È il torneo di rugby più affascinante al mondo. Quello più ricco di storia, di tradizione. Una competizione che conoscono tutti, anche quelli che masticano meno di palla ovale. L’Italia lo gioca dal 2000, quest’anno si è celebrato il 25mo anniversario dell’allargamento del “Championship”, come lo chiamano gli anglofoni, o “Tournoi” come invece lo definiscono i francesi. Eppure, non c’è partita casalinga degli Azzurri nel Sei Nazioni che non si trasformi in realtà in una…trasferta bis. Non è una questione recente, di fatto è così praticamente dall’inserimento della Nazionale italiana nella competizione.
- Italia-Irlanda, ultima partita del Sei Nazioni 2025
- In treno tanti tifosi in maglia verde e qualcuno in azzurra
- La marcia su Roma (pacifica) degli appassionati di rugby
- Il mezzo che porta all'Olimpico sembra un tram di Dublino
- Marea verde allo stadio: in Italia-Irlanda Azzurri in trasferta
- Allo stadio, al pub e...dal barbiere: un match che fa bene all'economia
- Qualche suggerimento alla Federugby per "moltiplicare" i fan azzurri
Italia-Irlanda, ultima partita del Sei Nazioni 2025
Abbiamo visto dal vivo Italia-Irlanda, ultima partita del torneo di quest’anno. Di fronte gli Azzurri di Quesada, reduci da due pesanti sconfitte con Francia e Inghilterra, e i Verdi di Easterby, battuti e superati dai Bleus in quella che di fatto era la finale anticipata del Sei Nazioni. Insomma, due squadre non al massimo dell’esaltazione. Eppure, clima festoso ed enorme partecipazione popolare. Te ne accorgi quando alla stazione di Napoli Centrale scorgi diversi gruppetti di persone che sfoggiano le magliette verdi della Nazionale dell’isola d’Irlanda. Già, nel rugby l’Irlanda rappresenta insieme Eire e Ulster. La Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord. Cattolici e protestanti, repubblicani e unionisti.

Tifosi irlandesi per la sfida contro l’Italia (Getty)
In treno tanti tifosi in maglia verde e qualcuno in azzurra
Anche nel treno è un viavai di tifosi. C’è una coppietta, lei con la maglia della Nazionale italiana, lui con quella dell’Irlanda. Ci sono famiglie tutte tinte di verde, c’è chi sfoggia bizzarri cappelloni coi colori verde, bianco e arancione, chi mostra orgoglioso la sua barba finta e i suoi abiti da folletto. Ci avviciniamo al gruppetto di folletti e di cappelluti. Le risposte sono interessanti. “Siamo qui da giorni, il 17 è San Patrizio, la nostra festa nazionale, e ne abbiamo approfittato per visitare l’Italia“. Sul rugby: “Siamo sfigati anche in questo. Abbiamo una Nazionale fortissima, abbiamo raccolto poco per quello che vale”.

Roma invasa dai sostenitori dei Verdi
La marcia su Roma (pacifica) degli appassionati di rugby
Ci sono anche tanti tifosi dell’Italia, ovviamente: la passione per il rugby batte forte pure al Sud. Da Napoli, ma anche dalla Puglia, dalla Sicilia: tutti in treno verso Roma. All’arrivo alla stazione Termini l’inflessione predominante è quella veneta. È lì che risiede la culla della palla ovale italiana, tanti tifosi e appassionati non si perdono un match degli Azzurri anche se ogni volta c’è da fare un lungo viaggio verso la Capitale. È in Veneto, non a caso, che si disputerà la prossima edizione dei Mondiali Under 20, la prossima estate. Dodici squadre, quattro stadi coinvolti, finalissima in programma a Rovigo.
Il mezzo che porta all’Olimpico sembra un tram di Dublino
Per arrivare all’Olimpico non esiste un collegamento diretto da Termini, bisogna scendere a una fermata della metro e prendere poi un altro mezzo pubblico o farsela a piedi per qualche chilometro. Optiamo per la prima opzione: discesa a Flaminio, poi il tram verso il capolinea di piazza Mancini, nei pressi dello stadio. È Roma, ma sembra una strada di Dublino. Nel tram ci sono praticamente solo tifosi irlandesi. Tutti in maglietta, favoriti dal clima mite della Capitale: ma sarebbe stato così anche in caso di gelo. Tutti festanti, sorridenti: molti hanno comprato sciarpe e gadget della Nazionale italiana. Nel rugby non esistono rivalità, sono feste di sport sempre e comunque. Anche quando s’affrontano Inghilterra e Scozia o Galles, per dire.

Il pacifico “assalto” al tram che porta allo stadio Olimpico
Marea verde allo stadio: in Italia-Irlanda Azzurri in trasferta
Allo stadio, poi, i sospetti si trasformano in certezze: è una marea verde a far da cornice all’incontro. Sono molti di più, non di poco. Una supremazia schiacciante. Gli italiani sono di meno, ma si fanno sentire. Ogni iniziativa riuscita degli irlandesi, però, scatena un boato molto più fragoroso. E quando all’80’ l’Irlanda spedisce fuori il pallone per far finire la partita sul 17-22, anziché provare ad andare un’altra volta in meta, il rumore di sottofondo predominante è un colossale “buuu” dalle tribune: i tifosi dei Verdi avrebbero voluto vedere un’altra azione dei propri beniamini. Gli italiani, invece, possono accontentarsi con un punticino forse insperato alla vigilia, ma più che meritato. Condito anzi da rimpianti.

Italia e Irlanda in campo per gli inni nazionali: marea verde sugli spalti dell’Olimpico
Allo stadio, al pub e…dal barbiere: un match che fa bene all’economia
Morale della favola: pur apprezzando la pacifica invasione dei tifosi stranieri (abbiamo raccontato Italia-Irlanda, ma la narrazione sarebbe stata la stessa per qualsiasi avversaria: Inghilterra, Francia, Scozia e Galles), che peraltro fa bene all’economia locale – abbiamo visto persino la surreale “promo” di un coiffeur: “Sconto per i tifosi irlandesi: taglio 10 euro anziché 18” – perché la Federazione non s’inventa qualcosa? La vendita online e libera dei biglietti favorisce l’afflusso dei fan delle altre nazionali, che sono organizzatissimi e soprattutto vivono per il rugby. Quelli italiani, a parte qualche eccezione, andrebbero incentivati.
Qualche suggerimento alla Federugby per “moltiplicare” i fan azzurri
A costo di rinunciare a qualche soldino, perché la vendita online non è limitata rispetto a oggi? Perché non si portano 10mila ragazzi delle scuole, non solo di Roma, allo stadio per il Sei Nazioni? Perché non si invitano i ragazzi dei settori giovanili delle società del Paese? Perché non si mettono in campo iniziative per portare ancor più gente all’Olimpico in occasione di questi match? Sarebbe un’occasione unica di promozione per il rugby, che farebbe avvicinare molti più ragazzi a questo magnifico sport. E magari l’Italia non giocherebbe sempre in trasferta, anche quando gioca in casa. Superare i 65mila tifosi in tutte e tre le partite interne di quest’anno è stato un successone. Ma lo sarebbe stato ancor di più senza il booster di fan stranieri.

Una fase di Italia-Irlanda, con gli spalti quasi interamente colorati di verde