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Velasco: "In Italia volley, Jacobs, Tamberi e Juve condannati a vincere". E manda in pensione Papa Francesco

Il Ct dell'Italia campione olimpica di volley denuncia la mancanza di cultura sportiva in Italia: "La cosa più difficile per un giocatore è l'obbligatorietà di vincere".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Il nuovo obiettivo mondiale, i successi delle squadre italiane di club, ma non solo. Perché Julio Velasco è un’istituzione del volley italiano e planetario, ma è anche e soprattutto un personaggio a tutto tondo. Capace di parlare e di dare lezioni su tutto. La guerra in Ucraina, il conflitto tra Israele e Hamas, persino Papa Francesco, Marcell Jacobs, Gimbo Tamberi e la Juventus: una discussione a 360 gradi quella tra il guru della Nazionale azzurra e il suo intervistatore, Angelo Di Marino per La Stampa. Con diversi spunti scoppiettanti forniti dal santone italo-argentino. Come sempre, del resto.

Julio Velasco a tutto tondo tra Russia, Ucraina e Palestina

Dopo un preambolo sul dominio delle squadre italiane nelle coppe europee – “i club sono strutturati per budget e organizzazione, sono realtà consolidate. E poi, diciamolo, c’è anche l’assenza della Russia…” – c’è spazio per il primo grande argomento trattato: la pace. “Scandaloso che l’Occidente continui a comprare gas da Mosca mentre i giovani russi non possono giocare, non possono praticare lo sport di squadra a livello internazionale. Lo trovo scandaloso. E non è la prima volta. Penso al boicottaggio all’Olimpiade di Los Angeles, a quello ai Giochi di Mosca, quello a metà di Seul: di mezzo ci va sempre lo sport”. E sui conflitti: “Io credo che alla pace in Ucraina si arriverà, non è la situazione della Palestina, lì sì che è arduo”.

Il consiglio di Velasco a Bergoglio: “Fai come Benedetto XVI”

Per Velasco Papa Francesco merita rispetto. E potrebbe anche pensare di “andare in pensione”, proprio come fatto da Ratzinger: “Di Bergoglio sto leggendo, però non vado oltre i titoli. È una persona di una certa età che ha complicazioni. Bisogna lasciarlo in pace”. E ancora: “Ho sempre trovato una cosa molto anacronistica che il Papa debba stare lì fino all’ultimo giorno. Quando un uomo arriva a una certa età con determinati problemi può tranquillamente fare come Benedetto XVI. È così, arriva un momento che per malattia, per vecchiaia, è più il tempo che sta lì con i medici che quello per fare il suo lavoro”.

Lo scherzo con De Giorgi: “Perdi tutte le partite fino ai Giochi”

Tornando alla pallavolo, le donne sembrano messe meglio dei maschietti: “A De Giorgi non mancano i giocatori, quello che manca invece è l’ambiente per il quale vincere un Mondiale è poca cosa finché non si vince l’Olimpiade. A quel punto, è molto difficile da gestire per i ragazzi che arrivano a questo Mondiale come campioni in carica. C’è qualcosa che non va nella cultura sportiva in Italia. A Fefè scherzando ho detto ‘devi fare un programma in cui perdi tutte le partite da qua a Los Angeles 2028’. Così magari arriva con la squadra più tranquilla…”. Ma non è solo un problema del volley: “La cosa più difficile per un giocatore è l’obbligatorietà di vincere. Guardiamo la Juve, Jacobs, Tamberi. L’idea che se vinci una volta devi vincere sempre è micidiale“.

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