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Vincenzo Iaquinta condannato a due anni

L'ex attaccante della Juventus e della Nazionale azzurra campione del mondo nel 2006 coinvolto nel processo di 'ndrangheta "Aemilia".

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Vincenzo Iaquinta condannato a due anni Fonte: 123RF

L’ex attaccante della Juventus e della Nazionale azzurra campione del mondo nel 2006 Vincenzo Iaquinta è stato condannato a due anni nel processo di ‘ndrangheta “Aemilia”.

Per lui la Procura di Reggio Emilia aveva richiesto sei anni, per reati relativi alle armi con l’aggravante mafiosa. Il padre dell’ex calciatore, Giuseppe, accusato di associazione mafiosa, è stato condannato invece a 19 anni.

In specifico, il reato attribuito all’ex calciatore è legato alla detenzione illegale di alcune armi, con l’aggravante di aver agito per favorire un’associazione mafiosa: un revolver Smith & Wesson calibro 357 magnum; una pistola Kelt-tec 7,65 Brownin; e 126 proiettili. Iaquinta aveva regolarmente denunciato il possesso delle armi, dichiarando di custodirle presso la propria abitazione di Reggiolo. Secondo gli inquirenti, le aveva però poi cedute al padre Giuseppe. Quest’ultimo era fin dal 2012 destinatario di un provvedimento del prefetto di Reggio Emilia che gli proibiva di utilizzare o possedere armi perché frequentava personaggi ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta, e a loro volta poi finiti a processo. Lo riporta il Corriere.it.

Padre e figlio se ne sono andati dall’aula del tribunale di Reggio Emilia urlando “vergogna, ridicoli” mentre era ancora in corso la lettura della sentenza.

Queste le parole dell’ex bomber: “E’ tutto costruito. Noi non sappiamo neanche cosa è la ‘ndrangheta. Sono 3 anni che soffro, ho quattro figli mi avete rovinato. Sto soffrendo come un cane, ma sono orgoglioso di essere calabrese”.

“Senza aver fatto niente. Io sto soffrendo come un cane. Per la mia famiglia e i miei bambini. Senza aver fatto niente. Il nome ‘ndrangheta non sappiamo neanche che cosa è. Mi hanno rovinato la vita sul niente. Perché sono calabrese e di Cutro? Io ho vinto un mondiale sono orgoglioso di essere calabrese, ma non abbiamo fatto niente. Noi con la ‘ndrangheta non c’entriamo niente. Quattro figli ho”.

Il processo “Aemilia” è il più grande contro la ‘ndrangheta mai celebrato al nord Italia. Tra i reati contestati, a vario titolo, agli imputati si va dall’associazione a delinquere di stampo mafioso alle false fatturazioni, usura, estorsione e frode.

Iaquinta, originario di Crotone, ha debuttato nel calcio professionistico nel 1998 con la maglia del Padova. Dopo il biennio al Castel di Sangro, nel 2000 si è trasferito all’Udinese, dove ha disputato 7 stagioni segnando 69 reti in 2015 partite tra campionato e coppe.

Nel 2007 il passaggio alla Juventus, dove milita per cinque stagioni, con la breve parentesi in prestito nel Cesena. Quaranta le presenze negli Azzurri con cui, oltre al trionfale Mondiale del 2006 in Germania in cui ha giocato 5 partite, ha disputato anche la Confederations Cup del 2009 e i Mondiali del 2010. Due le reti complessive nella rassegna iridata.

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