Con il Verona è già a quota 6 reti, tante quante ne aveva realizzate in una stagione intera (la scorsa) con la maglia del Cagliari: Giovanni Simeone si è conquistato le prime pagine dei giornali dopo il poker rifilato alla Lazio , ergendosi dunque al ruolo di bestia nera di Maurizio Sarri.
Un momento unico nella carriera del ‘Cholito’, che già nel 2018 aveva fatto molto male al tecnico toscano: allora vestiva la maglia della Fiorentina e la sua tripletta incenerì le speranze del Napoli di vincere lo Scudetto dopo una cavalcata sensazionale.
Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, Simeone ha raccontato le emozioni forti successive al fischio finale di una partita che non dimenticherà mai per ovvie ragioni. “La gioia più grande? Vedere il magazziniere, Antonio, che si è emozionato, si è messo a piangere e mi ha abbracciato. E’ stato davvero toccante, siamo come una famiglia qui. E poi i tifosi, raramente ho visto un pubblico così caldo. Fantastico”.
Uno dei segreti per affrontare al meglio le partite, oltre alla meditazione, è la visione di uno dei film di Rocky: la carica psicologica, in questi casi, è scontata. “Ho guardato un film di Rocky, lo faccio sempre quando ho bisogno di una carica extra. C’è una frase di Rocky a cui penso sempre: che la vita ti mette spesso in ginocchio e non importa quanto colpisci, importa quante volte ti rialzi”.
Il punto d’arrivo stagionale del Verona è abbastanza chiaro. “Sempre nello stesso posto, alla salvezza. Quando sono arrivato, prima di dirmi ciao mi hanno detto: dobbiamo salvarci. Alla fine vedremo dove sarà arrivato il Verona e dove Simeone”.