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Tour de France 13° tappa: Kwiatkowski trionfa sul Grand Colombier. Pogacar punge, Vingegaard non crolla

A 33 anni il polacco, già vincitore di una tappa al Tour nel 2020, mette in bacheca un’altra perla preziosa di una carriera unica ed esemplare. Lo sloveno attacca indemoniato e porta a casa 8''

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Altro che gregario (sebbene di lusso): Michal Kwiatkowski è un signor corridore, e la vittoria ottenuta sul Grand Colombier lo dimostra una volta di più. A 33 anni il polacco, già vincitore di una tappa al Tour nel 2020, mette in bacheca un’altra perla preziosa di una carriera unica ed esemplare, bravissimo nel saper alternare il lavoro per i propri capitani con lo sfizio di togliersi grandi soddisfazioni.

Nel giorno in cui la Francia festeggia la ricorrenza della propria indipendenza, il polacco studia perfettamente la tattica negli ultimi chilometri e risucchia ad uno ad uno tutti i compagni di fuga, andando a conquistare un successo meritato e di grande respiro anticipando anche le intenzioni dei big.

Che trovano comunque il modo per infiammare almeno il finale di tappa: il grande lavoro del Team UAE Emirates consente a Pogacar di rosicchiare altri 8” (di cui 4” di abbuono) nei confronti di Vingegaard, che deve giocare in difesa durante tutta la salita prima di staccarsi preventivamente dalla ruota dello sloveno ai -200 dall’arrivo.

Come è andata la tappa

La prima sfida alpina termina sostanzialmente in parità, sebbene Pogacar abbia dimezzato il ritardo che lo separava dal danese a inizio tappa.

Bene anche Jay Hindley, che perde una manciata di secondi mantenendosi però saldamente al terzo posto della generale. Italiani (ahi noi) non pervenuti, ma ai francesi non va tanto meglio: Pinot si stacca a metà salita ed esce dalla top 10, Bardet ugualmente non tiene le ruote dei migliori.

Grande spettacolo di pubblico (come ogni 14 luglio) e solo elogi per Kwiatkowski. Domani altra frazione per cuori forti: sul Col de Joux Plane, a 12 chilometri dall’arrivo, c’è tanto terreno per fare la differenza.

Le pagelle di tappa (i migliori e i peggiori)

MICHAL KWIATKOWSKI 9. Un esempio per le giovani generazioni, un lusso averlo per la Ineos Granadiers, perché capace di imprese che non hanno età. Vince una tappa figlia di intelligenza, autocontrollo (lascia fare i compagni di fuga prima del Grand Colombier per non sprecare troppe energie) e forza di volontà. Piccola gioia per la Ineos, lontana dai fasti che furono ma a bersaglio col suo fuoriclasse.

TEAM UAE EMIRATES 8. Non è un voto per Pogacar, ma è un voto per una squadra che lavora con grande caparbietà, alternando calibri importanti in salita per fare selezione e tenere a bada il temibile Vingegaard. Menzione d’onore per Majka, Grossschartner e Soler, ma anche Adam Yates non scherza. A livello di squadra, Pogacar sta messo meglio del danese.

TOM PIDCOCK 7,5. Non è uno scalatore puro, anzi è un figlio della new age, quella dei corridori forti in tutte le stagioni (e lui nel ciclocross durante l’inverno si fa notare). Rodriguez, suo compagno di squadra, è ancora davanti in classifica, ma sul Grand Colombier è Tom a mettersi maggiormente in mostra, ultimo ad arrendersi alle spalle dei fenomeni che si giocano la maglia gialla.

TADEJ POGACAR 6. Non è una bocciatura, non può esserla pensando alla condizione raggiunta e all’ennesimo blitz col quale rosicchia altri 8” su Vingegaard. Però, per come fa lavorare i compagni, lascia in dote la sensazione si non aver osato quanto avrebbe dovuto. La pedalata è sciolta, lo scatto finale devastante, ma spremere la squadra per recuperare così poco è un azzardo che potrebbe pagare caro.

THIBAU PINOT 5. Voto da condividere con Bardet, altro francese al quale il 14 luglio va di traverso. Non è in grado di tenere le ruote del gruppo dei migliori e quando il forcing degli UAE comincia a far male, lui è il primo a saltare. Così diventa dura sperare in un posto nella top ten, a meno che non salti qualcun altro…

MIKEL LANDA 4. Questo Tour per lui è una croce, ormai lo è capito senza troppi fronzoli. Fuori classifica, potrebbe quantomeno provare a dare un senso a tanta fatica, ma già nei primi chilometri del Grand Colombier si stacca senza appello. L’auspicio è che Parigi possa arrivare presto, sennò è una via crucis…

La classifica dopo la 13sima tappa

Tadej Pogacar sfrutta al massimo che gli è consentito da Vingegaard lo sforzo del Team UAE Emirates e grattuggia altri 8” (di cui 4” di abbuono) nei confronti della maglia gialla.

  1. Jonas Vingegaard(Jumbo Visma) 42h33’13”.2. Tadej Pogacar (Team UAE Emirates) +9”. 3. Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’51”. 4. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’48”. 5. Adam Yates (Team UAE Emirates) +5’03”. 6. Simon Yates (Team Jayco Alula) +5’04”. 5. Pello Bilbao (Bahrain Victorius) + 5’25”. 8. Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’35”. 9. David Gaudu (Groupama FDJ) +6’52”. 10. Sepp Kuss (Jumbo Visma) +7’11”.

La tappa di oggi

Arrivano le Alpi, e gli uomini di classifica scaldano di nuovo i motori. Pensare che sarà tutta una lotta tra Vingegaard e Pogacar, però, è forse azzardato: la 13esima frazione del Tour, lunga appena 138 chilometri, rappresenta un’opportunità per tantissimi corridori, anche se chiaramente l’attenzione sarà tutta rivolta alla lotta per la maglia gialla.

Che vivrà sul Grand Colombier uno dei momenti più incerti ed appassionati di tutta la corsa in territorio francese: unica vera asperità di giornata, fuori categoria e con circa 18 chilometri di ascesa praticamente senza possibilità di riprendere fiato.

Il racconto della 13° tappa del Tour de France 2023: a chi è favorevole

Occasione ghiotta per gli scalatori puri, che non dovranno nemmeno dannarsi troppo l’anima (loro e le rispettive squadre) per tenere la tappa controllata nei primi 115 chilometri.

Fonte:

Una sostenitrice slovena, tifosa di Tadej Pogacar, al seguito del Tour de France

Tutto lascia pensare che la corsa esploderà sulle ultime rampe, con tanti duelli destinati ad animare più tappe in una.

Occhio poi alla cabala: chi ha vinto o è passato per primo sul Grand Colombier è poi arrivato in maglia a pois anche a Parigi. Tappa breve ed esplosiva: chi cerca spettacolo, certamente troverà modo per essere ripagato.

La classifica alla 12esima tappa

Vingegaard e Pogacar hanno risparmiato energie anche in vista dell’appuntamento odierno: cominciano le salite alpine e difficilmente, dopo il Grand Colombier, la classifica continuerà a raccontare quel che dice adesso.

  1. Jonas Vingegaard(Jumbo Visma) 42h33’13”.
  2. Tadej Pogacar(Team UAE Emirates) +17”.
  3. Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
  4. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
  5. Pello Bilbao (Bahrain Victorius) + 4’34”.
  6. Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’34”.
  7. Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
  8. Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
  9. David Gaudu (Groupama FDJ) +6’01”.
  10. Thibau Pinot (Groupama FDJ) +6’33”.

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