La battaglia più “semplice”, quella sul campo, la Virtus Bologna l’ha portata a casa. Ora c’è da vincere quella con la vita, ma intanto Achille Polonara ha ricevuto il regalo più bello dai suoi compagni: aveva chiesto di fare in modo che stasera gli portassero la coppa dello scudetto, il primo della sua carriera, con la quale poter dormire in quella stanza d’ospedale che per qualche tempo diventerà la sua nuova casa. Promessa mantenuta, e titolo numero 17 per la Segafredo, che dopo aver eliminato Venezia (col fiatone) e Milano (con grande convinzione) ha fatto davvero un sol boccone di Brescia, uscita comunque tra gli applausi del PalaLeonessa.
- Shengelia, maestoso regalo d'addio: 31 punti da cinema
- Gara 3 senza storia. Ivanovic esulta: "C'ho sempre creduto"
- Cordinier omaggia Toko: "MVP, MVP". Brescia da applausi
Shengelia, maestoso regalo d’addio: 31 punti da cinema
L’ultimo atto delle LBA Finals è il palcoscenico perfetto per salutare un campione che a Bologna sanno già che rimpiangeranno per l’eternità: Tornike Shengelia chiude la sua straordinaria cavalcata play-off con una prova da 31 punti, 4/4 da tre punti (aveva messo 9 triple in tutta la regular season…), 46 di valutazione e una leadership fuori dal comune.
Un regalo d’addio sontuoso per chi ha attraversato un finale di stagione complicato, con il trauma cranico rimediato contro Venezia che è costato due partite alla Virtus, prima dei clamorosi 4’ finali di gara 5 nei quali ha chiesto di giocare e ha deciso la serie. Una volta ristabilito, contro l’Olimpia Milano ha dato fuoco alle polveri, decisivo in gara 1 e immarcabile nelle due sfide del Forum per strappare il tricolore dal petto dell’EA7, che aveva battuto Bologna nelle ultime tre finali.
Poi contro Brescia ha giganteggiato, dimostrando di essere un fuoriclasse assoluto, uno di quelli che al basket italiano mancherà tanto (lo aspetta il Barcellona). Ha brillato meno, ma gli sono brillati gli occhi anche a Cordinier, al passo d’addio con la Virtus. Tutti hanno pianto, chi di gioia e chi di commozione, pensando a Polonara che da un letto d’ospedale ha festeggiato il primo scudetto personale. Linfa vitale per vincere l’altra battaglia che lo attende.
Gara 3 senza storia. Ivanovic esulta: “C’ho sempre creduto”
La Virtus in gara 3 ha fatto capire da subito di voler chiudere i conti. Ed è sembrato quasi che gara 2 non si fosse conclusa tre sere fa a Bologna, con un filo conduttore che ha visto la Segafredo scappare rapidamente sulla doppia cifra di vantaggio (break di 13-0 targato Brandon Taylor, l’altro X factor della serie di finale). Brescia ha provato a ricucire, ma senza la forza necessaria per reagire: a metà secondo quarto è già -18 e si capisce che lo scudetto è pronto a riprendere la via Emilia.
Uno striscione esposto dai tifosi virtussini per omaggiare Polonara ottiene la standing ovation di tutto il pubblico bresciano, e la sensazione è che la presenza di Achille sia assolutamente reale nel palazzetto bresciano. Il +22 all’intervallo lungo è una sentenza: al resto pensa Shengelia, che alza l’asticella e diventa semplicemente il non plus ultra di serata.
Bologna scappa sul+25 e l’ultimo quarto d’ora è pura accademia, il momento del congedo perfetto per il georgiano e per celebrare la cavalcata Virtus, con Dusko Ivanovic che a fine partita ribadisce quanto detto al momento del suo arrivo in casa Segafredo, più di 6 mesi fa: “Credevo veramente nella possibilità di vincere lo scudetto e sono stati bravi i ragazzi a credere in loro stessi. Abbiamo fatto un gran finale di stagione, bellissimo vincere così”.
Cordinier omaggia Toko: “MVP, MVP”. Brescia da applausi
Il 96-74 finale suggella il finale perfetto, ma il pensiero corre subito a Polonara. “Questa è tutta per lui”, esclama Shengelia, prima che arrivi uno smartphone portato da Cordinier dove dall’altra parte della videochiamata c’è proprio Achille. “This is for you”, urla Toko, che poi viene omaggiato da Cordinier al grido di “MVP, MVP” (e mai scelta è stata più facile). “A Bologna dovevo essere solo di passaggio, e invece ho trovato una casa, un luogo meraviglioso dove vivere e crescere anche sportivamente. Grazie alla società, grazie ai miei compagni, grazie ai tifosi”.
È il finale perfetto, con la festa di Bologna che è sobria, ma oltremodo bella. E Belinelli che alza la coppa nel giorno (forse) dell’ultima gara in carriera Brescia saluta, senza rimpianti: troppo superiore la Virtus per poter pensare di metterla alla berlina, ma Peppe Poeta ha fatto il massimo, e di sicuro negli anni a venire questa Germani saprà ancora rendersi protagonista. Ma questo era l’anno di Bologna: la Virtus è tornata sul tetto d’Italia. E anche se sarà rivoluzione, qualcuno proverà a farci l’abitudine.