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US Open, Sinner domina contro Medvedev: vince in 4 set e vola in semifinale

Prima semifinale in carriera agli US Open per l'azzurro che con Medvedev s’è preso una bella rivincita dopo la sconfitta patita ai quarti a Wimbledon

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il tabù è ufficialmente stato sfatato: Jannik Sinner s’é preso di forza la prima semifinale in carriera agli US Open, abbattendo quella barriera apparentemente invalicabile rappresentata dai quarti di finale. Perché stavolta neppure Daniil Medvedev ha saputo arginare la fame dell’altoatesino, che s’è preso una bella rivincita dopo la sconfitta patita sempre ai quarti di finale a Wimbledon.

Esame superato: ora l’imprevedibile Draper

Sinner stavolta non ha fatto prigionieri: 6-2 1-6 6-1 6-4 in due ore e mezza di battaglia tecnica e agonistica, nella quale però, salvo rare eccezioni (vedi la parte finale del secondo set), l’italiano ha sempre menato le danze. E adesso tutti si aspettano che Flushing Meadows possa diventare la terra di nuovi sogni inesplorati: in semifinale a sorpresa sarà Jack Draper a sfidare Jannik, con l’altra sfida tutta a stelle e strisce tra Taylor Fritz e Frances Tiafoe a designare quale americano tornerà in finale, 15 anni dopo l’ultima apparizione targata Roddick. Draper che Sinner l’ha battuto nell’unico precedente disputato, storia vecchia di tre anni fa sull’erba del Queen’s (7-6 7-6), quando il mondo era ben diverso dall’universo raccontato oggi. Insomma, non proprio la più scomoda delle compagnie.

Sinner, che partenza: primo set dominato

All’Arthur Ashe non vuole mancare proprio nessuno: c’è anche Simone Biles in tribuna, ma stavolta la vera novità rispetto al match con Paul la offre Sinner, che parte subito a marce ingranate. Tanto che conquista una palma break nel gioco d’apertura (dove sceglie di ricevere), cancellata dal russo col servizio. Ma Medvedev è particolarmente falloso: due doppi falli nel primo game, un altro nel secondo, dove stavolta Jannik si mostra più cinico, trovando il primo break di giornata. Un doppio fallo però lo commette anche l’altoatesino nel sesto gioco, offrendo due palle break al rivale: con 4 punti di fila Sinner rimette le cose a posto, dimostrando di essere padrone delle operazioni (variazioni e discese a rete mettono alla berlina Medvedev, costretto a giocare sempre di rimessa). Ne arrivano altri 4 uno dietro l’altro nel gioco successivo, dove il russo mostra tutta la sua inconsistenza nel mettere in campo prime ficcanti. Insomma, il primo set è un monologo italiano: 6-2 Sinner (91% di punti con la prima) in poco più di mezz’ora.

Medveded cambia registro: nuova parità

Nel box Anna Kalinskaya applaude compiaciuta. È il miglior Sinner ammirato a Flushing Meadows in queste due settimane di torneo e miglior partenza non avrebbe potuto esserci. Addirittura nel secondo potrebbe scapparci subito un altro break: Medvedev si complica la vita, va sotto 30-40, poi si salva con la prima e con due scambi prolungati che si chiudono con due dritti che l’italiano spedisce in rete. È un segnale piuttosto chiaro: il russo prende confidenza quando lo scambio si fa più lungo e l’inerzia del match cambia all’istante. Perché nel secondo gioco tocca a Sinner salvare sue palle break: la prima l’annulla col servizio, la seconda gli rimane indigesta, nonostante una coraggiosa discesa a rete (ma Medvedev chiude in contropiede). Vero è che Daniil al servizio non è sempre solido, ma l’ennesima palla break concessa nel terzo gioco viene cancellata forzando l’errore col dritto dell’italiano, che fatica a tenere quando lo scambio va in doppia cifra di rally. Il problema a però è che Medvedev nei game di risposta dimostra di essere ormai padrone delle operazioni: il quarto gioco è infinito ma premia ancora una volta la costanza e la solidità del russo, che sventa ogni opportunità di frasi brekkare e chiude 6-1, alzando sensibilmente i giri del motore.

Queste però sono partite dove il vento cambia direzione in fretta. E Medvedev ha sempre il tallone d’Achille rappresentato da una prima di servizio che non fa danni: Sinner ne approfitta nel secondo gioco del terzo set portandosi subito sul 2-0, costringendo l’avversario a inseguirlo per tutto il game. Jannik è bravo a cambiare strategia: più serve and volley e più aggressività all’inizio dello scambio, che si traduce subito in guai serissimi per il russo. Che cede la battuta anche nel quarto gioco, sprecando un 30-0 di vantaggio e poi costretto a cedere ai vantaggi su una risposta profondissima con la quale Sinner si apre una meravigliosa prateria (poi chiude con un rovescio d’alta scuola). È evidente che il set è segnato: addirittura nel sesto gioco sono tre le palle set che Medvedev annulla, risalendo da 0-40. Ma nel game successivo non c’è molto da disquisire: superati i 100’ di partita, Jannik vede la semifinale sempre più vicina.

Quarto set per cuori forti: Medvedev alla fine cede

La strada però è ancora lunga: il russo non è esente da sbavature, è sempre costretto a inseguire nei suoi game di servizio, ma in qualche modo riesce a limitare i danni. Una prima sliding door capita nel quinto gioco: con Sinner avanti 15-30 è grave l’errore col dritto a campo aperto che avrebbe potuto consegnare a Jannik due palle break (Daniil rimedia con tre punti di fila e tiene la battuta). Quell’errore l’italiano se lo porta dietro anche nel gioco successivo, dove si trova costretto ad annullare due palle break sanguinosissime. Ma proprio l’essere riemerso da una situazione tanto complicata finisce per capovolgere nuovamente l’inerzia del confronto: nel settimo game sono tre le palle break accumulate da Sinner, con Medvedev caparbio nell’annullarne un paio prima di consegnarsi al numero uno del mondo con un dritto che esce di un niente. Resta da completare l’opera: la prima palla match arriva sempre sul servizio del russo, che si rifugia nella prima per comandare lo scambio e poi, con due punti di pura forza e resilienza, costringe Jannik a sudarsi la vittoria sul proprio servizio (aizzando la folla). Il primo 15 lo vince Daniil, poi però non c’è più modo di arginare l’ondata azzurra: Sinner si ferma in mezzo al campo, come a dire “ve l’avevo detto”. Nemmeno esulta più di tanto: vera festa ci sarà solo tra 96 ore. E auguri a chi dovrà rovinargli i piani.

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