La gara di Valencia del 14 novembre 2021 (46 la somma delle cifre, neanche a farlo apposta) ha messo fine alla carriera nel Motomondiale di Valentino Rossi, una storia d’amore lunga 26 anni, con nove titoli mondiali vinti, quasi 200 podi e chi più ne ha più ne metta. Noi non vogliamo ripercorrere le gesta di Rossi coi numeri, a quelli ci penserà la storia. Il Dottore è entrato nella memoria collettiva del mondo, ma dell’Italia in particolare, soprattutto per essere stato in grado di rimanere una persona vera, un ragazzo che non ha mai perso il contatto con la propria terra e, soprattutto, per quanto ci ha fatto godere. In questo articolo vogliamo ripercorrere brevemente alcune tappe che hanno trasformato Valentino Rossi in leggenda.
Quando Valentino Rossi è diventato per tutti “Vale”: il dito medio a Biaggi nel 2001 a Suzuka
Perchè il gesto è stato puro istinto, perchè fatto in piega a 200 all’ora, perchè segno di una delle più vere rivalità del nostro sport. Da anni ormai i due si battibeccavano a distanza e finalmente hanno l’occasione di correre uno contro l’altro in 500. Il GP del Giappone, che si corre a Suzuka, è l’atto inaugurale della stagione 2001, una corsa che passerà alla storia. La sfida tra Rossi e Biaggi in quell’anno, due dei favoriti alla vittoria assieme a Capirossi, è anche la sfida tra la Yamaha (allora guidata da Biaggi) e Honda (pilotata da un Rossi al suo secondo anno nella classe regina).
Alla prima gara, Loris Capirossi conquista la prima pole dell’anno davanti a Nakano e Biaggi, il Dottore invece è solo settimo. Subito Rossi cerca di superare Biaggi che risponde molto duramente, a un certo punto allargando troppo il gomito, cosa che fa finire il 46 nella ghiaia ai 180 all’ora. Nel giro successivo, con una staccata al limite, Rossi supera Biaggi e, in piega, si volta indietro e rivolge al rivale un dito medio in mondovisione. Un gesto da condannare, va bene, ma in pochi prima di lui lo avevano mai fatto. Il nativo di Tavullia andrà a vincere la gara davanti a McCoy e allo stesso Biaggi, ma da ora in poi tutto il mondo inizia a riconoscere la geniale pazzia di Rossi.
Montmelò 2009, Laguna Seca 2008, i sorpassi da pazzi di Valentino Rossi
Valentino Rossi è entrato nel cuore di tutti anche per la grandissima capacità di effettuare sorpassi da fantascienza. Alcuni sono entrati davvero nella storia della MotoGP, come per esempio quello su Melandri a Philip Island nel 2006, il bisturi su Biaggi a Welkom nel 2004, la spallata a Gibernau nel 2005. Noi però ne abbiamo scelti due in particolare che rimarranno per sempre nella memoria collettiva, ovvero l’ultimo giro pazzesco con Lorenzo a Montmelò nel 2009 e il cavatappi con Stoner nel 2008 a Laguna Seca.
Lorenzo e Rossi si sono alternati al comando per tutta la gara con margini risicati e compresi fra i 34 e 474 millesimi nel GP di Catalunya 2009. All’ultimo giro Lorenzo è in vantaggio, entrambi spingono al limite ma il maiorchino sembra averne di più. Si arriva all’ultima curva del vecchio Montmelò, una curva nella quale nessuno penserebbe mai di provare a sorpassare, dove di solito si aspetta solamente di vedere il traguardo. In questa occasione Lorenzo avrebbe vinto il 99% delle volte contro chiunque altro, ma non contro Vale.
Rossi qui vede una spazio che non esiste, si butta dentro a destra di Lorenzo, riesce a rimanere incollato al cordolo e a non perdere velocità per uscire fortissimo nel rettilineo finale. Jorge non ha neanche il tempo di rendersi conto di cosa è successo, vedendo solamente una saetta passarlo in un punto impossibile. Della stessa gara potremmo citare anche il sorpasso a fisarmonica sempre su Lorenzo, al penultimo giro, questa volta all’esterno sul rettilineo in uno spazio piccolissimo, millimetrico. Tecnicamente il miglior GP della carriera di Rossi.
Laguna Seca 2008 è stato forse il sorpasso più folle della carriera di Rossi. A Laguna Seca Stoner ha il ritmo per dominare la gara, ma Rossi capisce che deve impedirne la fuga e accetta il duello fin dal via. Da ravvicinato, lo scontro diventa rusticano al quarto giro. La curva del Cavatappi è forse la più bella del Mondiale, e qui Rossi riesce a passare Stoner sulla sabbia, durante una chicane, in una manovra che, a detta dell’australiano: “Se l’avessi fatta io mi avrebbero squalificato”. Qui la psiche di Casey fa “in pezzi”. Stoner stacca fortissimo alla fine del rettilineo in salita che porta al Cavatappi, ma Vale fa ancora meglio, allunga la frenata, si butta all’interno a sinistra e in uscita passa con la moto sulla sabbia esterna al cordolo di destra, tagliando pure la linea a Stoner che per poco non lo tampona. Da qui in poi è Rossi show.
Perchè Valentino Rossi è il più amato: le scenette migliori
Stupende anche le gag con le quali Valentino Rossi celebra ogni singola vittoria Mondiale e non solo. Alcune sono passate davvero alla storia, come la Polleria Osvaldo (negozio di Tavullia in realtà mai esistito), i birilli umani e quella della multa per eccesso di velocità nel GP d’Italia 2002. Qui ve ne riportiamo però due: la bambola gonfiabile e la celebrazione dell’ottavo mondiale vinto.
La bambola gonfiabile viene ricordata come la prima veramente “fuori dagli schemi” di Rossi nel Motomondiale. Correva l’anno 1997 e Rossi era alla seconda stagione in 125. Nel corso del giro d’onore del GP al Mugello Rossi si portò in giro la bambola gonfiabile che portava le sembianze di Claudia Schiffer (Rossi desiderava la vera modella, ma sarebbe costata troppo). Oltre all’irriverenza del gesto in se, si trattava anche di una presa in giro nei confronti dell’eterno rivale Biaggi, che ai tempi si diceva avesse una love story con Naomi Campbell.
La maglietta contro scritto “scusate il ritardo” l’abbiamo vista a Motegi 2008 (GP del Giappone) in occasione della vittoria dell’ottavo Mondiale del Dottore. Dopo cinque titoli consecutivi, la scivolata di Valencia 2006 e l’exploit del binomio Stoner-Ducati nel 2007 costringono Valentino Rossi a rimandare al 2008 la festa dell’ottavo Mondiale. In quell’occasione Rossi si fece anche vidimare da un notaio “Ottavio Ottaviani“, la vittoria del titolo con tanto di sigillo e firma su un casco bianco e nero.