del neerlandese, che ha l’intelligenza per riportare sotto Philipsen quando qualcuno cominciava già a pensare a un’occasione persa, complice qualche metro lasciato per strada nell’insidioso tracciato del circuito di Nogaro. Esce ai -300 e consegna al capitano di volata un finale davvero scevro da pensieri. Gregario di lusso, o forse sarebbe meglio di dire regista di fine astuzia.
- CALEB EWAN 7,5. Gli mancano una decina di centimetri, ed è un peccato pensando al bel lavoro fatto dalla sua squadra nei chilometri conclusivi. Ewan non trova la vittoria soltanto perché davanti a lui non può fare nulla di più per contrastare lo strapotere del tandem Alpecin, ma dimostra comunque di essere assolutamente sul pezzo. Se saprà superare le prime insidie poste dai Pirenei, probabile che nella seconda settimana qualcosa sarà capace di raccogliere.
Le pagelle della terza tappa: i flop
- FABIO JACOBSEN 5. Andrebbe rivista bene la dinamica della caduta, ma la sostanza non cambia. Perché Jacobsen al Tour è andato per provare a vincere le volate, e dopo il ko. (netto) di Bayonne a Nogaro si estranea dalla lotta senza nemmeno provarci, seppur (forse) senza averne colpa. Ma una sensazione è piuttosto chiara: la posizione in gruppo al momento dell’inciampo era troppo arretrata. E l’ha pagata a caro prezzo.
- MADS PEDERSEN 5. L’arrivo si presentava abbastanza favorevole, anche perché la carreggiata ampia offriva tante opportunità ai velocisti “puri”. Quindi, se Van Aert può essere sommariamente assolto (si è piazzato nono), Pedersen ha un po’ meno attenuanti: la posizione sotto la “flamme rouge” non è malvagia, ma al traguardo i primi sono piuttosto lontani. Chiude decimo, senza lasciare traccia.
- DYLAN GROENEWEGEN 4,5. Altra giornata da dimenticare per il velocista olandese, che perde da subito le ruote dei migliori e finisce per accontentarsi di un misero 14esimo posto, dietro anche a Mozzato e Sagan. In casa Jayco Alula per il momento le uniche gioie arrivano da Simon Yates, ma le volate si stanno rivelando decisamente nemiche.